GP d'Italia
venerdì 6 giugno
FP1
QP1
TS
sabato 7 giugno
FP2
QP2
TS
domenica 8 giugno
Le wilcard del Mugello
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GRID
GARA
TS
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1° classificato MotoGP
V. Rossi
1° classificato 250
M. Poggiali
1° classificato 125
L. Cecchinello
2° L. Capirossi
2° F. Nieto
2° D. Pedrosa
3° M. Biaggi
3° F. Battaini
3° P. Nieto

il fatto 8/6/2003 - giorno di gare
Rossi vince, Capirossi trionfa
Era il favorito ed ha vinto, Valentino Rossi, ma non ha dominato. Sulla sua strada, infatti, ha trovato per la prima parte della gara Max Biaggi e poi, quando questi è leggermente calato, un irriducibile Loris Capirossi che, dopo il solito, eccezionale, avvio, ha corso senza complessi portando la sua Ducati Desmosedici ad una meritatissima seconda posizione.
Ha rischiato molto, Loris, ma se l'è potuto permettere. Quello che infatti perdeva in certi punti del tracciato lo riguadagnava sul rettilineo, che la Ducati ha divorato, al suo meglio, a 332.4 Kmh. Una velocità pazzesca.
La parte più bella della gara, la più emozionante, non è stata la prima, il duello Biaggi-Rossi, bensì la seconda, lo scontro Max-Loris. Più di una volta, infatti, i due italiani si sono toccati, facendo risuonare le carenature delle loro moto come scudi. Alla fine la meglio l'ha avuta Capirossi, che ha costretto il romano alla resa.
E' la terza volta che i nostri tre Azzurri si sfidano a questo livello: accadde due volte nel 2000. Al Mugello vinse Capirossi, a Phillip island Biaggi, il terzo incontro, a due anni di distanza, è andato a Rossi. Con tre fuoriclasse come i nostri così in forma, il pubblico, 80.000 persone, ha assistito di fatto a due gare. Della seconda il protagonista è stato Makoto Tamada che con la Pramac-Honda gommata Bridgestone ha vinto la volata contro Nakano, Ukawa e Gibernau. Il quartetto ha finito a 13 secondi da Rossi, mentre Checa, ottavo, ne ha presi 22 e l'Aprilia di Edwards, alle sue spalle, 33. Un po' opaca la gara di Melandri, che ha finito 11° a quasi 39 secondi, superato anche da Jacque. In terra, invece, sono finiti Roberts ed Hopkins, cadendo simultaneamente, quindi ad assaggiare l'asfalto è toccato a Barros, Haga e Bayliss. Non hanno finito la gara, invece, entrambe le Proton KR.

Poggiali in solitudine
Ha dovuto lottare per tredici giri, Manuel Poggiali, per aggiudicarsi il Gran Premio d'Italia. Il suo avversario è stato Randy De Puniet, che l'ha seguito come un'ombra per due terzi della gara, prima di incappare in una scivolata che ha spazzato via ogni sua velleità di vittoria. Anche in terra, però, il francese non si è dato per vinto e, recuperata la moto, niente affatto danneggiata, grazie al consistente vantaggio - 10 secondi - che assieme a Manuel aveva accumulato sulla concorrenza ha ripreso la competizione in quinta posizione, assieme a Fonsi Nieto e Battaini e davanti a Rolfo, in difficoltà per una precedente sbandata. Purtroppo la voglia di strafare l'ha tradito e quando mancavano tre giri alla fine Randy, che aveva recuperato sino alla terza posizione, è caduto nuovamente. Questa volta distruggendo la sua Aprilia. Con Poggiali in testa con venti secondi di vantaggio la gara a questo punto non ha avuto storia e non è restato altro che seguire la volata per il terzo posto alle spalle di Nieto, vinta da Battaini davanti a Rolfo.

Cecchinello, mai dire mai
L'Aprilia, quest'anno, ha puntato su Lucio Cecchinello, per contenere l'arrembante Daniel Pedrosa e probabilmente non ha sbagliato. Se, infatti, lo spagnolo è il miglior pilota della Honda, l'italiano, oggi, è quello che ha le migliori possibilità di contenere la sua fuga ed anche di arrestarla, come ha fatto al Mugello vincendo grazie ad un mezzo perfetto e nettamente superiore a quello della concorrenza, ma anche, forse, semplicemente più a punto. Se, infatti, la gara si è svolta con il classico serpentone composto da Cecchinello, Pedrosa, Jenkner, Dovizioso, Stoner, Nieto, De Angelis, Ui, Perugini, è stato Lucio a controllare le operazioni. Quasi sempre in testa l'ex cascatore del motomondiale non ha mai rischiato più del dovuto, lasciando che a farlo fossero gli altri, come Stoner, che in una caduta ha coinvolto Jenkner. Non aveva mai vinto, Cecchinello, al Mugello, e nemmeno era mai salito sul podio, in questa occasione, invece, non ha dovuto nemmeno tirare la volata. Ha vinto, come si dice, a mani basse davanti a Pedrosa e Pablo Nieto. Un risultato grazie al quale, ora, si ritrova a pari merito con lo spagnolo in testa al mondiale con 91 punti, davanti a Dovizioso (67), Jenkner (60) e Perugini (54).

 

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