Sachsenring
venerdì 20 luglio
FP1
QP1
TS
sabato 21 luglio
FP2
QP2
TS
domenica 22 luglio
GRID
WP
TS
GARA
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winner 500
1° M. Biaggi
winner 250
1° M. Melandri
winner 125
1° S. Sanna
2° C. Checa
2° D. Katoh
2° T. Elias
3° S. Nakano
3° T. Harada
3° M. Poggiali

il fatto 22/07/2001 - giorno di gare
Biaggi accorcia le distanze
Ha vinto come vinceva ai vecchi tempi: dominando. In testa dal primo all’ultimo giro, con gli avversari alle sue spalle mai in grado di avvicinarlo, figuriamoci di insidiarlo. Non è stata, comunque, una passeggiata il Gran Premio di Germania, per Max Biaggi. Il Corsaro, infatti, ha girato su tempi record per l’intero arco della gara e se non ha portato a casa l’"hat-trick" - pole, vittoria e giro veloce - è stato solo perché un entusiasmante Nakano gli ha strappato l’anello d’oro del più veloce in pista con un ultimo giro assassino, mentre tentava di strappare la seconda posizione a Carlos Checa.
E’ stato un giorno trionfale, per la Yamaha, perché alle spalle di Max, Carlos e Shinja, un tris d’assi, ha fatto poker Norick Abe, che solo al penultimo giro ha dovuto dire addio al podio. Non vedevamo dal 1990 - eravamo in Belgio, a Spa - una classifica di questo tipo ed allora a scriverla furono Rainey, Ruggia, Lawson e Sarron.
Al momento di gloria della casa di Iwata ha fatto da contraltare il giorno nero della Honda. Il leader del mondiale, infatti, dopo esser partito in 11esima posizione non è riuscito a ripetere l’impresa di Donington, arrancando nelle retrovie con i compagni di marca. Nonostante una bella rimonta iniziale ha chiuso solo all’ottavo posto, superato da Barros e Jacque, ma davanti a Capirossi, con cui ha duellato a lungo.
Così dopo nove gare il mondiale è decisamente aperto: con la terza vittoria stagionale, infatti, Biaggi ha ridotto le distanze ad appena dieci punti. Chiunque lo vincerà, il titolo, dovrà sudarselo.
Il trionfo di Biaggi, come leggerete in seguito, ha suggellato una giornata di gloria per i nostri colori: tre italiani sul gradino più alto del podio nelle tre cilindrata: non accadeva dal 1999, in Sud Africa, allorché a vincere furono Scalvini, Rossi e, appunto, Biaggi.

Melandri, il piacere della prima volta
Con tanti, troppi punti di svantaggio da recuperare il GP di Germania, era una doppia sfida sia per Harada che per Melandri. Per questo motivo la prima guida giapponese della casa italiana, dopo un ottimo avvio di Katoh, prendeva subito l’iniziativa e cercava la fuga. Il pilota della Honda, però, non accettava una sfida così prematura e si limitava a seguire il connazionale, mentre fra i due si inseriva Melandri.
Dopo un primo cambio di posizioni, con Tetsuya in testa la gara si addormentava così prima ci pensava Melandri a ravvivare il ritmo, passando il compagno di squadra, quindi toccava a Katoh riprendere l’iniziativa.
Con il martello della Honda al comando la corsa, finalmente, prendeva la sua fisionomia. Il primo a finire in terra era McWilliams, mentre cercava di recuperare. Daijiro, nel frattempo, continuava a sondare gli avversari al suono di giri veloci finché Marco, colto di sorpresa da una violenta perdita di aderenza dell’avantreno, perdeva il contatto. Incredibilmente però dalla paura Melandri attingeva la sua forza. In un giro ricuciva lo strappo e, sempre con Harada incollato sulla ruota, si gettava su Katoh, sorprendendolo all’ultimo giro e battendolo in volata.
Dalla sconfitta, comunque, il pilota della Honda vedeva rafforzata la sua posizione in testa al mondiale, grazie ad un distacco da Tetsuya cresciuto a 44 lunghezze, mentre Melandri rinforzava la sua terza piazza assoluta riprendendo un netto vantaggio sul pur bravo Rolfo che chiudeva la corsa in quarta posizione. Sfortunato Locatelli, incolpevolmente coinvolto in una caduta con Boscoscuro.

Sanna rompe l’incantesimo
Nella 125 il più veloce a scattare è stato Toni Elias, che si è tirato dietro Sanna, Sabbatani, Poggiali, Cecchinello ed Azuma, mentre Scalvini e Borsoi sono stati penalizzati per aver saltato la partenza. Peggio è andata, comunque, a Ui, caduto dopo un dritto e rientrato poi ultimissimo.
Quando la polvere dei primi infuocati giri si è posata è stato però Cecchinello, con la velocissima Aprilia, a prendere l’iniziativa, mettendosi in testa al gruppo. Al nono giro il vantaggio di Lucio sugli avversari era irrisorio, nell’ordine di decimi perché Sanna, Elias, Azuma e Sabbatani non mollavano la presa.
La svolta della gara avveniva quando mancavano tre giri alla fine: con un guizzo Sanna metteva le ruote avanti a Cecchinello che, nei guai con le gomme, progressivamente perdeva la presa. Era a questo punto che anche Elias, Azuma e Poggiali fiutavano la preda attaccando e superando Lucio ormai i debito di ossigeno. Con Sanna tranquillo della vittoria ed Elias secondo Poggiali ce la metteva tutta, riuscendo in volata a bruciare Azuma e salvando parzialmente la classifica del mondiale che lo vede ancora in testa, ma con un margine su Elias ridotto ad appena tre punti. Se la Gilera vorrà vincere questo mondiale contro la Honda, l’impressione avuta al Sachsenring è che dovrà sudarselo.