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il fatto 20/04/2001 - primo giorno di prove
Capirossi e Melandri, contropiede in Sud Africa

Doveva essere una pista favorevole alla Yamaha, quella di Welkom, ma a giudicare dalle prime prove della 500 i valori in campo, rispetto all'anno passato, sono cambiati. A farcelo dire non è tanto il fatto che i primi due piloti della prima fila provvisoria sono Capirossi e Rossi, quanto che il terzo, McCoy, il vincitore dell'anno passato, considerato uno specialista di questo tracciato, nonostante l'impegno sia stato staccato di quasi un secondo. Una differenza enorme su un circuito non velocissimo che misura poco più di quattro chilometri. Per di più la prestazione dell'australiano è arrivata alla fine del turno, in un giro lanciato e con gomme tenere. Segno che, qui più che a Suzuka, la Honda è partita veramente con il piede giusto e probabilmente non ha mostrato ancora del tutto il suo potenziale.

A farcelo pensare è Loris Capirossi, autore della pole provvisoria e da sempre velocissimo sul giro che, parlando della sua prestazione ha confessato che, probabilmente, le Honda ufficiali e quella di Valentino Rossi in particolare, hanno ancora un ampio margine di miglioramento.
Margine che, risolti i problemi di gomme che lo hanno rallentato a Suzuka, pare avere anche la Suzuki, con Kenny Roberts buon quarto tempo nonostante, a sentir lui, non ci siano stati aggiornamenti sulla sua moto dal GP del Giappone a quello del Sud Africa.

Le Yamaha, invece, giunte qui come favorite sono apparse un po' in difficoltà. Se infatti il funambolico McCoy ha sopperito con la guida alla scarsa accelerazione della YZR (in una pista fatta tutta di accelerazione dalle marce basse), tutti gli altri sono racchiusi in appena mezzo secondo con Max Biaggi, 10° tempo, quasi fanalino di coda che non ha avuto remore ad ammettere di essere in grossa difficoltà sulla pista sulla quale ha vinto nel 1999.
Il problema di Max, ma anche quello degli altri piloti della Yamaha, è la scarsa velocità di percorrenza della curva, originato da un marcato saltellamento della moto di Iwata che sta costringendo ad un superlavoro i tecnici delle sospensioni.

Se è stata una sorpresa la prestazione della Honda in 500, figuriamoci quella dell'Aprilia in 250. Giunto qui per correre in difesa, infatti, Melandri nonostante i problemi alla spalla lussata è stato capace di cogliere la pole provvisoria. Un risultato che se da una parte premia la sua raggiunta maturità, dall'altra conferma che contrariamente a quanto era sembrato in Giappone, la quarto di litro italiana c'è. Alle spalle di Marco e davanti al favorito, Daijiro Katoh, si è piazzato infatti il suo connazionale, Harada. Una prestazione che conferma come l'ex campione del mondo tornato alla cilindrata che gli ha dato le migliori soddisfazioni stia ritrovando il piacere della guida. In crescita, a Welkom, su di una pista che non gli è gradita, è sembrato anche Locatelli, sesto tempo alle spalle anche di Nieto e Porto, così come il torinese Roberto Rolfo (alla guida peraltro di una Aprilia "Kit") per il quale ha avuto belle parole nientemeno che l'ingegner Jan Witteveen.

Com'era prevedibile in una pista molto guidata nella 125 è emersa la classe di Youichi Ui, che ha segnato il miglior tempo provvisorio davanti all'esperto Ueda ed al giovanissimo compagno di marca (anche se sul suo serbatoio c'è il marchio Gilera) Manuel Poggiali.
Un po' in difesa nella minima cilindrata è apparsa invece l'Aprilia il cui migliore dei piloti, Lucio Cecchinello, si è detto decisamente insoddisfatto del quinto tempo. Un giudizio meno negativo, al contrario, lo hanno dato sia Sabbatani che Borsoi, ma soprattutto Sanna, mentre Scalvini, ottavo tempo, conferma il buon livello raggiunto dalla quasi esordiente Italjet che il suo compagno Stefano Perugini, ancora convalescente per la frattura al tallone di Suzuka, non è riuscito invece a sfruttare

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