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1° L. Capirossi
1° J. Lorenzo
1° A. Bautista
2° D. Pedrosa
2° A. De Angelis
2° L. Pesek
3° N. Hayden
3° A. Divizioso
3° M. Pasini
Capirossi e la Ducati, vittoria mondiale

Ha vinto il favorito, Loris Capirossi, ma non si può proprio dire che il Gran Premio di Spagna sia andato secondo le previsioni. Se, infatti, la Ducati ha mantenuto le promesse, la Honda e la Yamaha sono state rispettivamente molto al di sopra, ed al di sotto delle aspettative.
E se nel primo caso il merito va tutto al giovane Dani Pedrosa, capace di impegnare Loris all’esordio (ma il tempo totale di gara è stato di circa 15 secondi più lento del 2005), nel secondo ci ha pensato Toni Elias, al primo giro, a mischiare le carte con quell’involontario contatto che ha mandato Valentino Rossi a gambe all’aria.
Ripartito per onor di firma il campione del mondo, con un manubrio e la leva del freno posteriore piegata ha fatto quel che ha potuto, cogliendo i due punti del quattordicesimo posto. Molto onestamente Vale ha ammesso che le prime due posizioni non sarebbero state alla sua portata ma che, forse, il terzo gradino contro Hayden avrebbe potuto giocarselo.

“Erano cinque anni che vincevo la gara di esordio. E’ stato un brutto risveglio – ha detto Rossi - Peccato perché nonostante tutto sarei potuto andare a podio. Con Elias ho parlato: si è scusato con me e dopo con la mia squadra, sono cose che succedono, ma gli ho detto di non farlo una seconda volta. Mi è entrato dentro all’interno, troppo lungo per fermarsi ed io non avevo altro spazio dove andare se non nella terra…come avevo pronosticato il più veloce è stato Capirossi che ha sempre avuto la gara sotto controllo, ma Pedrosa è stato bravo. Sarà un avversario per il titolo, così come lo è Loris. Adesso non ci resta che cercare di risollvere velocemente i nostri problemi prima del Qatar. Rimarremo qui un altro giorno a provare e, chissà, magari la Yamaha potrebbe anche ritirare fuori la M1 2005, tanto per fare una prova comparativa”.

Di test con la vecchia GP5, invece, Loris, non avrà bisogno. La Ducati è migliorata e con lei sono cresciute anche le gomme Bridgestone.
"Sono al mio quarto anno la Ducati – è la spiegazione l’imolese - e posso dire che questo è stato in assoluto il miglior inizio di stagione che abbiamo mai fatto: ora puntiamo al mondiale. E sarebbe anche ora. La mia squadra ha svolto un lavoro eccellente durante i mesi invernali. In occasione degli ultimi test ufficiali, effettuati qui due settimane fa, abbiamo capito che avevamo buone probabilità di vincere la prima gara e dopo le prove libere e quelle di qualificazione, eravamo decisamente fiduciosi per oggi. ?Non volevo spingere troppo nei primi giri, ma sono partito dalla pole position e ho mantenuto la prima posizione cercando di tenere un buon distacco rispetto agli inseguitori. Nicky (Hayden) era dietro di me, poi è arrivato Pedrosa. Io ho mantenuto un ritmo buono ma sono stato attento a preservare le gomme il più possibile, poi negli ultimi sei o sette giri ho spinto di più e ho riguadagnato un bel vantaggio. ?Ringrazio con tutto il cuore le persone di Ducati Corse che hanno lavorato con tanto impegno e la Bridgestone, che ha fatto enormi passi avanti durante l'inverno: questa è la seconda stagione con il costruttore giapponese e la nostra collaborazione sta andando molto bene. Cercherò di ripetermi il più spesso possibile durante questa stagione, anche se so che non sarà facile!".

Onesto quanto l’italiano anche Pedrosa.
“La gara è stata un po’ falsata. Prima è uscito Vale, subito dopo Gibernau (problemi al potenziometro del cambio n.d.r.). Una volta che ho recuperato dalla partenza non eccezionale sono riuscito ad andare a prendere Capirossi, ma non avevo il passo per superarlo e quando lui ha aumentato il ritmo, sul finale, ho pensato che un secondo posto nella gara di esordio era un risultato da non sprecare. Ero stanco ed in più cominciava a mollare anche la gomma anteriore”.

