Barros, settimo sigillo tre anni dopo
Al semaforo, sotto un cielo plumbeo, è Gibernau a sorprendere
la compagnia, ma la partenza più bella la fa Max Biaggi che scatta
benissimo dalla terza fila e si getta all'inseguimento dello spagnolo
seguito da Barros e Rossi. Al termine del primo giro, però, nello
staccatone in fondo al rettilineo il brasiliano lo ripassa, così
al passaggio successivo sfilano Gibernau, Barros, Biaggi, Rossi, Melandri,
Edwards, Hopkins, Checa ed Hayden. Sete tiene già un ritmo elevatissimo,
ma alle sue spalle non sono da meno, anzi Barros sembra in grado di guadagnare
qualcosa. Rossi, nel frattempo, ha superato Biaggi, mentre alle loro spalle
insegue Edwards davanti a Melandri, con Hopkins leggermente più
staccato alle prese con hayden. Quindi cercano di non perdere terreno
Checa, Bayliss, Nakano e Capirossi.
Dopo sette giri la situazione è praticamente immutata, con Sete
che insiste nella fuga con poco più di un secondo di vantaggio
su Barros, mentre Rossi e Biaggi pagano già un ritardo vicino ai
sei secondi.
E' in questo momento che, lungo il percorso, appare la bandiera bianca
che avverte i piloti della possibilità di rientrare ai box per
cambiare moto, anche se, apparentemente, non è iniziato a piovere.
Nessuno, comunque, accenna ad imboccare la pitlane, anzi Sete Gibernau
continua a picchiare duro, e porta il suo vantaggio sul brasiliano a poco
meno di due secondi. Invariata è anche la situazione alle sue spalle
con Rossi e Biaggi l'uno nella scia dell'altro. I due italiani, però,
nel frattempo hanno accumulato un distacco di dieci secondi e ne hanno
a loro volta quattro di vantaggio su Melandri, Edwards ed Hopkins.
Il colpo di scena avviene al 17° giro: Gibernau, mentre sul circuito
scende una pioggerellina finissima, perde il controllo della sua Honda
e finisce in terra. Tenta di ripartire, ma la sua moto è troppo
danneggiata. Nel frattempo cade anche Hopkins. Al 18° giro, così
al comando passa Barros, e la lotta per il terzo posto fra Vale e Max
si trasforma in un duello per la piazza d'onore.
La pista, però, è sempre più indisiosa: al 20°
giro vola fuori Bayliss, che era in ottava posizione alle spalle di Checa.
Subito dopo Edwards va fuori e rientra alle spalle del pilota della Ducati
ma è costretto a lasciare la quarta piazza a Melandri.
Intanto in testa alla gara il brasiliano controlla la situazione alle
sue spalle e, nell'ultimo giro, taglia il traguardo dopo una impennata
lunga un rettilineo davanti a Rossi e Biaggi. Melandri chiude al quarto
posto, davanti a Checa, Edwards, Hayden, Nakano e Capirossi.
Non vinceva, il brasiliano, dal GP di Valencia del 2002. Anche allora
a finire alle sue spalle furono Valentino e Biaggi.
Stoner davanti a Dovizioso
Con la pista umida, ma dichiarata asciutta, il più veloce a lasciare
la linea di partenza è Porto, seguito da De Puniet, Pedrosa, De
Angelis e Dovizioso. Porto allunga subito così Dovizioso già
sul traguardo si mette al suo inseguimento, mentre il campione del mondo
rimane in attesa in quinta posizione, davanti ad Aoyama, Takahashi e Stoner.
Il tentativo di fuga del rivale argentino non piace però a Pedrosa
che accorcia le distanze inserendosi al secondo posto. Intanto però
dopo appena tre giri il vantaggio di Porto è salito ad oltre quattro
secondi, costringendo gli inseguitori a forzare il ritmo per non favorire
la sua fuga.
A prendersi la responsabilità di dettare il ritmo è Randy
De Puniet, che passa in rapida successione De Angelis, Dovizioso e Pedrosa,
gettandosi all'inseguimento del compagno di marca.
Lo strappo ha effetto perché il gap da Porto diminuisce, mentre
il francese allunga tirandosi dietro Dani ed Andrea, mentre Alex perde
leggermente terreno.
Intanto Locatelli lascia la compagnia per una caduta. Si trovava nella
decima piazza. Nel frattempo, seguendo le migliori tradizioni delle gare
ciclistiche, il terzetto di inseguitori si scambia le posizioni e, con
Pedrosa all'attacco il vantaggio di Porto scema sino a che, all'11°
giro è quasi completamente annullato.
E' proprio nel corso di questa passaggio che lo spagnolo rompe gli indugi
e balza al comando. Dovizioso, però, non lo molla, mentre anche
De Puniet salta Porto, con Stoner in attesa. Il campione del mondo della
125, però, è in giornata e decide di fare di più,
passando per la prima volta in carriera al comando del plotoncino. E'
il 14° giro e davanti al traguardo Andrea transita in testa seguito
da Pedrosa e Stoner, che ha passato De Puniet che ora è in lotta
con De Angelis, mentre Porto mantiene ancora un discreto vantaggio su
Aoyama.
Sembra di assistere ad una gara della 125, corsa però con le 250.
Per questo, forse, ad otto giri dalla fine, Stoner rompe gli indugi e
balza al comando, con Dovi attaccato in scia e De Angelis subito dietro,
mentre De Puniet, Stoner e Pedrosa sembrano risparmiarsi in vista della
volate finale.
E', comunque, giunto il momento della rissa finale: De Puniet, Dovizioso
e Stoner, ormai, incrociano sempre più di frequente le traiettorie,
con De Angelis e Pedrosa che non li perdono mai di vista.
E' una lotta a coltello dall'esito incerto, anzi, incertissimo, dalla
quale emerge la cattiveria agonistica di Stoner che taglia per primo il
traguardo con Dovizioso che delizia I suoi estimatori con un duro sorpasso
su De Puniet. Fuori dal podio Pedrosa ha la meglio su De Angelis.
Kallio trenta anni dopo
Solo otto millesimi di secondo hanno separato all'arrivo il vincitore
del GP del Portogallo, Mika Kallio, da Hector Faubel. Il pilota della
KTM ha riportato così sul podio del mondiale la Finlandia 30 anni
dopo il successo di Penti Korhonen, che vinse la 350 con una Yamaha in
Jugoslavia nel 1975.
In terza posizione ha terminato lo svizzero Thomas Luthi, mentre in quarta
e quinta posizione hanno chiuso Fabrizio Lai e Manuel Poggiali.
Il vincitore del HP di Spagna, Marco Simoncelli ha finito invece la gara
solo in decima posizione, alle spalle anche di Mattia Pasini, ottavo.
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