il fatto 22/04/2001
- giorno di gare
A Welkom vince Rossi, ma Capirossi convince
Ha vinto, ma non ha stravinto, Valentino Rossi. Ad impedirglielo ci ha
pensato un Loris Capirossi in gran forma. Non si fosse toccato nel primo
giro con Roberts, perdendo diverse posizioni, la corsa sarebbe stata ancora
più dura, anche se probabilmente l'esito non sarebbe stato diverso.
Il pronostico della vigilia, comunque, è stato sicuramente rispettato
con i due italiani - già i migliori nelle prove - davanti a tutti.
In realtà a cambiare la storia della corsa, nella prima metà,
ci ha provato sia il sempre aggressivo McCoy che il volitivo Roberts.
Ma se il primo ha pagato l'impegno con una caduta, al secondo non è
rimasto che rallentare per riuscire a rimanere in pista, non appena le
sue gomme sono calate. Così il Gran Premio si è svolto con
il copione scritto durante le prove del sabato: Rossi in fuga, Capirossi
nella sua scia e poi, dietro, Abe, Nakano ed Ukawa. Biaggi, invece, non
è praticamente mai stato in gara: partito male dalla seconda fila
è rimasto intrappolato a lungo alle spalle di Barros in nona posizione
e quando è riuscito a liberarsene non c'era ormai più tempo
per provare a superare Roberts e Criville, subito davanti a lui. Più
sfortunato di Max è stato solo Jacque, penalizzato da uno stop
and go per falsa partenza.
Tre Honda avanti a tutti (Ukawa sul finale ha avuto ragione dei due piloti
della Yamaha) dimostrano quale sia, quest'anno, la moto da battere. Il
resto sono chiacchiere.
Se la 500 è stata combattutissima, la 250, nei primi giri, è
parsa la replica del GP del Giappone, con Katoh in fuga solitaria dal
secondo giro con Melandri, Harada e Locatelli al suo inseguimento. Ben
presto, però, Marco, grazie anche ad un grippaggio di Harada, riusciva
a liberarsi dei compagni di marca e con una serie di ottimi tempi in successione
ha iniziato a limare il vantaggio del giapponese, che nel frattempo aveva
raggiunto i quattro secondi. In difficoltà con i pneumatici ed
impossibilitato a replicare Katoh, incredibilmente, ha dovuto iniziare
a correre in difesa, mentre il suo vantaggio si assottigliava. Nel frattempo
alle spalle del gruppo di testa erano in lotta fra di loro McWilliams,
Fonsi Nieto e Porto, mentre più staccato inseguiva Rolfo. Boscoscuro,
invece, era già fuori gara per una caduta.
A quattro giri dalla fine il distacco fra Katoh e Melandri si era più
che dimezzato, dopo altre due tornate i due erano vicinissimi. Preoccupatissimi
i box di Gresini mostravano a Daijiro la lavagna con il distacco sempre
più sottile invitandolo a tenere dura ma, alle sue spalle, Melandri
rinveniva come un furia. La sua tenacia lo portava a tentare l'impossibile
ad un giro dalla conclusione, ma Daijiro, ormai raggiunto, era bravissimo
a chiudergli tutte le porte e nonostante l'ottima velocità della
moto italiana tagliava il traguardo in volata con 83 centesimi di secondo
di vantaggio. Sul podio saliva anche Harada, mentre Locatelli concludeva
al quarto posto davanti a Nieto, che riusciva alla fine ad avere la meglio
su McWilliams.
Non c'è stata storia, invece, nella 125. Youichi Ui, che già
in prova aveva dimostrato la sua superiorità, si è involato
sin dal via, mentre Cecchinello veniva penalizzato di uno stop and go
per aver anticipato la partenza. Nemmeno Manuel Poggiali, su una moto
identica a quella del giapponese riusciva a salire sullo stesso treno,
ma nella rincorsa per saltarci si lasciava comunque alle spalle il resto
della concorrenza. Così mentre Caffiero veniva brutalmente spintonato
fuori pista da Elias le posizioni si stabilizzavano con la prima guida
della Derbi al comando, inseguito dal clone marchiato Gilera, quindi,
in lotta fra loro, Angel Nieto junior e Borsoi, con in scia a loro volta
l'esperto Ueda, Sabbatani e Vincent. Neanche a dirlo nel duello a tre
fra lo spagnolo, l'italiano ed il giapponese era Nobby ad avere la meglio,
proprio sul filo di lana. Quarto finiva Borsoi davanti a Nieto, Vincent
e Sabbatani. Nono terminava Alex De Angelis, alle spalle di Jenkner e
davanti ad Azuma, mentre Perugini con la Italjet regolava Giansanti, Pedrosa
ed il compagno di marca Scalvini. |