Alle sue spalle altre quattro RC211V in configurazioni…varie. Quella di Hayden sul podio, e poi la moto Satellite di Elias, autore di una bellissima gara sempre all’inseguimento, e quella versione 2005 di Marco Melandri, che non ha convinto il ravennate.
“E’ andata peggio di quanto mi aspettassi. Ora sfrutteremo altri due giorni di prove per chiarirci le idee. Chiederò consigli ai giapponesi e poi, eventualmente, sceglierò anch’io di sviluppare la cinque cilindri 2006. Elias è andato forte ed ha dimostrato che c’è margine per migliorare”.
Per la Honda, comunque si rigiri la classifica, è stata comunque una gran giornata, visto che in sesta posizione ha chiuso Casey Stoner, anche lui all’esordio e per di più con una operazione recente ad una spalla.
E a proposito di spalle, dietro a quelle dell’australiano ha chiuso Nakano con la Kawasaki ma meglio, in rapporto, ha fatto Kenny Roberts junior con la debuttante KR-Honda, capace di arrivare davanti non solo alla Honda vera di Tamada (irriconoscibile, ormai), ma anche alla Suzuki di John Hopkins che cambia, cambia, ma passi avanti non ne fa mai. Di chi sarà la colpa?

Jorge Lorenzo, il marziano spagnolo

Jorge Lorenzo ha vinto il GP di Spagna, primo atto del mondiale 2006. Lorenzo, che nel secondo turno delle prove ufficiali aveva conquistato la pole position facendo segnare il suo miglior passaggio in 1’43”984, ha lottato nella prima fase della corsa con il suo compagno di squadra, Hector Barbera e con Alex De Angelis del Team Master Aspar.

“E’ stato bellissimo vincere e festeggiare con i tifosi spagnoli – ha detto Jorge Lorenzo - che sono i migliori del mondo. Sognavo di fare una gara così in solitaria come il mio idolo, Max Biaggi. All’inizio della gara ho faticato un po’ nel duello con Barbera, poi sono riuscito ad andare via. E’ stata una gara dura me splendida, sono riuscito a vincere la mia prima corsa in Spagna, non posso essere più contento.”

La lotta per la leadership è stata in discussione sino a metà gara, quando a giocarsi la vetta erano Lorenzo, Barberà e De Angelis. Quest’ultimo, si è dimostrato l’unico a poter seguire Jorge Lorenzo nella sua marcia verso la vittoria. Alex, che scattava dal quinto tempo, ha rivoluzionato l’assetto della sua moto, dopo aver incontrato alcune difficoltà di inserimento in curva. Le modifiche effettuate nella serata dalla squadra del pilota di San Marino, hanno dato i loro frutti nconsentendo ad Alex di conquistare il secondo posto.

“Abbiamo cambiato l’assetto della moto preticamente questa notte – ha detto Alex De Angelis – è stato un azzardo, poichè nel warm up è stato impossibile provare a fondo le modifiche fatte. Comunque è andata bene, i problemi che avevo all’anteriore sono spariti quasi del tutto. La gara è stata soddisfacente per me, sono felice del mio secondo posto. Inseguo sempre la mia prima vittoria, oggi avrei potuto anche insidiare Lorenzo, ma quando la mia moto iniziava ad avere meno benzina nel serbatoio, soffrivo il calo di peso nelle accelerazioni. Meglio 20 punti che aver rischiato di finire la gara con uno 0.”

Terzo, alle spalle dei due piloti Aprilia, si è classificato Andrea Dovizioso. Il pilota romagnolo e il suo compagno di squadra, sono stati i soli in grado di lottare con le Aprilia. Dovi, apparso in crisi nei test invernali è rinato in gara. Se Dovizioso e Takahashi sono lì davanti, Porto e Aoyama, con le altre due Honda hanno concluso a bocca asciutta. Una caduta per il giapponese e un ritiro per Porto.

