il fatto 19/10/2003
- giorno di gare
Rossi, nonostante la bandiera
Solo cinque secondi, se si dovesse dar credito alla classifica,
hanno separato, nel GP d'Australia, il vincitore, Valentino Rossi, da
Loris Capirossi. In realtà a questa cifra vanno aggiunti 10 secondi
- imposti al numero 46 per non aver rispettato una bandiera gialla sorpassando
Melandri - recuperati in corsa da Rossi, che quando non pela il gas per
rimanere nel gruppo sembra gareggi in un'altra categoria. O su un'altra
pista da quella dei suoi avversari.
Già perché se 125 e 250 sono state disputate sul bagnato,
la MotoGP si è corsa con l'asfalto asciutto. Per questo il vantaggio
di Valentino sugli avversari ha del fenomenale e può essere spiegato
in due soli modi, a seconda della tifoseria di appartenenza: a) è
un extraterrestre, b) la sua Honda ha veramente qualcosina di più
rispetto a quella degli altri. Impossibile rispondere a questa domanda
con certezza, comunque. L'unica cosa inequivocabile, del GP d'Australia,
è lo spettacolo offerto dal quartetto alle spalle di Vale: Melandri,
Hayden, Capirossi e Gibernau.
Partito benissimo, Melandri, è stato protagonista fin da subito
allorché, spostandosi sulla sinistra per impostare una traiettoria,
inavvertitamente ha costretto Bayliss ad una brusca frenata che ha catapultato
l'australiano in terra. Svenuto e rotolato via come un cencio, Troy ha
spaventato i ragazzi della Ducati, ma poi fortunatamente, si è
ripreso. Per lui solo una TAC prudenziale all'ospedale di Melbourne per
una leggera perdita di memoria. Di ciò, comunque, Melandri non
si è avveduto, come non si è reso conto che, sulla terra
portata in pista dall'incidente, è scivolato Max Biaggi, subito
alle loro spalle. Il Corsaro, ripresa la via della pista in ultima posizione
ha continuato per onore di firma, chiudendo in 17esima posizione. Nel
frattempo Melandrino si esibiva in sorpassi e controsorpassi contro un
altro rookie eccellente, Nicky Hayden che, per chi no lo avesse notato,
da quando è stato "aggiornato" dalla HRC anche lui, gareggia
senza timori reverenziali. Sarà un caso? Comunque Marco ha dato
spettacolo fintantoché, con Capirossi in fuga dal gruppetto, ha
tirato troppo la corda per rimanere attaccato all'imolese, volando fuori
pista. Peccato, anche perché nell'incidente si è lussato
la spalla destra (che avrebbe voluto operarsi a fine campionato), dunque
è probabile che per lui il mondiale sia finito qui. Fuori lui,
Hayden non è riuscito a tenere il ritmo di Capirossi, ma è
stato egualmente bravo, vincendo la volata per il terzo posto contro Gibernau,
finendo per la seconda volta nella stagione sul podio, dove c'è
stato l'abbraccio con il "capitano" Rossi, che portava con se
la bandiera con il numero 7 in onore di Barry Sheene, sventolata nel giro
d'onore.
Alla fine, dunque, questa volta la bandiera gialla non ha cambiato nulla,
ma il fatto che Rossi non l'abbia vista, che Capirossi non abbia mai capito,
nonostante le segnalazioni dai suoi box, di essere virtualmente al comando,
e che quindi non abbia tirato, convinto di dover solo difendere la seconda
piazza, qualcosa dice: forse era meglio lo stop-and-go
almeno così
la gara aveva un senso.
Rolfo adesso ci crede
Ci voleva la pioggia per riaprire il mondiale della 250. Sabato, dopo
le prove, al massimo ci si poteva aspettare un duello fra Toni Elias e
Manuel Poggiali, la pista bagnata, invece, ci ha regalato un fantastico
monologo di Roby Rolfo che ha letteralmente dominato il Gran Premio vincendo
la seconda gara della stagione, che è anche la sua seconda vittoria
in carriera.
