GP di Spagna
venerdì 3 maggio
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QP1
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sabato 4 maggio
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domenica 5 maggio
Le wilcard di Jerez
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1° classificato MotoGP
V. Rossi
1° classificato 250
F.Nieto
1° classificato 125
L.Cecchinello
2° D.Katoh
2° R.Rolfo
2° A.Vincent
3° T.Ukawa
3° E.Alzamora
3° S.Jenkner

il fatto 5/5/2002 - giorno di gare
Rossi presenta il full della Honda
Un contatto fra Rossi e Roberts ha movimentato la gara della 500. Costretto ad allargare per non finire fuori pista Valentino si è ritrovato settimo al via alle spalle di Ukawa, Barros, Kenny junior, Capirossi, Biaggi e Katoh. Purtroppo però l'ottima partenza di Max, secondo il direttore di gara, era stata frutta di una partenza anticipata ma, penalizzato di uno stop and go, il Corsaro non vedeva la lavagna e non si fermava e, come nel '98, subiva l'esposizione della bandiera nera.
Mentre ciò avveniva Rossi aveva risalito la corrente come un salmone, installandosi alle spalle di Ukawa e davanti a Barros, Capirossi e Kato. Fedele alla sua tattica, a questo punto, Valentino rimaneva dietro ad Ukawa e ciò consentiva a Kato di prenderne la scia. Con cinque Honda ai primi cinque posti "the best of the rest" era Carlos Checa, sesto, mentre era costretto a rientrare ai box anche Jacque, penalizzato anche lui per un jump start.
Situazione decisamente calda, per cui, quando mancavano dieci giri alla fine, Rossi rompeva gli indugi e superava Ukawa in staccata. Tohru, comunque, come già in Sud Africa, provava a tenere il ritmo, ma non ci riusciva e doveva rassegnarsi a vedere il pesarese allungare davanti a lui.
Con Rossi solo al comando l'interesse si spostava sul duello fra i due giapponesi. Un confronto fra quattro e due tempi, mentre Capirossi inseguiva in quarta posizione davanti a Barros, con Checa sesto, ma già staccato di ben 17" ed insidiato anche dalla Yamaha due tempi di Abe.
A questo punto le posizioni di gara sembravano decise. Sembravano perché Capirossi, tutt'altro che disposto a lasciarsi sfuggire il podio, ingaggiava un bel duello a colpi di staccate con Ukawa. Purtroppo però nulla poteva nei confronti di una moto di cilindrata doppia e si doveva rassegnare, mentre Rossi tagliava il traguardo tranquillamente in piedi. L'ultima sorpresa la regalava nell'ultimo giro Checa, costretto al ritiro sul finale da un problema di motore.


Vince Nieto: è in testa al mondiale
Lo aveva detto, Marco Melandri, che sarebbe stata una gara di gruppo. Una previsione centrata visto che il pilota ufficiale dell'Aprilia, dopo una sfuriata iniziale di Locatelli e Battaini, si è trovato ad inseguire Rolfo, finalmente a suo agio sulla Honda NSR ufficiale. Con il pilota torinese in testa, comunque, il gruppo non si è sgranato ed alle spalle dei due piloti ufficiali l'ex iridato della 125 non ha perso il contatto, tirandosi dietro anche l'aggressivo Fonsi Nieto, mentre De Puniet, Alzamora e Battaini perdevano un po' il contatto. Nel tentativo di riguadagnare posizioni De Puniet assaggiava l'asfalto, un errore che non commetteva Nieto, in grado di superare Melandri per poi tentare l'attacco a Rolfo. Nel frattempo dalle immediate retrovie rinveniva Alzamora, che in un paio di tornate si metteva alle spalle di Locatelli, superato poi anche da Battaini che, sullo slancio, raggiungeva a e superava anche Melandri. Forse sentendo che la gara entrava nel suo momento caldo Nieto decideva di attaccare ed a cinque minuti dalla fine scavalcava Rolfo e per mettere le cose in chiaro allungava decisamente il passo.
A questo punto davanti ai box transitavano, nell'ordine, Fonsi Nieto inseguito da Rolfo, quindi Battaini in lotta con Melandri. Un colpo per il morale di Macio, che tentava il tutto per tutto in staccata, si toccava con Franco e perdeva il controllo della sua Aprilia, finendo in terra e costringendo al dritto l'incolpevole Battaini e servendo su un piatto d'argento la terza piazza al mastino Alzamora.

A Cecchinello il dolce, a Poggiali solo l'amaro
Da qualche parte, lì in alto, non è piaciuta la manovra di Manuel Poggiali, che a due giri dalla fine ha brutalmente sportellato Alex De Angelis, che proteggeva le spalle del caposquadra Lucio Cecchinello. Una toccata costata una brutta caduta al connazionale sanmarinese. Così, prima che arrivasse la punizione della Giuria, è intervenuto direttamente l'Altissimo, che ha fermato il pilota della Gilera nell'ultima curva dell'ultimo giro, facendogli commettere un errore costato anche a lui la caduta. Un peccato, dettato da un eccesso di grinta, perché Manuel Poggiali, velocissimo nel warm-up, era scattato bene anche al via, ed aveva preso subito il comando di un gruppetto composto da Jenkner, Vincent, De Angelis e Pedrosa, ai quali si era poi aggiunto anche Cecchinello. Fuori dai giochi dopo appena otto giri Pablo Nieto, caduto per un errore in staccata, la sorpresa era proprio Lucio, che spingendo al massimo la sua Aprilia si era portato alle spalle di Poggiali per poi superarlo nel corso del decimo passaggio.
Non pago del risultato della rincorsa Cecchinello balzava al comando, seguito dal compagno di squadra De Angelis. Era a questo punto che, con la coppia dell'Aprilia in testa ad otto giri dalla fine della gara, Manuel sembrava in posizione di attesa, alle loro spalle, pronto a giocarsi la gara in volata. Sembrava, ma evidentemente questa volta il pilota della Gilera era troppo nervoso ed in uno dei passa-ripassa tagliava la strada a De Angelis, toccandolo sulla leva del freno. Una manovra che, in un certo senso, decideva comunque la gara, visto che ormai innervosito Poggiali sbagliava nettamente l'ultima curva, lasciando a Cecchinello la vittoria, la terza in carriera. Manuel risaltava poi in sella, chiudendo in decima posizione. Una magra consolazione per lui che nella scivolata finale rimediava anche la lussazione di una clavicola

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