Sotto la bandiera a scacchi, in quinta posizione dietro al giapponese Takahashi ha terminato Hector Barbera. Il compagno di squadra di Lorenzo, protagonista nelle fasi iniziali, ha visto man mano diminuire il suo ritmo di gara sino a lasciare la zona podio.

Rincresce per il ritiro di Antony West. Il pilota australiano del team Kiefer Racing, è stato autore di ottime qualifiche e partiva con il sesto tempo. In gara un calo meccanico lo ha costretto a riprendere la via dei box. Ha lasciato con anticipo la gara, invece, Jakub Smrz. Il pilota del team AB Cardion, che dispone come Locatelli e Guintoli di una RSW 250 LE (versione analoga alle moto ufficiali del 2005), è scivolato a sei giri dalla fine. Finisce in terra anche Alessio Palumbo. Il pilota siciliano al debutto in una gara della 250 mondiale, aveva centrato la qualificazione, ma in gara ha commesso un errore che lo ha privato della soddisfazione di passare sotto la sua prima bandiera a scacchi.

Aprilia (e Derbi) piglia tutto in 125.

Sette moto nei primi 10 posti della prima gara del 2006. Il podio della 125 parla Aprilia e Derbi con la vittoria di Alvaro Bautista (Master Aspar) nel Gp di Spagna, mentre Lukas Pesek (Derbi) e Mattia Pasini (Master Aspar Aprilia) hanno completato il podio.

I due piloti del Master Aspar hanno caratterizzato l’andamento della gara delle ottavo di litro. Dapprima Bautista, scattato bene al via, riusciva a prendere la testa della corsa che non ha più abbandonato sino alla bandiera a scacchi. Diversa la sorte del compagno di squadra italiano. Mattia non riusciva a partire bene ed era costretto a una furiosa rimonta. Il podio per lui è un ottimo inizio di campionato.

“Ho fatto una partenza a gambero. – ha detto Mattia Pasini - Invece di andare avanti mi sono trovato molto indietro. Ho dovuto spingere moltissimo per poter recuperare il terreno perduto e alla fine sono riuscito a salire sul podio. Il risultato di oggi è merito della squadra che mi ha messo in condizione di guidare al meglio.”

Fuori dal podio, ma comunque nei primi dieci hanno terminato Hector Faubel e Sergio Gadea. Questi due piloti, anche loro con i colori del team Master Aspar, hanno lottato all’inizio della competizione con i figgitivi, ma entrambi hanno sofferto da metà gara in poi, un calo dei pneumatici che li hanno costretti a limitare i danni. Sotto la bandiera a scacchi rispettivamente in sesta e settima posizione.

Protagonisti del terzo gruppo di inseguitori anche Joan Olive (SSM Racing) e Pablo Nieto (Multimedia Racing), quest’ultimo per buona parte della gara ha tentato l’inseguimento verso il gruppo dei fuggitivi. Dopo un serrato duello nelle fasi finali della corsa, Nieto doveva lasciare la sua posizione a Olive che andava a conquistare i suoi primi 7 punti della stagione.

Dietro di loro, Simone Corsi con la Gilera. Il pilota romano, al suo ritorno in gara in 125 dopo una stagione in 250, è abbastanza soddisfatto della sua gara.

“Devo riuscire a qualificarmi meglio – ha detto Corsi – in 125 partire il più avanti possibile è fondamentale, una volta perso il treno è difficile recuperare. Comunque è stata una bella gara, ho ripreso le misure con la moto e con le gare in questa categoria. Ora aspetto piste a me più favorevoli per fare un bel risultato.”

Tra le rivelazioni della prima gara vale la pena citare Federico Sandi. Il giovane pilota del team SSM Racing ha battagliato a lungo con Thomas Luthi, poi è andato a insidiare Lorenzo Zanetti (Skilled I.S.P.A.). Sandi, alla sua seconda stagione nella 125, ha conquistato, con il suo 14° posto i suoi primi due punti della carriera.

Ha lasciato in anticipo la corsa, uno dei piloti più forti sul tracciato andaluso di Jerez. Si tratta di Angel Rodriguez del 3C Racing, che è scivolato all’undicesimo giro.


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