LA PAROLA AL CAMPIONE DEL MONDO

"Quando ho saputo che avrei partecipato al Motomondiale con un team italiano non nascondo che ero molto preoccupato. Avevo paura di quello che sarebbe stato, perché per me era una situazione assolutamente nuova da affrontare. Non avevo mai vissuto prima in un Paese diverso dal Giappone e non conoscevo per niente gli italiani. Ero stato una sola volta in Italia, nel '97, e mi trovavo in vacanza a Venezia con amici, ma niente di più. Non avrei immaginato di trasferirmi poi lì e iniziare qualcosa come una nuova era della mia vita.
Il modo di fare degli italiani è così differente dallo stile giapponese che all'inizio ho dovuto farci un po' l'abitudine. Anche la comunicazione è stato un problema i primi tempi, perché io quando sono arrivato l'anno scorso parlavo la mia lingua e basta.
Di sicuro, pure dal punto di vista gare, non è stato facile, ho ovviamente dovuto fare esperienza dal vivo prima di riuscire ad adattarmi.
Conoscevo solo Suzuka e Motegi come circuiti da Gran Premio e non avevo alcuna idea di come mi sarei potuto sentire fuori e dentro le gare in Europa.
Ho avuto l'opportunità di entrare a far parte di un grande team in cui tutti hanno dato il massimo per farmi star bene anche lontano da casa e a poco a poco mi sono abituato ad una nuova realtà.
Mi piace vivere in Italia, anche se chiaramente mi mancano i miei amici giapponesi, e apprezzo lo spirito degli italiani, ora che inizio a capirlo.
L'anno scorso è stata dura, perché ho dovuto girare su piste assolutamente sconosciute a contatto anche con persone completamente sconosciute, tranne i membri della mia squadra e qualche pilota giapponese; in questa stagione, invece, le cose sono migliorate. Sono partito col piede giusto già durante i test invernali e tutto è andato bene. Buona parte del merito va al mio team. Mi piace il rapporto che è nato tra di noi e come lavoriamo insieme, poi, mentre lavorano sono talmente concentrati per la gara che io ho veramente la massima fiducia in loro. Anche fuori dal box e dall'ufficio sono tutti gentili con me e comunicare con loro adesso è diventato talmente facile. Si prendono cura di me completamente e devo veramente ringraziarli per questo.
Per finire, vorrei dedicare tutte le splendide vittorie conquistate alla mia famiglia che mi ha sempre seguito con grande passione".

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Daijiro Katoh Campione del mondo 2001

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