il fatto 22/07/2001
- giorno di gare
Biaggi accorcia le distanze
Ha vinto come vinceva ai vecchi tempi: dominando. In testa dal primo allultimo
giro, con gli avversari alle sue spalle mai in grado di avvicinarlo, figuriamoci
di insidiarlo. Non è stata, comunque, una passeggiata il Gran Premio
di Germania, per Max Biaggi. Il
Corsaro, infatti, ha girato su tempi record per lintero arco della
gara e se non ha portato a casa l"hat-trick" - pole, vittoria
e giro veloce - è stato solo perché un entusiasmante Nakano
gli ha strappato lanello doro del più veloce in pista
con un ultimo giro assassino, mentre tentava di strappare la seconda posizione
a Carlos Checa.
E stato un giorno trionfale, per la Yamaha, perché alle spalle
di Max, Carlos e Shinja, un tris dassi, ha fatto poker Norick Abe,
che solo al penultimo giro ha dovuto dire addio al podio. Non vedevamo
dal 1990 - eravamo in Belgio, a Spa - una classifica di questo tipo ed
allora a scriverla furono Rainey, Ruggia, Lawson e Sarron.
Al momento di gloria della casa di Iwata ha fatto da contraltare il giorno
nero della Honda. Il leader del mondiale, infatti, dopo esser partito
in 11esima posizione non è riuscito a ripetere limpresa di
Donington, arrancando nelle retrovie con i compagni di marca. Nonostante
una bella rimonta iniziale ha chiuso solo allottavo posto, superato
da Barros e Jacque, ma davanti a Capirossi, con cui ha duellato a lungo.
Così dopo nove gare il mondiale è decisamente aperto: con
la terza vittoria stagionale, infatti, Biaggi ha ridotto le distanze ad
appena dieci punti. Chiunque lo vincerà, il titolo, dovrà
sudarselo.
Il trionfo di Biaggi, come leggerete in seguito, ha suggellato una giornata
di gloria per i nostri colori: tre italiani sul gradino più alto
del podio nelle tre cilindrata: non accadeva dal 1999, in Sud Africa,
allorché a vincere furono Scalvini, Rossi e, appunto, Biaggi.
Melandri, il piacere della prima volta
Con tanti, troppi punti di svantaggio da recuperare il GP di Germania,
era una doppia sfida sia per Harada che per Melandri. Per questo motivo
la prima guida giapponese della casa italiana, dopo un ottimo avvio di
Katoh, prendeva subito liniziativa e cercava la fuga. Il pilota
della Honda, però, non accettava una sfida così prematura
e si limitava a seguire il connazionale, mentre fra i due si inseriva
Melandri.
Dopo un primo cambio di posizioni, con Tetsuya in testa la gara si addormentava
così prima ci pensava Melandri a ravvivare il ritmo, passando il
compagno di squadra, quindi toccava a Katoh riprendere liniziativa.
Con il martello della Honda al comando la corsa, finalmente, prendeva
la sua fisionomia. Il primo a finire in terra era McWilliams, mentre cercava
di recuperare. Daijiro, nel frattempo, continuava a sondare gli avversari
al suono di giri veloci finché Marco, colto di sorpresa da una
violenta perdita di aderenza dellavantreno, perdeva il contatto.
Incredibilmente però dalla paura Melandri attingeva la sua forza.
In un giro ricuciva lo strappo e, sempre con Harada incollato sulla ruota,
si gettava su Katoh, sorprendendolo allultimo giro e battendolo
in volata.
Dalla sconfitta, comunque, il pilota della Honda vedeva rafforzata la
sua posizione in testa al mondiale, grazie ad un distacco da Tetsuya cresciuto
a 44 lunghezze, mentre Melandri rinforzava la sua terza piazza assoluta
riprendendo un netto vantaggio sul pur bravo Rolfo che chiudeva la corsa
in quarta posizione. Sfortunato Locatelli, incolpevolmente coinvolto in
una caduta con Boscoscuro.
Sanna rompe lincantesimo
Nella 125 il più veloce a scattare è stato Toni Elias, che
si è tirato dietro Sanna, Sabbatani, Poggiali, Cecchinello ed Azuma,
mentre Scalvini e Borsoi sono stati penalizzati per aver saltato la partenza.
Peggio è andata, comunque, a Ui, caduto dopo un dritto e rientrato
poi ultimissimo.
Quando la polvere dei primi infuocati giri si è posata è
stato però Cecchinello, con la velocissima Aprilia, a prendere
liniziativa, mettendosi in testa al gruppo. Al nono giro il vantaggio
di Lucio sugli avversari era irrisorio, nellordine di decimi perché
Sanna, Elias, Azuma e Sabbatani non mollavano la presa.
La svolta della gara avveniva quando mancavano tre giri alla fine: con
un guizzo Sanna metteva le ruote avanti a Cecchinello che, nei guai con
le gomme, progressivamente perdeva la presa. Era a questo punto che anche
Elias, Azuma e Poggiali fiutavano la preda attaccando e superando Lucio
ormai i debito di ossigeno. Con Sanna tranquillo della vittoria ed Elias
secondo Poggiali ce la metteva tutta, riuscendo in volata a bruciare Azuma
e salvando parzialmente la classifica del mondiale che lo vede ancora
in testa, ma con un margine su Elias ridotto ad appena tre punti. Se la
Gilera vorrà vincere questo mondiale contro la Honda, limpressione
avuta al Sachsenring è che dovrà sudarselo. |