Rossi, cosi forte non Vale!
Non ha avuto bisogno di partire dalla pole, Valentino Rossi, per scattare
al comando, ma Gibernau gli si è incollato in scia, seguito da
Biaggi, Tamada, Barros, e Melandri. Mentre Vale e Sete cercavano di allungare
Barros saltava dapprima Tamada e quindi Biaggi, ma subito dopo perdeva
l’anteriore finendo nella sabbia., come aveva già fatto al
primo giro Capirossi. Della piccola incertezza causata dall’incidente
approfittava Melandri per passare Max.
Intanto solo Gibernau e Rossi battevano sul piede dell1.45 e mezzo, alle
loro spalle, girando mezzo secondo più lento, resisteva Melandri,
staccanto di quasi quattro secondi, mentre Biaggi, a sei, veniva attaccato
anche dal compagno di squadra Tamada. Quando sembrava in grado di passare,
però, il giapponese rientrava improvvisamente ai box. L’ennesimo
problema di gomme?
Sicuramente niente di simile per Rossi che, al commando, sembrava aver
preso il controllo delle operazioni davanti a Gibernau, mentre Melandri
teneva la terza posizione davanti al compagno di squadra, Checa che controllava
a sua volta Biaggi, evidentemente in difficoltà, tanto da avere
in coda sia Xaus che Bayliss. Il primo a passarlo era Xaus, ma quando
era Bayliss a provarci, perdeva il controllo della sua Ducati. Un botto
ad alta velocità che lo lasciava dolorante nelle vie di fuga.
Intanto si era giunti alla stretta finale. Rossi, sempre davanti, controllava
Gibernau, impedendogli qualsiasi sortita. Un successo, per la Yamaha Melandri
e Checa in terza e quarta posizione, davanti ad Edwards, Xaus, mentre
Biaggi chiudeva addirittura ottavo alle spalle anche di Nakano.
Inevitabile, a questo punto, la scenetta finale con Rossi che, da vero
“Dottore”, controllava lo…stato di saluto della sua
M1. Perfetto, ovviamente.
De Puniet “mata” Pedrosa
E’ stato un duello fra De Puniet e Pedrosa fin dall’inizio,
la 250, con Elias subito all’inseguimento e Rolfo, Fonsi Nieto,
Porto e De Angelis nel secondo gruppo, mentre Poggiali ha perso subito
il contatto.
Chi pensava, o sperava, che la coppia di testa si facesse riassorbire
dal gruppo, non ha visto lontano perché il francese e lo spagnolo,
girando costantemente più veloce degli avversari, si sono messi
a distanza di sicurezza da Elias, l’unico a non farsi comunque completamente
staccare.
Alle spalle dei tre provavano a resistere Porto, De Angelis, Rolfo, e
Poggiali, finché De Angelis perdeva l’anteriore, finendo
in terra. L’incidente successivo aveva come protagonisti Poggiali
e Rolfo. Il sanmarinese sbagliava la staccata e centrava l’incolpevole
pilota della Honda.
Le emozioni vere, comunque, le regalava la coppia di testa.
Negli ultimi due giri lo spagnolo ed il francese si scambiavano spesso
di posizione, cercando il momento giusto per l’attacco, finché
De Puniet rompeva gli indugi balzando al commando prima della doppia curva
veloce che immette sul curvone che porta all’arrivo. Pedrosa provava
a replicare, ma nulla poteva la sua Honda, in volata, contro il motore
dell’Aprilia. Terzo chiudeva Elias, , quindi Porto, Nieto ed il
pilota dell’HRC, Aoyama. Il migliore degli italiani, Franco Battaini,
tagliava il traguardo in decima posizione.
Barbera “brucia” Dovizioso
Ha avuto un avvio piuttosto confuso, la 125. Non è che non accada
spesso, ma questa volta, nei primi giri, erano addirittura in sette nella
classica formazione a trenino: Lorenzo, Locatelli, Dovizioso, Jenkner,
Simoncelli Bautista e Stoner.
Pur con i classici scambi di posizioni, il più attivo del gruppetto
era senza dubbio Jorge Lorenzo, con Locatelli e Dovizioso spesso in attesa
alle sue spalle. Jenkner, invece, mollava il trenino, sostituito, nel
ruolo di tender, dapprima da Pablo Nieto e quindi da Barbera, rinvenuto
forte dalle immediate retrovie.
La gara, comunque, iniziava a cinque giri dalla fine: Locatelli tentava
la fuga, ma Nieto gli si incollava sulla coda, superandolo poi sul rettilineo.
Loca, insisteva, ma l’unico risultavo era quello di volare in terra
in un veloce curvone sulla destra.
A questo punto la situzione era la seguente: Nieto davanti, con un leggerissimo
vantaggio, quindi Barbera, incredibile nella sua nrimonta, Lorenzo, Bautista,
Simoncelli, Stoner e Dovizioso.
Il momento della verità, come sempre, si presentava all’ultimo
giro. Nieto provava a farlo al commando, ma Barbera lo saltava, con subito
dietro Dovizioso. Un piccolo errore del figlio di Angel consentiva al
pilota della Honda di succhiare la scia al leader, ma quando si lanciavano
nel curvone, in uscita, non c’era tempo per lanciare la volata,
così il primo a tagliare il traguardo era Barbera, appaiato a Dovizioso,
a 16 millesimi, terzo era Nieto, quindi Stoner, Lorenzo e Bautista. Solo
settimo Simoncelli.
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