domenica 24/7/2005
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1° V. Rossi
1° R. De Puniet
1° J. Simon
2° K. Roberts
2° A. West
2° M. Di Meglio
3° A. Barros
3° C.Stoner
3° F. Lai

Rossi…suona tutti

La pioggia non spaventa la MotoGP che dopo un piccolo ritardo in partenza per lo spegnimento della Kawasaki di Nakano, scatta con la pista bagnata.
Il più rapido è Gibernau, davanti a Barros, Melandri e Rossi, mentre Biaggi cade nel corso del primo passaggio ma rientra in corsa. In terra finisce subito anche Xaus e, al secondo giro, nel tornantino, mette il sedere in terra Hayden. In successione, poi, assaggiano l’asfalto Melandri e Bayliss, e quindi Gibernau. Nel frattempo in testa alla gara è schizzato Hopkins che tiene a bada Barros, Rossi, Roberts, Edwards e Tamada. Tutti guidano sul sapone e chi ci prova – è il caso di Biaggi che tenta un’impossibile rimonta – finisce nuovamente al tappeto, come conferma anche Hopkins che dopo un paio di numeri eccessivi si tuffa anche lui.
Dopo nove giri, così, la situazione è la seguente: Barros, Roberts, Rossi ed Edwards sono l’uno nella scia dell’altro, mentre Tamada è quarto, ma a 13 secondi. In questo momento sono dodici le moto in pista, ma solo perché Hopkins, dopo il tuffo, è rientrato ai box, ha rimesso a posto la sua Suzuki e si è rigettato in pista.
Tamada, però, resiste poco nella sua posizione: Checa e Capirossi, infatti, sfruttando l’aderenza delle Bridgestone sotto la pioggia lo superano, lasciandoselo nettamente alle spalle.
Non si può dire, comunque, che la corsa sia avvincente. A movimentarla ci pensa allora Rossi che a sette giri dalla fine rompe gli indugi e passa al comando. E’ la solita tattica: al giro successivo Vale ha un secondo ed otto di vantaggio girando in 1.46.122, i miglior passaggio della gara fino a quel momento. Record che dura poco, visto che alla tornata successiva il Fenomeno ferma il cronometro in 1.45.377.
E’ imbarazzante: in tre giri il pesarese rifila al brasiliano ed all’americano oltre sette secondi. La gara è finita con tre giri di anticipo. L’ultima scintilla la regala Roberts, che fa la gara della vita e chiude in seconda posizione, mentre Valentino taglia il traguardo…suonando il violino. Chissà cosa avrà voluto dire?

De Puniet doma l’incredibile West
Il primo a transitare sul traguardo, dopo il via della 250, è Aoyama, davanti a De Puniet, Dovizioso, Pedrosa, Porto, West e Stoner. E’ un avvio prudente, ma le condizioni della pista sono disastrose e l’aderenza, sotto la pioggia battente, è una illusione.
Il terreno ideale, questo, per Anthony West, già vincitore di un bagnatissimo GP d’Olanda che, alla guida della debuttante KTM, fa miracoli. Al quinto giro, infatti, l’australiano è già terzo, alle spalle di Aoyama e De Puniet e davanti a Stoner, De Angelis, Pedrosa e Dovizioso, autore di un dritto che gli fa perdere qualche posizione. Nel frattempo il “cavallino” De Angelis lascia dopo una scivolata al nono giro. Ben più drammatica, però, è la caduta del leader, Aoyama, che si deconcentra nei doppiaggi e va a finire in terra al dodicesimo passaggio, lasciando la testa della gara a West che nel frattempo ha superato nuovamente de Puniet.
Meglio di tutti e due, però, fa Stoner, che si inserisce fra i due litiganti e passa al comando con De Puniet e West in scia, mentre Pedrosa, staccato di dieci secondi, se la prende giustamente comoda davanti a Porto, Guintoli, Dovizioso e Corsi.
Le emozioni, comunque, ce le fanno provare Randy, Anthony e Casey, autori di numeri incredibili, come quello del francese, che perde il controllo della sua Aprilia, fa un dritto e ritorna in pista senza nemmeno alzare la testa dal cupolino.
A due giri dalla fine è Stoner ad esibirsi in un numero similare, perdendo il contatto da De Puniet e West che ne fanno di tutti i colori. L’australiano, a mezzo giro dalla fine…quasi scende dalla moto al volo. Solo allora tira, è il caso di dire, i remi in barca, lasciando la vittoria a De Puniet.
Quarto, a 47 secondi, Pedrosa, mentre Dovizioso si prende addirittura un minuto e 34 secondi finendo settimo alle spalle anche di Porto e Corsi.

Simon vince in due mosse

Con l’asfalto asciutto al via è Kallio a scattare al comando, seguito da Luthi, Talmacsi, Lai, e Pasini, mentre Simoncelli è ottavo. Complici le condizioni della pista – completamente asciutta in traiettoria, ma sporca ed umida fuori – si vede qualche numero fin dai primi passaggi, protagonista Pasini, capace anche di fare una curva sull’erba senza perdere il contatto con il gruppetto di testa.
Dopo sei giri, comunque, al comando c’è Luthi, seguito da Talmacsi, Kallio, Lai, Bautista, Di Meglio, Pasini, Lai e Simoncelli. Imprevista, ma prevedibile, inizia a cadere la pioggia ed a farne le spese è Simoncelli e, subito dopo, Bautista che era appena passato al comando. Sul volo dello spagnolo, al settimo giro, cala la bandiera rossa che interrompe la gara.
Il Gran Premio riprende, dopo l’interruzione, sulla distanza di appena 9 giri…domanda: poiché si sarebbe dovuto correre su 25 giri, che fine hanno fatto le tornate mancanti? Il dubbio che la corsa sia stata compressa per non causare ritardi alla MotoGP è lecito, ma cozza contro il regolamento che al punto 1.26.4 alle lettera C prevede che la lunghezza di una gara, dopo un arresto, sia ridotta a due terzi dell’orginale.
Parte il warm-up e, incredibilmente, c’è il primo colpo di scena con la scivolata di Mattia Pasini.
Al nuovo via passa per primo il traguardo Talmacsi, quindi seguono Lai, Luthi, Di Meglio, Simon e Batista, con Simoncelli nono. La pista, però, è veramente scivolosa e a farne le spese e proprio il leader provvisorio Talmacsi, mentre Luthi si esibisce in un numero da brivido sull’erba. I successivi ad assaggiare l’asfalto sono Bautista ed Espargarò.
A tre giri dalla fine, così, la situazione è la seguente: conduce Di Meglio, davanti a Simon, Lai, Simoncelli, Nieto, Luthi e Kallio. Le condizioni sono tali da non rischiare, ma Simon ci prova e, dopo aver superato Di Meglio taglia per primo il traguardo. Terzo è Lai, dopo un bel duello con Simoncelli.

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