Un successo netto, reso appassionante dalla presenza, alle sue spalle,
dell'australiano Anthony West, che già ad Assen aveva dimostrato
sul bagnato di andare e dal terzo posto di Fonsi Nieto, autore di un bel
duello con De Puniet conclusosi con la caduta di quest'ultimo.
E Poggiali? In pratica il leader del mondiale non è mai esistito.
Lento, nelle retrovie, il sanmarinese si è trovato a lottare con
Bataille, Nigon, Matsudo e Hules, riuscendo addirittura a farsi beffare
da quest'ultimo sul traguardo, chiudendo in una ingloriosa nona posizione
che renderà il GP di Valencia, per lui, un calvario, perché
se sette punti potrebbero essere troppi da recuperare per Rolfo con l'asfalto
asciutto, in caso di pioggia le parti si invertirebbero.
Se, comunque, per Manuel è stata una giornata da dimenticare, figuriamoci
per Elias, addirittura 11°
veloce, anzi velocissimo, Toni sull'acqua
(per il momento) proprio non va ed a Phillip Island ha salutato le sue
speranze iridate. Il fatto è che Toni - cinque pole di fila - va
troppo a corrente alternata, ed anche Poggiali, che ha iniziato il mondiale
in modo strepitoso, ma lo stà chiudendo in calando. Rolfo, invece,
è sempre stato regolarissimo ed è l'unico, finora, ad essere
andato a punti in tutte e quindici le gare disputate.
La strana classifica del GP d'Australia, comunque, poteva essere anche
migliore per i nostri colori senza l'errore di Franco Battaini, quarto
all'arrivo, nonostante una caduta al primo giro.
Quel che si dice una gara strana, con un sacco di privati nelle posizioni
che contano, Debon quinto, poi Matsudo, Nigon e l'autore dello scherzetto
in volata a Poggiali, Hules. Chissà quanto dovremo aspettare per
vedere una gara così
forse fino a Valencia?
Ballerini, c'è sempre una prima volta
Se qualcuno glielo avesse detto, che sarebbe stato lui a vincere, Andrea
Ballerini, per tutti "Ballero", si sarebbe fatto una bella risata,
da toscanaccio qual è. Invece a trent'anni suonati, dopo una carriera
un po' rabberciata fatta di sostituzioni e wild-card per mancanza di sponsor,
quando il treno sembrava ormai del tutto passato il Ballero c'è
saltato sopra. Il nome del treno, questa volta, è stato il team
AJO, orfano di Kallio, passato alla KTM. Complice la pioggia, a Phillip
Island, Andrea si è ritrovato in testa alla corsa partendo dalla
ventitreesima posizione. Un miracolo? Sì, ma della Bridgestone
che ha avuto il merito di portare gomme fantastiche. Tutto qui? No, c'è
dell'altro. Ballerini, infatti, deve ringraziare anche il suo compagno
Azuma, giunto poi secondo, perché è stato proprio lui a
consigliargli la mescola da adottare. Decisamente, era la sua giornata!
Ma i migliori, i soliti, che fine hanno fatto?
Beh, Stoner è partito a palla e poi è volato via, come al
solito, mentre Stefano Perugini, solitamente a suo agio sul bagnato, ci
ha provato sin quasi alla fine, quando al diciottesimo giro è caduto.
Rientrato ai box è salito sul muretto e si è messo a fare
il tifo proprio per il pilota con cui stava lottando: Ballerini! Un grande
esempio di sportività, tipico del pilota laziale. Purtroppo per
lui, però, nella scivolata ha perso la seconda posizione nel mondiale,
passata ora a De Angelis che và, và, ma non vince mai. In
Australia è stato settimo al traguardo, preceduto da Jenkner -
primo pilota Aprilia, iridata nel mondiale costruttori - quindi Bautista,
anche lui gommato Bridgestone,Vincent e Barbera.
Sedici i piloti che non hanno visto il traguardo, tutti praticamente finiti
scivolati nella trappola dell'asfalto viscido di Phillip Island e fra
questi, oltre ai già citati, Giansanti, cecchinello, Locatelli,
Kallio, Pablo Nieto, Sabbatani, Simoncelli, eccetera eccetera.
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