l'assetto a Rio - 30/10/2001
L'assetto a Rio è una questione di gomme
Nella maggior parte dei circuiti la principale preoccupazione dei piloti
concerne la scelta della gomme posteriore. Quasi dappertutto, ma non
a Rio, dove al contrario la preoccupazione generale è scegliere
la giusta gomma anteriore. Il problema è che l'asfalto del Jacarepaguà
è ondulato e scivoloso, così lo pneumatico anteriore è
sempre alla ricerca dell'aderenza, mentre
quello posteriore è alle prese con lo slittamento determinato
dalla spinta di oltre 200 cavalli. Le curve più difficile sono
la 3 e la 6, ma quelle cruciali sono quelle che immettono sulle parti
rettilinee, perché è fondamentale, ovviamente, uscire
forte per prendere il massimo della velocità. Il rettilineo,
del resto, è molto lungo ed anche la curva alla fine è
veloce, il che vuol dire che solo in questo tratto si può guadagnare,
o perdere, un sacco di tempo se gli pneumatici non lavorano al meglio.
La scivolosità dell'asfalto non è solo determinata dalle
sue condizioni: conta anche il fatto che ci può essere sabbia,
portata dal vento, visto che il mare non è troppo lontano.
Quest'anno le condizioni dovrebbero essere migliori, perché si
corre a Rio che è primavera inoltrata, cosa che offre maggiori
garanzie anche per la pioggia, che qui è un vero problema, visto
che il circuito è stato riasfaltato così tante volte che
le caratteristiche di aderenza mutano si può dire di metro in
metro.
L'abilità del pilota, su questo tracciato, è quella di
avere la massima sensibilità sulla gomma anteriore. Per questo
motivo la Michelin ha preparato gomme dalla carcassa soffice e si tende
ad usare anche la mescola più morbida possibile, compatibilmente
con l'usura.
Per quanto riguarda la gomma posteriore i problemi sono minori: quasi
universalmente è adottata una mescola media, con una carcasse
anch'essa media, soprattutto perché risulta molto sollecitata
sulla parte sinistra, dove i piloti rimangono in piega più a
lungo.
Questa volta parlando di assetto non abbiamo menzionato la ciclistica,
concentrandoci sui pneumatici, ma da quanto detto si può dedurre
che il circuito di Rio mette a dura prova soprattutto le sospensioni,
la cui regolazione deve andare d'accordo con i pneumatici. Una sfida
che le squadre ed i piloti sanno che devono affrontare e vincere per
essere competitivi nel GP del Brasile.