Rossi, straordinario avvio
Manca ancora la conferma della gara, che è poi ciò
che conta veramente, ma dopo la pole di ieri bisogna accettare il fatto
che Valentino Rossi è, prima ancora che un eccellente pilota,
un uomo straordinario. Non è il giro veloce a dircelo - di pole
la Yamaha ne ha fatte anche con Biaggi - ma il modo in cui il pesarese
ha affrontato tutto il fine settimana. Sempre davanti, sempre in trincea,
quando
avrebbe potuto fare il compitino che la casa di Iwata, che continua
ad ostentare un basso profilo, ha detto di voler consegnare alla fine
del campionato 2003 e che non prevede il titolo iridato.
Non è un caso, però, che Rossi sia andato forte, anzi.
Il fatto è che Valentino non ha iniziato questo mondiale per
arrivare terzo, né secondo. Lui l'ha cominciato per vincerlo,
e solo comportandosi così può avere una (relativa) certezza
che la casa di Iwata non si accontenti e continui a premere sull'acceleratore
dell'innovazione. Già, perché, la M1 2004 non è
neppure lontana parente di quella dell'anno passato. Piuttosto è
cugina di quella che, alla fine del 2002, con l'arcirivale del folletto
di Tavullia, aveva vinto due gare mondiali crescendo in modo incredibile
nella seconda metà del campionato.
Comunque sia Rossi si merita un bel bravo!, per il coraggio, ma soprattutto
per l'ostinazione con la quale sta difendendo la sua scelta.
I tecnici, poi, ci diranno che il passo di gara è un'altra cosa,
ed è vero, ma assisteremo ad un Gran Premio fantastico, questo
è poco ma sicuro. Del resto Vale ha sì centrato la pole,
ma Gibernau e Biaggi sono subito lì, in prima fila, e dietro
alle loro spalle, in agguato, troviamo anche Hayden (ragazzi, che crescita!)
e Edwards, affiancati ad uno straordinario Nakano con la Kawasaki.
Una nota di merito...merita anche Marco Melandri, il cui settimo tempo
dimostra la crescita della M1, mentre Alex Barros, ottavo, è
decisamente al di sotto delle aspettative. Come Loris Capirossi, del
resto, che ha fatto comunque un miracolo centrando il nono posto sullo
schieramento visto che Bayliss - ahinoi - è addirittura penultimo,
ad oltre tre secondi. Ducati, che succede? ormai anche la Suzuki gli
ha messo il sale sulla coda (10° tempo Roberts). Urge una reazione.
Immediata. Anzi, un po' più rapida di immediata. Si può?
E' sfida Aprilia-Honda
Nella 250, al contrario della MotoGP, non c'è stata alcuna sorpresa.
De Puniet, che è andato forte tutto l'inverno, ha centrato anche
la prima pole della stagione davanti ai suoi due più probabili
rivali, quest'anno, Porto e Poggiali. Che la Honda, però, sia
lì, dietro l'angolo, l'ha dimostrato Dani Pedrosa. Quando un
debuttante riesce a partire in prima fila, nella prima gara della stagione,
significa che quella che guida è una buona moto. Basta guardarla,
del resto, la nuova Honda, per capire che è fatta su misura per
il minuto iridato della 125. Un problema, questo, per il ben più
robusto Rolfo che, in seconda fila, è stato preceduto da Fonsi
Nieto e De Angelis. E' la sfida Aprilia-Honda che già si presenta.
Intanto, sul fronte dei privati, è un piacere rivedere Franco
Battaini subito lì, a ridosso dei migliori, 10° alle spalle
di Aoyama e Bataille. Dopo essersi migliorato in maratona, scendendo
a 2h47 e spiccioli, IronFrank non finisce di stupire.
Dovizioso, prima pole
Tutti dicono che sarà il fenomeno del futuro, Andrea Dovizioso.
E lo pensa anche la Honda che gli ha affidato la 125 iridata di Dani
Pedrosa. Un dono che il giovanissimo pilota ha sfruttato nel migliore
dei modi, portandolo in pole position. Una pole, peraltro, strappata
ad un pilota esperto come Roberto Locatelli, già campione del
mondo della categoria.
Una Honda ed una Aprilia davanti a tutti potrebbero far pensare ad uno
sfida equilibrata. Non è così, in effetti, perché
la casa italiana, poi, ha messo in fila l'esperto Giansanti e la sorpresa
Di Meglio, seguiti dalla KTM di Casey "rolling" Stoner. Ad
una casa italiana sempre sugli scudi della minima cilindrata, fa da
contraltare un'altra che continua ad avere problemi. La Gilera, infatti,
si è presentata a Welkom impreparata (così come la Derbi,
ovviamente), tanto che il migliore dei suoi è stato Lai, 17°
alle spalle di Lorenzo (13°). Perugini, partito con ambizioni mondiali,
si è addirittura dovuto contentare del 19° tempo. L'imperativo
è svegliarsi.