il fatto 07/10/2001
- giorno di gare
Biaggi rischia troppo, il titolo è virtualmente di
Rossi
Si è conclusa al sesto giro la rincorsa mondiale di Max Biaggi.
A mettere la parola fine al sogno disperato del Corsaro è stata
l'ennesima scivolata, questa volta mentre era al comando proprio davanti
a Rossi. Non si è trattato, come era successo a Brno e poi all'Estoril,
di una scivolata a bassa velocità, ma la solita perdita di aderenza
dell'avantreno, questa volta in una veloce curva a sinistra.
Il pilota della Yamaha, come sempre, è stato velocissimo a rialzarsi,
ma questa volta, contrariamente alle precedenti, la sua YZR non era in
condizione di ripartire.
Il romano, così come Alex Criville, era stato uno dei pochissimi
a scegliere di partire con una gomma posteriore da 17", unica possibilità
di correre senza chattering.
Fuori scena Biaggi, Valentino ha vinto l'ottava corsa della stagione controllando
Alex Barros. Con 67 punti di vantaggio, ora, a Valentino basterà
finire nei primi otto a Phillip Island, qualora vinca Max, per aggiudicarsi
il titolo della 500.
Alle spalle dell'italiano e del brasiliano ha finito poi Loris Capirossi,
mai in corsa per la vittoria. Tre Honda nelle prime tre posizioni, ancora
una volta, confermano la superiorità della NSR smentendo nel contempo
l'illustre, ma scontato, parere di Mick Doohan, troppo impegnato a cantare
peana per il colosso giapponese che gli ha regalato cinque titoli mondiali
per risultare credibile.
La prima Yamaha, infatti, è stata quella di Abe, pure solitamente
veloce in patria, staccato di oltre 13". Peggio è andata a
Nakano, 6°, che ha accusato oltre 22" di svantaggio ed è
stato superato anche da Ukawa. A 27" secondi ed in settima posizione
ha chiuso, invece, Carlos Checa, confermando implicitamente con una gara
prudente quanto aveva detto prima del Gran Premio: "Vorrei aiutare
Max, ma prima devo aiutare me stesso. E soprattutto non desidero suicidarmi".
Katoh paga la caduta di Melandri: mondiale riaperto per Harada
La caduta di Melandri, al sesto giro del GP, mentre cercava di tenere
il passo del compagno di squadra, Tetsuya Harada, ha involontariamente
riaperto il mondiale della 250. Nella scivolata, causata da una apertura
del gas troppo anticipata, infatti, il pilota di Ravenna ha coinvolto
l'incolpevole Katoh, in qauel momento alle sue spalle. Ha rischiato brutto,
"Macio", perché Daijiro avrebbe potuto colpirlo duro.
Il risultato, comunque, è che Harada si ritrova, improvvisamente
a meno 24 punti dal connazionale. Uno svantaggio grande, ma gestibile,
quando ci sono ancora 75 punti da assegnare.
Senza più alcuna pressione alle spalle la gara è stata ovviamente
vinta in carrozza dalla prima dell'Aprilia che ha controllato con facilità
i più vicini inseguitori, la coppia composta da McWilliams e Alzamora.
Nel rush finale è stato lo spagnolo ad avere la meglio sul nordirlandese,
mentre anche Fonsi Nieto ha bruciato Rolfo sulla dirittura d'arrivo.
Un errore di Elias spiana la strada a Poggiali
Troppa confusione, offerte e, alla fine, tensione, non hanno fatto bene
al giovane Toni Elias che nella gara nella quale doveva consolidare il
suo vantaggio su Manuel Poggiali (8 punti) è invece caduto, gettando
al vento, probabilmente, il titolo mondiale della 125.
E' accaduto al quarto giro di gara, mentre lo spagnolo, davanti all'italiano
ed alle spalle di Ui, stava cercando di sbarazzarsi del giapponese. Elias,
troppo rapido ad aprire il gas, è stato sbalzato dalla sua Honda
cadendo pesantemente al suolo.
Senza più il suo avversario numero uno, Poggiali comunque non ha
avuto vita facile. Mentre infatti Ui si involava, il pilota di San Marino
ha avuto il suo daffare per cercare di sbarazzarsi di Pedrosa, compagno
di squadra di Toni. Alle spalle del terzetto, intanto, staccatissimi,
inseguivano Cecchinello ed Azuma. Posizioni, queste, destinate a rimanere
congelate sino alla fine della gara.
Con 75 punti ancora da assegnare, dunque, ora il mondiale passa nelle
mani del pilota della Gilera che, grazie all'errore di Elias, nei Gran
Premi successivi può gestire un vantaggio di 12 punti. Non sono
abbastanza, però, da farlo ritenere al sicuro. Chissà, magari
più avanti, Giampiero Sacchi, team manager della squadra Derbi-Gilera,
si potrebbe pentire di non aver dato ordini di scuderia.
"Il problema è che la scorsa settimana, dopo Valencia, mi
ha chiamato Andreu Rabasa, il proprietario della Derbi - ha confessato
Sacchi - chiedendomi perché la Gilera andava più forte della
Derbi
Io gli ho risposto, scherzando: perché ha venduto alla
Piaggio? ora spero che non chiami qualcuno dalla Gilera". |