test IRTA a Phillip Island
18/2/2004
La Ducati esalta Capirossi
Non se l'aspettava nemmeno lui, di andare così forte.
Dopo una prima giornata di prove all'insegna della frustrazione, infatti,
la Ducati ha dato via libera a Loris Capirossi che non ha tradito, centrando
il giro più veloce della giornata nientemeno che davanti a sua
maestà Valentino Rossi che, determinatissimo come sempre,
si è preso per la prima volta il lusso rimanere davanti alle
Honda di Gibernau, Edwards, Biaggi e Hayden.
I tempi, pur rivelando una realtà in continua evoluzione, com'è
giusto che sia in questo periodo dell'anno, non dicono però tutta
la verità, perché ancora una volta a dominare in pista
è stata la Honda, con Edwards, esibitosi in una velocissima simulazione
di gara con un passo attorno all'1.31.4 ,che lo avrebbe portato a vincere
il Gran Premio in carrozza.
Ciononostante bisogna ammettere che il selettivo circuito di Phillip
Island ha rimescolato le carte. Se, infatti, a Sepang nessuno era in
grado di tenere la scia delle Honda, in Australia sia la Ducati che
la Yamaha hanno mostrato di essere già in crescita.
La Casa di Borgo Panigale, soprattutto, ha mostrato una reattività
incredibile intervenendo profondamente sul prototipo D16GP4, stravolgendone
l'assetto e consentendo a Capirossi, felice di avere fra le mani una
moto più maneggevole rispetto a quella dell'anno passato, di
recuperare un po' di fiducia sulla solidità dell'avantreno.
Estremamente positiva, comunque, è stata anche la giornata di
Valentino che, tornato in possesso del motore a 4 valvole, arrivato
in mattinata dal Giappone, si è subito espresso ai suoi livelli,
portando la M1 su tempi mai visti primi a Phillip Island. L'1.30.75
- 4 centesimi peggio della Ducati di Capirex - è finora, infatti,
la migliore prestazione della quattro cilindri in linea sull'isola.
Melandri, in qualifica, aveva infatti realizzato solo un 1.31.277.
Quel che è incredibile, comunque, al di là del fatto che
nessuno si è ancora avvicinato alla pole di Rossi - 1.30.068
- è la facilità con la quale tutti i migliori vanno, di
passo, sotto il record della pista - 1.31.421 - fatto registrare da
Rossi nel 2003 nel corso di una gara tiratissima.
Difficilmente, invece, si può andare all'assalto della pole,
visto che la Michelin in Australia non ha portato gomme da tempo. Anzi,
l'impressione, avuta peraltro da più di un pilota, è che
la Casa di Clermont Ferrand si stia divertendo essa stessa a rimescolare
le carte - seppure non intenzionalmente - affidando ora all'uno ora
all'altro, gomme più veloci da provare.
Del resto, visto l'impegno che sta profondendo la Bridgestone con Tamada,
c'è un primato da mantenere, ed anche segreti da tenere custoditi
gelosamente.
Da segnalare, oltre alla fine delle prove di Tamada, anche il termine
di quelle di McWilliams che, dopo la caduta di Sepang, ha resistito
eroicamente al dolore provocatogli da una frattura ad una costola dorsale.
Dolore divenuto insostenibile a Phillip Island, tanto da consigliargli
lo stop.
Senza conseguenze, infine, nonostante per precauzione sia stato trasportato
in elicottero a Melbourne per una TAC, la caduta di Rubens Xaus. In
serata è potuto tornare in pista, dove sarà regolarmente
per l'ultima giornata di prove.
1. Capirossi (Ducati) 1.30.071;
2. Rossi (Yamaha) 1.30.76;
3. Gibernau (Honda) 1.30.81;
4. Edwards (id.) 1.30.97;
5. Biaggi (id.) 1.31.07;
6. Hayden (id.) 1.31.12;
7. Tamada (id.) 1.31.25;
8. Bayliss (Ducati) 1.31.56;
9. Barros (Honda) 1.31.59):
10. Xaus (Ducati) 1.31.60;
11. Melandri (Yamaha) 1.31.74;
12. Checa (id.) 1.31.96;
13. Byrne (Aprilia) 1.32.4;
14. Hodgson (Ducati) 1.32.77;
15. McWilliams (Aprilia) 1.33.4;
16. Abe (Yamaha) 1.33.74