Le Mans
venerdì 18 maggio
FP1
QP1
TS
sabato 19 maggio
FP2
QP2
TS
domenica 20 maggio
GRID
WP
TS
Gomme scelte per la gara in 500
GARA
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winners 500
1° M. Biaggi
winners 250
1° D. Katoh
winners 125
1° M. Poggiali
2° C. Checa
2° T. Harada
2° M. Giansanti
3° V. Rossi
3° M. Melandri
3° T. Elias

il fatto 20/05/2001 - giorno di gara
Biaggi, prova di forza

Ha vinto come solamente lui sa vincere: di forza, sempre all'attacco. Un risultato che Max Biaggi, partendo dalla pole, si aspettava ma aveva quasi paura di evocare, dopo due gare, Welkom e Jerez, veramentMax Biaggi  - giro d'onoree sofferte per non intaccare il suo pur granitico carattere.
Partito finalmente bene, alle spalle di Roberts, il romano ci ha messo solo quattro giri a sbarazzarsi del californiano e ad andare al comando, ma quando sembrava che potesse proseguire la sua fuga solitaria, dopo due giri in testa, ha commesso un errore in frenata alla variante del rettilineo posteriore che lo ha portato nella sabbia, ad un passo dal disastro. In piedi per miracolo, superato nuovamente da Kenny ed anche dal suo compagno di squadra Checa, invece di cedere Max ha continuato ad attaccare. Per ben quattro passaggi, mentre nel frattempo Carlos superava Roberts, è rimasto in scia degli avversari, quindi alla fine del 10° giro ha saltato il pilota della Suzuki, gettandosi alla caccia dello spagnolo. Dall'11° al 15° gli è rimasto incollato, come un ombra, poi, al 16° giro è tormax Biaggi in azionenato davanti. Da quel momento e fino alla fine nessuno lo ha più impensierito. Nel frattempo alle sue spalle è rinvenuto Valentino Rossi che, ottavo al primo giro, mentre il Corsaro iniziava la sua fuga, era già quarto. In difficoltà con la gomma posteriore, però, il folletto di Tavullia, dopo essersi sbarazzato abbastanza facilmente di Capirossi, Criville, Ukawa e Nakano, faticava un po' con Kenny Roberts così che quando si gettava all'inseguimento di Checa era troppo tardi per recuperare. La gara si concludeva con la coppia della Yamaha ai primi due posti, mentre sia Roberts che Nakano affondavano lentamente, cedendo la quarta posizione ad Abe e Criville, mentre Kenny limitava i danni concludendo sesto davanti a Capirossi, mai purtroppo, in gara.

E' stata una bella gara, molto emozionante, quella della 500. Ma più incerta del solito è stata anche la 250. A movimentarla ci ha pensato un sempre più aggressivo Harada, che gara dopo gara stà tornando se stesso, ma sullo spettacolo ha inciso anche Katoh che, una volta tanto e per la prima volta dopo tre gare, non è apparso una spanna sopra la concorrenza. Così che mentre il pilota della Honda cercava di fare il largo alle sua spalle senza riuscirci, Tetsuya gli rimaneva incollato, mentre Marco Melandri, comprensibilmente in difficoltà con la spalla lussata nelle prove, perdeva terreno, pur rimanendo saldamente in terza posizione. Una situazione che ha portato, inevitabilmente, Tetsuya a cercare il risultato di prestigio davanti al connazionale. Non deve essere semplice, però, controllare la 250 a disco rotante italiana in un circuito fatto di brusche accelerazioni come quello francese così, rendendosi conto dei problemi tecnici dell'avversario e compresa la sua tattica, Katoh ha preferito controllare la situazione, preferendo aspettare per attaccarlo all'ultimo giro. Un attacco che, puntalmente, non ha fallito andando a vincere così la quarta gara consecutiva della stagione.
Sul podio, poi, Harada ha incassato la sconfitta, ma più felice di lui era sicuramente Melandri che ripeteva, così, facendo addirittura meglio, il risultato di Suzuka dove, in condizioni simili aveva conquistato il sesto posto.
Fuori dal podio, ma contento egualmente, era anche Emilio Alzamora, in crescendo, davati a Fonsi Nieto ed a Locatelli, con la moto non perfettamente a punto.

Se quella della 250 è stata (per ora) la gara più incerta della categoria, quella della 125 ha addirittura scritto la storia grazie alla vittoria di Manuel Poggiali, che ha riportato la Gilera sul podio: non accadeva dal 1956 allorché a farcela fu Romolo Ferri. Si correva, allora in Germania orientale e l'italiano vinse la gara sul circuito della Solitude davanti ad una coppia niente male composta da Carlo Ubbiali sulla MV Agusta e Tarquinio Provini alla guida della Mondial. La Gilera, più tardi, avrebbe corso e vinto anche nella 500, fino al 1963 quando per l'ultima volta sulla posizione più alta del podio salì John Hartle, ad Assen, davanti nientemeno che a Phil Read, su una moto gemella. Ma questo è il passato. Il presente, invece, è stato costruito con una bella gara della 125, un po' lenta all'inizio, con Poggiali e Giansanti in lotta, controllati però a distanza ravvicinata da Borsoi, Cecchinello ed Elias.
La corsa si è poi ravvivata nel finale, quando improvvisamente, ha cercato il colpo grosso Tony Elias, un diciottenne figlio del più grande campione spagnolo di motocross. Con una guida irruenta ma efficace, Elias si è portato alle spalle di Poggiali, tentando il colpaccio, ma il corridore di San Marino è stato bravo a chiudergli tutte le porte, vincendo in volata davanti a Giansanti, Elias ed allo sfortunato Borsoi, che con la velocissima Aprilia si è fatto trovare un po' impreparato nel finale.