domenica 22/8/2004
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1° classificato MotoGP
S. Gibernau
1° classificato 250
S. Porto
1° classificato 125
J. Lorenzo
2° V. Rossi
2° R. De Puniet
2° A. Dovizioso
3° M. Biaggi
3° D. Pedrosa
3° R. Locatelli


Gibernau respinge Rossi a Brno

Con l'asfalto asciutto, nella MotoGP, al pronti via Sete Gibernau ha azzeccato la partenza dalla pole scattando al comando davanti a Barros, Biaggi, partito benissimo dalla terza fila, Rossi, Edwards, Hayden, Capirossi, Checa e Bayliss.
Con lo spagnolo in testa, Biaggi ha superato subito Barros, imitato prontamente da Rossi. Per un po' Valentino è rimasto alle spalle di Max, quindi al sesto passaggio lo ha superato a sua volta gettandosi a caccia di Gibernau.
Il quartetto ha mantenuto queste posizioni per dodici giri, mentre al gruppetto si accodava Hayden, finché il brasiliano rimetteva le ruote davanti a Biaggi e poi, non contento, passava anche Rossi.
Intanto, alle loro spalle, inseguiva solitario Capirossi, quindi dietro di lui sfilavano Edwards, Tamada, Checa, Melandri e Roberts.
A meno sette giri dalla conclusione, la gara entrava nel vivo, ma perdeva Barros, che finiva in terra.
Il 16° giro, forse, era il più bello della sfida, con Rossi che metteva per la prima volta le ruote davanti a Gibernau, era risuperato, risuperava a sua volta. Un grande spettacolo, che però faceva rientrare Biaggi. A quattro giri dalla fine cadeva Hayden, ma a questo punto la corsa era conclusa. Con Gibernau saldamente al comando. Rossi mollava e così faceva Biaggi, mentre alle spalle dei tre Tamada beffava Capirossi. Checa chiudeva al quinto posto, davanti ad Edwards, Abe e Melandri.


Porto più forte della pioggia

Ci sono gare che danno una soddisfazione particolare, in caso di vittoria. Il GP di Brno della 250 è stata sicuramente una di queste per Sebastian Porto, che si è assicurato il successo dimostrando che due gocce d'acqua non sono sufficienti a creare una situazione di pericolo e molte delle "moderne" interruzioni con il braccio alzato, stile MotoGP, sono del tutto inutili.
Senza arrivare alle massime goliardiche, del tipo "se sei incerto, tieni aperto", l'argentino - forse senza preoccuparsi troppo dell'aspetto sportivo - ha tenuto la mano destra sul gas quando, davanti e intorno a lui, i compagni di lotta, De Angelis, Pedrosa e De Puniet, avrebbero preferito rientrare ai box.
Se la prima volta, quando è stato De Angelis a chiamare lo stop, il sorpasso è stato ininfluente, perché il gruppetto è rimasto compatto, nella seconda occasione, quando in testa c'era Pedrosa, il sorpasso è stato decisivo e doveva esser ben convinto lo spagnolo che non si poteva continuare, visto che a superarlo c'è riuscito anche De Puniet. Purtroppo al rush finale non ha preso parte De Angelis, vittima di una scivolata, probabilmente causata dall'asfalto umido.

Lorenzo doma Dovizioso e Locatelli

Sembrava che avesse fretta, Andrea Dovizioso, al via della 125. Alla partenza, infatti, il pilota della Honda si è subito involato, tanto che dopo quattro giri aveva già più di tre secondi di vantaggio da un gruppetto composto da Barbera, Jenkner, Pesek, Lorenzo, Nieto, Borsoi, Corsi, Giansanti e Simon.
Vero motore degli inseguitori, Barbera è riuscito ad acciuffare Dovizioso, ed a passarlo, nel corso dell'11° giro, quando è andato in testa, con Pablo Nieto e Jenkner in scia.
Il quartetto, però, non è riuscito a sua volta a proseguire nella fuga, così che a quattro giri dalla fine agganciati al gruppo c'erano anche Borsoi, Giansanti, Locatelli, protagonista di un inseguimento formidabile dalla 25esima posizione e Nieto.
Com'era prevedibile, a questo punto, il Gran Premio si decideva all'ultimo giro: Barbera prendeva una brutta sbandata, perdendo terreno, così si ritrovavano insieme Lorenzo, Dovizioso e Locatelli. Nemmeno una collisione con Dovizioso, a poche curve dalla fine, interrompevano l'azione del pilota della Derbi che tagliava il traguardo davanti ai due italiani.

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