Test IRTA a Suzuka - 31/3/2002
Le Honda volano a 340 Kmh, la Suzuki stupisce,
la Yamaha delude ancora
di Edgar Jessop
La sorpresa fatta trovare dalla Honda alla concorrenza nell'uovo
di Pasqua di Suzuka sta tutta in una cifra, 340. Sono i Kmh di velocità
- la massima mai raggiunta da una moto da Gran Premio - fatti registrare
da Valentino Rossi e Tohru Ukawa nel rettilineo più veloce del
circuito giapponese, il "backstright", quello opposto alla
retta dei box.
La prestazione della cinque cilindri Honda RC211V non è stata
comunque una sorpresa per la concorrenza, visto che qui, durante gli
ultimi test invernali appena una settimana fa, il pesarese ha girato
un po' più veloce del suo
giro migliore: un 2.04.343 con il quale, senza impegnarsi a fondo ha
fatto meglio del compagno di squadra Ukawa. Il terzo tempo di Daijiro
Katoh, alla guida di un'altra Honda, questa volta la 500 NSR due tempi
campione del mondo, non è stata una sorpresa vista la presenza
costante di due ingegneri dell'HRC nei suoi box. Al contrario ha fatto
piacere ritrovare subito Capirossi alle sue spalle non appena ha avuto
la possibilità di provare il nuovo forcellone posteriore che
Daijiro ha avuto a disposizione dall'inverno scorso e che costa oltre
20.000 euro al pezzo.
La facilità con la quale le Honda - sia di nuova che di vecchia
tecnologia - hanno dominato gli avversari è stata testimoniata
da Roberts, bravissimo a portare la sua neonata Suzuki GSV-R in una
ipotetica seconda fila, mentre Carlos Checa, alla guida della Yamaha
M1 - la quattro cilindri quattro tempi in linea che sulla carta doveva
essere la principale antagonista - in un solo giro allimite ha fermato
il cronometro in 2.05.821: un secondo e mezzo dalla.
Dalle prime ipotetiche due file manca Biaggi, che ritroviamo con l'11°
tempo, e non a caso. Il pilota romano, infatti, ha evitato di montare
una gomma da qualifica, come ha fatto il suo compagno di squadra, limitandosi
a girare in 2.06.296.
Questo èil reale valore della Yamaha, e ad Iwata lo sanno bene,
tanto da aver, in fretta ed in furia, allungato il contratto dell'ex
iridato John Kocinski, presente in veste di collaudatore, che al termine
di questi test ha provato nuovamente lunedì e martedì
prossimo sul circuito di Fukuroi, la pista privata della casa giapponese
cercando di recuperare un gap tecnico che, ad una settimana dall'inizio
del campionato, appare incolmabile.
L'impressione è che alla Yamaha abbiano veramente creduto di
avere in mano l'arma totale e non abbiano lavorato con la necessaria
umiltà. Del resto, Honda a parte che ha schierato il collaudatore
Itoh nei test, anche la Suzuki ha fatto le cose alla grande mettendo
in pista cinque moto, quelle dei due titolari, Roberts e Gibernau e
ben tre collaudatori. Se, invece, non avesse personalmente insistito
Biaggi la Yamaha si sarebbe presentata a ranghi ridotti. Un comportamento
incomprensibile (ed irresponsabile) specie tenendo conto che alle spalle
ha la multinazionale del tabacco Phillip Morris.
Si respira un'aria pesante, nei box della Yamaha, Biaggi e Checa sono
insoddisfatti, e si vede. Al contrario in quelli Honda domina il sorriso:
il 99% dei piloti pesanti ha indicato in Rossi il vincitore del GP di
Suzuka. L'1% che si è detto incerto è rappresentato dallo
stesso Valentino che minimizza ed indica nel compagno di marca Katoh
il suo principale avversario.
Intanto si è rivisto in pista l'australiano Garry McCoy, reduce
da una frattura di tibia e perone della gamba destra ricordo di una
caduta nei test dell'Estoril.