Capirossi non si
batte, ma il Campione è Rossi
Per non smentire le capacità della sua Desmosedici al via il migliore
è Capirossi, seguito da Nakano, Melandri, Hayden, Gibernau, Rossi,
Roberts, Checa, Biaggi, Barros, Hopkins e Rolfo. Nella confusione della
prima curva c’è anche una toccatina fra Macio e Sete, ma
nessuno dei due perde troppo terreno.
Nella foga di recuperare, però, Gibe e Nakano si toccano ed entrambi
finiscono in terra.
Al terzo giro, così, la situazione è la seguente: Capirossi
al comando, con sette decimi di vantaggio su Hayden, mentre Melandri e
Rossi sono uno nella scia dell’altro. Quinto è Checa, poi
Roberts, Biaggi, Barros, Hopkins ed Edwards.
La situazione però si evolve rapidamente: mentr Capirossi continua
a guidare la corsa con Hayden attaccato, Rossi stacca Melandri che poco
dopo è attaccato e superato anche da Checa, che sta rinvenendo
dalle immediate retrovie dopo battagliano Roberts e Biaggi staccati di
quasi sei secondi dalla coppia di testa.
Rossi comunque è sempre Rossi che approfitta di uno dei frequenti
errori dell’americano in staccata e lo passa all’ottavo giro,
facendosi riconoscere da Loris.
Al 10° giro dai box Ducati appare il cartello “+0 Rossi”,
ma capirex continua a girare sul piede del 2.04, senza dare l’impressione
di essere al limite, mentre contemporaneamente Biaggi sorpassa Roberts.
Nello stesso giro Vale supera Loris, che a questo punto si fa rivedere
subito. Il balletto continua nel corso della tornata, ma l’unico
risultato della scaramuccia è quello di far rientrare sempre di
più Checa.
La domanda che tutti si pongono in questo momento è se il pilota
della Ducati ha ancora qualcosa da spendere, se sta giocando. Un interrogativo
al quale, apparentemente, Capirex risponde al 14° giro, quando attacca
e supera Rossi in staccata.
A questo punto Capirossi, Rossi, e Hayden entrano nel mirino di Checa,
che gira con i tempi del compagno di squadra.
Intanto Melandri, rallentato dalla ferita al piede, perde progressivamente
terreno nei confronti di un quartetto che gira sugli stessi tempi composto
da Biaggi, Roberts, Barros ed Hopkins.
A cinque giri dalla fine Capirossi sferra il suo attacco: un giro in 2.03.528
al quale Rossi risponde con un 2.03.907.
Nello stesso momento Checa, dopo un paio di svarioni in staccata, supera
Hayden e si installa in terza posizione.
A tre giri dalla fine Loris e Carlos sono gli unici due piloti in pista
a girare sotto il 2.04, ma Valentino, stretto fra i due, non molla.
Non c’è niente da fare: mondiale in ballo o meno, Rossi non
ci sta a finire secondo.
A due giri dalla conclusione, però, il suo distacco dall’imolese
è di un secondo e tre decimi, mentre Checa è ormai vicinissimo
a Valentino.
Ad entusiasmare, a questo punto, non è più la lotta per
la vittoria, ma il duello fra Vale e Carlos per il secondo posto. Checa
prega per avere altri duecento metri a disposizione, ma è già
sul traguardo quando lancia la volata, che perde per settanta millesimi
di secondo.
Per la Ducati, comunque, è un podio storico.
Nell’ordine poi chiudono Hayden, Melandri, Biaggi, Roberts, Barros,
Hopkins ed Edwards.
Rossi è campione del mondo per la settima volta, la quinta consecutiva
nella MotoGP.
Ed è sul podio come desiderava.
Prima della cerimonia, però, contro ogni superstizione, va in onda
la scenetta dei 7 nani. Lui, il Fenomeno, è ovviamente il settimo.
E c’è pure Biancaneve.
Stoner c’è, Pedrosa in terra: mondiale riaperto
Stoner parte a razzo, mentre Dovizioso a razzo finisce in terra. Inizia
così la sfida della 250, con l’australiano al comando con
Porto, De Angelis, Pedrosa, De Puniet, Aoyama, all’inseguimento.
