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parla Melandri - 18/05/2001
Melandri: il titolo in 250 e poi la GP1
A Le Mans, l'anno passato, Marco Melandri sfiorò il podio, classificandosi al quarto posto. In quella occasione il pilota dell'Aprilia comprese che avrebbe potuto guidare una 250 come la 125, cioè da vincente.
Tornato sulla pista francese in terza posizione nel mondiale, alle spalle di Katoh e del compagno di marca, Harada, Macio sa che se vuole mantenere intatte le sue possibilità di vincere il titolo deve attaccare. E cominciare a farlo dal GP di Francia.
"Questa pista mi piace - ha detto appena arrivato sul circuito de La Sarthe - è molto particolare, con tante curve da prima, ma anche delle belle staccate. Non è il Mugello, che è fantastico, ma sicuramente meglio di Jerez, sul quale non mi sono mai trovato a mio agio. Il problema qui è un altro: la pista non si adatta all'Aprilia che è difficile da mettere a punto ed ha un motore scorbutico. Al contrario la Honda è più facile da assettare e dispone di una accelerazione migliore. Comunque farò del mio meglio, sperando che non piova, però: a Le Mans col bagnato non si guida. Io qui l'anno passato quasi scivolai con lo scooter mentre facevo un giro per dare un'occhiata alla pista, e Criville, con la 500, in prova, cadde praticamente in rettilineo…perciò speriamo davvero che sia asciutto".
La guarda spesso la mezzo litro, Marco. Un po' perché ci corre l'amico Rossi, un po' perché gli interessa veramente.
"Entro due, tre anni al massimo voglio arrivarci anch'io, perché il motomondiale, specie con l'arrivo del quattro tempi nel 2002, seguirà l'esempio della F.1. Rimarrà solo la GP1, ed è un peccato perché la 250 e la 125 sono due classi bellissime, ma già ora stanno perdendo audience. Il vantaggio, ora, è che la crescita è graduale: dalla 125, che praticamente non ha bisogno di messa a punto, si passa alla 250, molto più complicata, fino ad arrivare alla 500 dove riuscire a fare l'assetto è tutto perché altrimenti non si scarica la potenza a terra. Si impara, insomma, un po' alla volta, abituandosi alla sempre maggiore potenza con motori e guida sostanzialmente simili. Si inizia con la minima cilindrata che non scivola, si passa alla 250 che è un po' derapa ed infine si approda alla 500 con la quale si va di traverso come con una macchina da rally. Tutto collegato. Non lo sarà più dal prossimo anno visto che fra una 250 due tempi ed una 1000 quattro tempi non ci sono punti in comune".
Un punto in comune, fra 250 e 500 c'è invece oggi: sia Katoh che Rossi, infatti, guidano la classifica a punteggio pieno.
"Spero, per quanto riguarda Daijiro, che la cosa si fermi qui - dice serio Melandri - quanto a Rossi è in forma ed ha una bella moto, batterlo sarà difficile. Capirossi mi sembra l'unico in grado di farlo, mentre Abe, con il quale ha lottato a Jerez, non mi sembra alla sua altezza. Vedo più forte Nakano, che secondo me fra un po' darà la paga a tutti, od anche Ukawa, che non sta facendo male. Quanto a Biaggi credo che soffra un po' Valentino, il che è normale, trattandosi di un altro italiano".
Giudizi sulla diversità di prestazioni fra le grandi della 500 Marco non vuole darne. Si limita ad una opinione.
"La Yamaha sembra più difficile da mettere a punto - rileva - un po' come l'Aprilia".
Proverebbe, Melandri, una 500?
"Se la proverei? Veramente lo ho già chiesto all'Aprilia! Mi piacerebbe fare un giro sulla 500 bicilindrica, ma anche sulla Superbike, per non parlare della GP1, quando sarà pronta spero che un giro me lo facciano fare…"

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