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1°
M. Melandri |
1°
J. Lorenzo |
1°
A. Bautista |
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2°
C. Vermeulen |
2°
A.DeAngelis |
2°
M. Kallio |
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3°
V. Rossi
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3°
H. Aoyama
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3°
M. Pasini
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Melandri si rimette in
gioco. E Rossi fa il solito miracolo Le fosche previsioni di maltempo, temperature polari, se non addirittura la minaccia di neve (!) che avevano spinto più di qualcuno a ritardare fino all’ultimo istante il trasferimento dalla Malesia all’Australia, sono state completamente disattese durante il fine settimana di Phillip Island eccetto che per quindici, fondamentali, minuti di pioggia poco dopo la partenza della MotoGP. Pochi, ma più che sufficienti per mischiare le carte in tavola dopo che i primi sei giri di gara avevano già dato qualche responso importante per quanto riguarda i cinque candidati al titolo 2006. Valentino Rossi nel corso del sesto giro, quando è stata esposta la bandiera bianca che segnala la possibilità di cambiare moto, era infatti in terza posizione ed in grandissima crescita, già autore del giro più veloce fino a quel momento, mentre il capoclassifica iridato Nicky Hayden, partito in pole, arrancava in dodicesima dopo un primo giro disastroso. Marco Melandri, quinto, era tra i protagonisti ma già dietro a Rossi, come Pedrosa, sesto, e Capirossi, decimo. Davanti a tutti si era ritagliato un discreto vantaggio Shinya Nakano, seguito da Sete Gibernau, autore di un’ottima partenza dalla quarta fila. I primi a cambiare moto alla fine del sesto giro sono stati Ellison e Cardoso, al settimo giro Checa, e all’ottavo, dopo il volo e la rovinosa caduta di Colin Edwards, (che una volta tanto era partito bene e stava andando forte in sesta posizione), è stata la volta di tutto il resto del gruppo tranne il leader Nakano, che ha pensato di poter resistere con le gomme slick. Anche il giapponese della Kawasaki ha comunque dovuto arrendersi al nono giro perdendo però tutto il vantaggio che aveva guadagnato, scivolando in sesta posizione. Alla decima la confusione dei cambi aveva dunque graziato Nicky Hayden, che si è ritrovato nono ma incollato alle spalle della più grande minaccia alla sua leadership, Valentino Rossi, e comunque davanti a Loris Capirossi, undicesimo, e al compagno-avversario Dani Pedrosa tredicesimo. Gibernau è uscito per primo dai box e ha preso la testa della corsa ma Marco Melandri è stato veloce a capire che la sua squadra gli aveva messo tra le mani una moto molto competitiva sul bagnato e in sei tornate è passato dalla settima alla seconda posizione alle spalle dello spagnolo della Ducati. Al sedicesimo giro ha preso il comando per non lasciarlo più fino alla bandiera a scacchi che lo ha visto portare a tre le sue vittorie in questa stagione e passare al terzo posto in classifica iridata, 32 punti alle spalle del leader. Alle sue spalle si è piazzato il giovane rookie Chris Vermeulen, quest’anno più in ombra di quanto meriti a causa della scarsa competitività della sua Suzuki, ma bravissimo oggi a sfruttare le condizioni difficili per conquistare il suo primo podio in assoluto a un anno dal suo debutto nel motomondiale (GP d’Australia 2005) e a riportare i colori nazionali sul podio del GP d’Australia per la prima volta dopo la vittoria di Mick Doohan nel 1998. Valentino Rossi ha invece impiegato qualche giro di troppo a trovare la fiducia con le gomme da pioggia ma poi è stato protagonista di una rimonta delle sue, culminata con l’agguato finale a Sete Gibernau, dopo avergli recuperato qualcosa come sette secondi in nove giri, e un sorpasso che avrà risvegliato vecchi incubi nel pilota catalano che si è visto soffiare il primo podio in sella alla Rossa a pochi metri dal traguardo. Valentino è adesso secondo nel mondiale a 21 punti dal leader Nicky Hayden. L’americano, che ha diligentemente tallonato Rossi nella sua risalita nel gruppo, alla fine è rimasto bloccato dietro Gibernau ma ha comunque portato a casa un quinto posto che, considerando come si era messa la sua giornata, ha il sapore dolce di un regalo inaspettato. Meno fortunato è stato Loris Capirossi che, con la gomma posteriore a pezzi, ha potuto solo limitare i danni e chiudere settimo. Le cose per lui in obiettivo mondiale si fanno più complicate perché il suo distacco in classifica è salito a 45 punti con 75 ancora in palio, ma è anche vero che in una stagione così imprevedibile non c’è nulla di impossibile. Scendono anche le quotazioni di Dani Pedrosa che, notoriamente a disagio sul bagnato, oggi ha dovuto subire anche l’onta del doppiaggio da parte del compagno di marca che volava verso la vittoria. Un mesto quindicesimo posto ed un solo punticino iridato è tutto ciò che ha portato a casa il piccolo spagnolo alla fine della giornata. Lorenzo batte otto, Dovizioso fatica Lorenzo prendeva il comando a circa metà della gara, con De Angelis deciso ad inseguire la sua prima vittoria fino alla fine. Proprio questo duello ha fatto staccare dagli altri piloti i due