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Il punto di vista tecnico A differenza della recente tendenza a ridurre la velocità creando dei “punti di fermata”, le quattro chicane del Mugello si percorrono a velocità relativamente alte. Se da una parte c’è la necessità di avere sospensioni più rigide per affrontare le sezioni veloci, che mettono a dura prova le sospensioni, sia anteriori che posteriori, a causa delle forze centrifughe, dall’altra c’è la necessità di avere la flessibilità necessaria a garantire il grip anche in piega e l’aderenza nelle curve lente in contropendenza. La ricerca del miglior assetto per le sospensioni è resa ulteriormente difficile dal fatto che in una sezione della pista l’entrata in curva avviene in salita, mentre l’uscita è in discesa. Questo fa sì che i parametri di scelta per una regolazione ideale risultino alterati. Per la prima volta quest’anno la velocità massima sarà un fattore fondamentale, visto che il lungo rettilineo del Mugello è senza dubbio uno dei possibili punti per superare gli avversari. Velocità di punta sopra i 300km/h saranno la regola e ci si aspetta che persino la leggendaria barriera delle 200 miglia orarie venga ripetutamente superata. A parte una buona velocità massima, la maneggevolezza e l’equilibrio delle moto sono probabilmente l’elemento più importante per vincere al Mugello, considerata la quantità delle sue curve. Il Mugello è un test meraviglioso e difficilissimo per tutte le moto perché richiede la perfezione costante, giro dopo giro, e premia una guida precisa e aggressiva. Considerato che sia Rossi che Checa hanno già dimostrato in passato di sapersi adattare ottimamente a questo circuito, la ricerca del un buon assetto da gara dovrebbe risultare più veloce e semplice che sui circuiti precedenti.
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