Rossi come non lo
avete mai visto
Dall’immobilità del minuto di silenzio in onore di Giovanni
Paolo II si passa alla frenetica partenza della MotoGP. Gibernau non si
fa sorprendere e scatta al comando, seguito da Rossi, subito attaccato
e superato anche da Hayden. In quarta posizione passa Melandri, quindi
sfilano Nakano, Bayliss e Capirossi, mentre Biaggi, indietrissimo, taglia
il traguardo del primo giro in diciottesima posizione.
Valentino, comunque, non ci sta a lasciar fuggire il rivale spagnolo,
così si fa subito sotto ad Hayden, passandolo in staccata e gettandosi
a caccia di Gibernau. Sete però in questa apertura del mondiale
ha qualcosa in più dell’italiano e rintuzza l’assalto
tenendo il campione del mondo alle sue spalle. Il cuscinetto, fra i due,
è però sottile: mezzo secondo. Hayden tiene tranquillo la
terza piazza nella scia di Rossi, quindi seguono, al decimo giro, Nakano,
a dieci secondi, Tamada a tredici, e poi via via Barros, Checa, Bayliss,
Edwards, Hofmann, e Biaggi, dodicesimo.
Intanto a quindici giri dalla fine si ritira Kenny Roberts.
L’attenzione, a questo punto, si sposta nelle retrovie, dove Biaggi
sgomita per risalire la corrente. A dieci giri dalla fine è nono,
ma staccato di 24 secondi dalla testa della gara che vede Gibernau e Rossi
attaccatissimi, Hayden a due secondi e Melandri a nove. Nel frattempo,
però, proprio Nicky commette un errore: arrivva lungo e cade, si
rialza ma quando rientra in pista è 15°. Brutto affare per
la coppia dell’HRC, anche perché, appena un giro dopo Nicky
preferisce rientrare ai box e ritirarsi. Melandri guadagna così
la terza podisione.
Nel frattempo lì davanti Valentino Rossi non ha mollato l’osso
e a due giri dalla fine sferra il primo attacco al rivale, passandolo
in frenata poco prima del traguardo. Gibe è sorpreso, ma non molla,
anche se Vale, finalmente al comando, guida al 110%.
Per questo, forse, commette un errore, va largo e Sete ripassa. Il Fenomeno,
però, non ha ancora mollato. I due si ripassano tre volte, mentre
percorrono l’ultimo giro. C’è anche un contatto, leggero.
Quindi nell’ultimissima curva Rossi va interno, addirittura mette
il piede in terra, ma tiene la linea, anche se è costretto ad allargare.
Il contatto è inevitabile ed a Gibernau non rimane che imboccare
la via di fuga, poi rientra e taglia il traguardo in seconda posizione.
Il serial winner ce l’ha fatta ancora una volta.
Giù nei box Roberts senior si lascia scappare un sorriso: Anderstorp
1983, ultimo giro con Freddie Spencer.
Ah, questi ragazzi terribili…
Pedrosa vince nel deserto
Non aspetta nessuno Daniel Pedrosa, al via della 250. Provano a stargli
dietro i soliti, Porto e De Puniet, ma il piccolo spagnolo ha un altro
passo ed un decimo dopo l’altro rimane solo, ancorché in
vista, mentre fuori dal podio virtuale inseguono Stoner, De Angelis, Lorenzo,
Dovizioso e Locatelli.
Il ritmo, nonostante il forte vento che batte la pista, è comunque
tutt’altro che blando. Il primo a farne le spese è proprio
De Puniet, che si autoesclude cadendo in frenata, subito dopo va in terra
anche Stoner, così a metà gara la situazione è estremamente
chiara: il fantino spagnolo è al comando, inseguito a quasi tre
secondi da Porto, quindi a sedici secondi c’è De Angelis,
poi Dovizioso a diciannove con in scia Lorenzo, ed infine Locatelli. Sembra
una processione, più che una gara. Ed infatti va avanti stancamente
avanti sino al traguardo: Pedrosa controlla Porto e gli ficinisce davanti
di soli due secondi. Tutto sommato un distacco accettabile. Dietro I due,
però, c’è il diluvio. Sul podio sale De Angelis,staccatod
I 27 secondi. Dovizioso è quarto a 36 davanti a barbera, Lorenzo,
Locatelli, Debon e Corsi, che becca più di un minuto…
Il fantino va forte, ma gli altri, ragazzi…
Simoncelli si conferma re di Jerez
Il più veloce al via è Pasini, che scatta al comando seguito
da Luthi, Lai, Kallio e Simoncelli. Subito dietro non perdono la scia
Talmacsi, Faubel, Nieto e Simon, che chiude il trenino di nove piloti,
con Poggiali in decima posizione.
Al quarto giro Luthi fa un tentativo di fuga e guadagna un secondo sul
gruppetto degli inseguitori. Alle spalle dello svizzero, però,
rimangono Kallio, Simoncelli e Lai, mentre Nieto fa l’anello di
congiunzione con gli immediati inseguitori, Pasini, già a due secondi
al 7° giro e Talmacsi.
E’ il momento dello “sportellismo”. In testa alla gara
iniziano a scambiarsi le posizioni, a ritmo frenetico, Nieto, Kallio,
Lai, Simoncelli e Luthi, con Talmacsi e Pasini che rimangono attaccati
agli avversari con I denti.
Alle spalle dei sette c’è Faubel, staccato di otto secondi,
mentre Poggiali è addirittura undicesimo,
Troppo rischio, così Luthi e Simoncelli decidono di tentare la
fuga. Gli bastano due giri per staccare la concorrenza, ma purtroppo la
fortuna non aiuta il pilota della Honda che al 15° giro rompe, lasciando
il rivale dell’Aprilia solo al comando.
Il vantaggio del vincitore del GP di Spagna 2004 non è però
sufficiente per portarlo sino al via in carrozza, anche perché
Lai, Nieto e Kallio si aiutano e guadagnano terreno, mentre Pasini, forse
nei guai con gli pneumatici, alza bandiera bianca, tenendo la quinta posizione
davanti a Talmacsi, con Poggiali settimo ,ma staccatissimo.
Sono gli ultimi giri e bisogna dare tutto, attenti a non sbagliare. Purtroppo
Nieto esagera e vola in terra. Un piccolo vantaggio per Simoncelli, che
è riuscito a stabilizzare il suo vantaggio su Lai e Kallio a poco
più di un secondo e mezzo. Ad un giro dalla fine Simoncelli si
gira: nessuno è in grado di attaccarlo. La volata, così,
è per il secondo posto e la vince con un sorpasso pulito, Mika
Kallio. In quarta posizione chiude Pasini, quindi passano Talmacsi e Poggiali.
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