alfieri Aprilia che si sono studiati fino all’ultima tornata. In quel momento Alex ha cercato di passare Lorenzo sperando nell’accelerazione della sua moto sul rettilineo del traguardo. Sotto la bandiera a scacchi, Lorenzo e De Angelis transitavano con un ritardo l’uno dall’altro di soli nove millesimi di secondo. Terzo, il giapponese Aoyama, mentre Dovizioso, diretto avversario di Lorenzo in classifica mondiale, è giunto quarto. Andrea sta soffrendo questa ultima parte della stagione e i risultati parlano chiaro. Nelle ultime tre gare Lorenzo non ha mai mancato il segno, mentre il pilota italiano sta facendo di tutto per non arenarsi. Ma c'è da dire che Dovizioso è da solo in mezzo a una nuvola di Aprilia, nessun compagno di marca sembra stare al passo suo e degli avversari. Ora Lorenzo, ha nei confronti del pilota italiano un vantaggio di 24 punti, rispettivamente 249 il pilota di Palma de Maiorca e 225 per Dovizioso. Aoyama, fa il suo dovere. Concreto e preciso, sembra uno svizzero e non un giapponese in sella ad una KTM sempre più competitiva, non bisogna nasconderlo. Convince sempre di più la moto austriaca e non deve stupire se nel paddock in molto ne abbiano chiesto la disponibilità per i privati, anche se la moto più ambita anche in questo settore è sempre una Aprilia. Sesto Hector Barbera anche lui con i colori Fortuna Aprilia, seguito da Roberto Locatelli del Team Toth, finalmente in grado di fare una buona gara dopo tutti i problemi di messa a punto incontrati nel week end di Phillip Island. Ancora Aprilia, con Jakub Smrz del Cardion AB che taglia il traguardo in ottava posizione seguito dal beniamino di casa, Antony West in sella ad una RSV kit del team Kiefer. Buona anche la gara di Dirk Heidolf. Il tedesco compagno di squadra di West ha terminato undicesimo, mentre ad un passo dalla zona punti è andato Andrea Ballerini, solo sedicesimo. Chiude in diciottesima posizione Alex Baldolini. Il pilota del Team Matteoni che aveva subito la frattura del polso destro nelle prove libere del GP della Repubblica Ceca, si è sottoposto ad una delicata operazione chirurgica in Malesia per tornare in sella proprio a Phillip Island. Nonostante una collisione in prova abbia messo a rischio la sua partecipazione alla gara, Baldolini ha affrontato il Gp riuscendo ad arrivare alla bandiera a scacchi. Grazie alla vittoria di Lorenzo, Aprilia allunga il suo vantaggio nella classifica costruttori della 250, rimanendo leader con 296 punti, 54 in più del suo diretto inseguitore la Honda. Bautista mondiale, Kallio ancora battuto Il GP d’Australia della classe 125 è stato caratterizzato da due partenze a causa di un incidente al primo giro che ha costretto la direzione gara a esporre bandiera rossa. Nella seconda partenza Kallio provava a prendere il largo, ma Alvaro Bautista riusciva ad andare al comando gestendo la gara e gli avversari senza possibilità di replica. Alle sue spalle lottavano Kallio e Pasini, che riusciva a prendere il via della gara nonostante la caduta iniziale. Bautista ha tagliato il traguardo con oltre quattro secondi di vantaggio su Kallio e Pasini che ha perso la piazza d’onore per un errore nel finale. Il pilota spagnolo grazie al gradino più alto del podio ha messo la sua firma in anticipo sull’albo d’oro conquistando matematicamente il titolo mondiale piloti con 280 punti, 79 in più rispetto al suo inseguitore, Mika Kallio che vede così sfumare per la seconda volta il titolo. Lo scorso anno ci aveva pensato il suo compagno di squadra di allora, Gabor Talmacsi, a fargli uno scherzo che a fine stagione gli sarebbe poi costato l'iride. Quest'anno Kallio è stato di nuovo un contendente vero, ma non concreto ed ora dovrà difendersi da Pasini del tutto intenzionato a soffiargli la seconda piazza. Nelle prossime tre gare si giocherà questo piccolo mundialito. “Sono Campione del Mondo – ha esclamato Bautista dopo la gara – è una sensazione fantastica! Devo godermi questo ottimo momento perché nello sport è difficile che le cose vadano sempre nel verso giusto. Per questo successo devo ringraziare la mia squadra che ha lavorato tantissimo con me sin dai test di questo inverno. Tutti si sono sempre impegnati al massimo per permettermi di fare una stagione praticamente perfetta. Voglio anche ringraziare Aprilia e i suoi tecnici che mi hanno sempre supportato”. Grazie alla perentoria vittoria di Alvaro Bautista l’ Aprilia ha rotto l’incantesimo di Phillip Island, dove una 125 di Noale non si era mai imposta. Non solo, Bautista è il primo campione spagnolo in sella ad una Aprilia ed è il pilota che porta il primo titolo mondiale da manager ad un altro grande del motociclismo, “Aspar” Martinez, titolare della scuderia Master Aspar. Ma la vittoria di oggi significa anche un nuovo alloro mondiale per Aprilia nella classifica costruttori. Con 303 punti, 97 di vantaggio rispetto a KTM, Aprilia conquista il suo sesto campionato del mondo costruttori, il 25° nel totale della storia della casa nelle corse. In dettaglio i titoli mondiali di Aprilia si possono riassumere in 6 allori costruttori e 7 piloti nella 125, mentre in 250 ha al suo attivo 5 centri costruttori e 7 piloti. |
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