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l'intervista - 13/10/2001
Masahiko Nakajima
La Yamaha ammette: il titolo perso per colpa nostra
La Yamaha si batte in petto il mea culpa e assolve Biaggi su tutta la linea, se non ha vinto quest'anno la ragione è in un progetto non esattamente competitivo. Parole di dura e rara autocritica da parte di una Casa costruttrice. Masahiko Nakajima, responsabile del progetto Yamaha, ammette "non abbiamo messo Biaggi nelle condizioni di vincere".
A rafforzare la tesi dell'impossibilità di Max di fare di più con una moto come quella di quest'anno interviene Lin Jarvis, direttore generale della Casa di Iwata "i nostri rapporti con Max - afferma -sono ottimi, è un pilota che non si è mai risparmiato".
L'ingegnere riconosce anche che dopo la terza caduta di Biaggi a Motegi, dall'esame dei dati della telemetria, non risultava alcun errore di guida da parte del pilota.
"La moto - continua l'ingegnere nipponico - ha ancora dei punti deboli sull'accelerazione e sulla frenata. La prima però - spiega - può essere migliorata anche se a scapito della stabilità".
Biaggi avrebbe rischiato molto per sfruttare al meglio la sua superiore velocità in curva, tutto quello che gli restava da fare.
Di modifiche alla moto ne sono state apportate nel corso del Mondiale. La Yamaha ha anche provato un motore caratterizzato da un solo albero, simile a quello della Honda ma, a detta dei tecnici, il tentativo è rimasto in sospeso a causa della mancanza di risultati sperati.
Gli sforzi del team di ingegneri e tecnici è così andato sul prototipo quattro tempi che correrà il prossimo anno, l'M-1.
"E' un prototipo sul quale puntiamo molto e dove l'esperienza fatta con Max nei Gran Premi è stata determinante - spiega Nakajima - perché questa moto nasce da un confronto con la YZR di cui abbiamo tralasciato i difetti ed esaltato i pregi."
L'ultima sfida Rossi-Biaggi disputata in Australia è stata un po' la summa di tutto quello che una sfida in classe regina può offrire. Ci sono ancora Sepang e Rio e poi fine di un'epoca e inizio di un'altra, i prototipi quattro tempi, un litro di cilindrata, le GP1 faranno la loro comparsa in pista.
"Ripartire tutti da zero nel 2002 ci aiuta - conclude Nakajima - battere la combinazione Rossi-Honda quest'anno era difficile, il prossimo tutti dovremo cimentarci con nuove idee. "
Non più otto moto per la Yamaha nel 2002 ma solo due: le M-1 in pista saranno infatti affidate unicamente a Max ed a Carlos Checa.

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