Il quintetto diventa, dopo due giri un quartetto a causa della scivolata
del campione del mondo, così al sesto giro la situazione è
la seguente: conduce Stoner, con quasi due secondi di vantaggio su De
Angelis, mentre De Puniet è già staccato a sette ed insegue
assieme a Porto ed Aoyama, con Barbera, Takahashi e Corsi nell’ordine.
Purtroppo la corsa di Simone finisce un giro dopo con una caduta.
Non è, comunque, che si assista ad una gara molto emozionante:
al 12° giro il vantaggio di Stoner su De Angelis è salito a
quasi quattro secondi, mentre il terzetto degli inseguitori, De Puniet
Porto e Aoyama si devono giocare il podio staccati fra di loro, ma sono
staccati di oltre nove secondi..
Intanto Locatelli è risalito sino alla setima posizione ed è
alle spalle di Barbera.
Tutto deciso? No, perché De Angelis, a sei giri dalla fine, arriva
lungo di brutto e perde un secondo e mezzo in un giro.
Si tratta, comunque, di un momento di distrazione: al 15° giro il
sanmarinese si rimette a pestare sul tempo del primo, Stoner, anche se
alle sue spalle, Porto ed il suo terzetto, gli sfilano dalle tasche quattro
decimi a giro.
Il Gran Premio termina con Stoner, De Angelis e Porto nell’ordine,
quindi staccati seguono De Puniet ed Aoyama, mentre Locatelli chiude in
ottava posizione dietro a Barbera e Takahashi. Era dal GP d’Australia
del 2004 che tre Aprilia non occupavano contemporaneamente il podio. Allora
furono Porto, De Angelis e Poggiali a monopolizzarlo.
Un po’ di numeri: questa è stata la 215esima vittoria totale
dell’Aprilia, la 107esima in 250.
Ora, con ancora 100 punti a disposizione si può dire che il mondiale
della 250 si è riaperto, visto che Pedrosa guida ancora, ma Stoner,
grazie all’ultimo successo insegue a -38.
Una impresa difficile, ma non impossibile.
Luthi in volata su Kallio
Il migliore al via è Luthi, seguito da Simon, Pasini, Kallio,
Talmacsi e Poggiali. Già nel corso del secondo passaggio finiscono
in terra Sandi e De Rosa, che però sono in fondo al gruppo e non
causano problemi. Quelli ce li hanno i piloti della KTM, Simon, Kallio
e Talmacsi, costretti a spingere come pazzi da subito visto che Luthi
è già in fuga, mentre in quinta posizione Pasini perde terreno.
Al sesto giro il vantaggio di Luthi sul primo degli inseguitori, Kallio,
è comunque di appena un secondo e Talmacsi e Simon sono sulla ruota
del finlandese. L’italiano del team di Totti, invece, è già
staccato di oltre quattro secondi e mezzo, ma controlla Faubel alle sue
spalle e Simoncelli che, autore di una pessima partenza, è settimo
con sette secondi e mezzo di distacco davanti a Di Meglio.
Dopo quattro tornate a cercare la scia di Luthi è rimasto solo
il suo avversario nella corsa al titolo, Mika Kallio, che ha ridotto il
suo svantaggio al otto decimi, ma non può più contare sull’aiuto
di Talmacsi e Simon che sono già ad oltre quattro secondi. Come
se non bastasse la coppia della KTM è entrata nel campo gravitazionale
di Pasini, che gira più forte di loro ed al 12° giro, sei dalla
fine, acchiappa e supera entrambi.
L’aggancio riesce, in testa alla gara, anche a Mika Kallio che al
13° ha ridotto il suo distacco da Luthi ad appena quattro decimi,
così nel giro successivo il finlandese è già nella
scia dello svizzero.
La gara, ovviamente, va in a finire in volata: Kallio esce dalla scia
di Luthi con perfetto tempismo e lo affianca sul traguardo, ma il cronometraggio
elettronico lo lascia indietro di due millesimi di secondo, mentre Pasini
sale sul podio davanti a Faubel che nel frattempo la anch’egli superato
Talmacsi e Simon. Seguono Lai, Poggiali e Simoncelli.
A quattro gare dalla conclusione, così Luthi mantiene la testa
del mondiale con otto punti di vantaggio su Kallio.
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