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il fatto 19/10/2006 Ce lo ricordiamo ancora, Roberts, sul secondo gradino del podio, nero
in volto. “Non avevo tenuto conto della voglia di vincere di Freddie”, dirà, parecchi anni dopo, Kenny. La stessa voglia di Pedrosa di cui non ha tenuto conto Nicky Hayden all’Estoril. Ad Imola, comunque, Spencer si presentò con un vantaggio di 5 punti sul connazionale. Il pilota della Yamaha, allora, chiese aiuto al suo compagno di squadra, un giovane di belle speranze che avrebbe finito quell’anno il mondiale in quarta posizione: un certo Ediie Lawson. Nonostante l’impegno però Eddie, non ancora “Awesome”, finì terzo, a sette secondi. Non servì a nulla che a più riprese Roberts lo aspettasse per cercare di chiudere l’avversario della Honda in una morsa. Cosa vi dice questa storia? La risposta ce la da oggi lo stesso Roberts senior, che dopo quell’ultima vittoria nel mondiale decise di ritirarsi. “Lo feci perché ero separato ed era l’unico modo per vedere un po’ di più i miei tre figli che vivevano con la mia ex moglie in California”, ricorda Kenny. “Per quanto riguarda Hayden può guardare a quanto accaduto da diverse prospettive – spiega il Marziano – può dire: queste sono le corse; può lamentarsi che non ci siano stati ordini di scuderia, o, forse, potrebbe prendersela con Dani dicendo che questo casino è opera sua. D’altro canto c’è sempre chi dirà, invece, che è stato Nicky a frenare troppo presto…questioni come queste sono destinate ad essere controverse”. Roberts, ovviamente, ha una sua opinione sui “team orders”. “Sono sempre difficile da eseguire – razionalizza il tre volte iridato – specie perché sulla carta anche Dani era in corsa per il titolo. Certo, aveva pochissime speranze, ma ce le aveva. Era lì, pronto, per qualunque cosa accadesse”. L’incidente era qualcosa che, comunque, non avrebbe dovuto avvenire. “Certo, il problema è che Dani è arrivato un po’ troppo impegnato e Nicky era lì, davanti a lui. Non ci fosse stato Pedrosa avrebbe girato solo un po’ largo, ma il fatto di trovarsi davanti il suo compagno di squadra ha probabilmente gettato Dani nel panico. Se fosse stato un altro, forse, sarebbe andata diversamente”. Ma come si sarebbe comportato, Kenny Roberts, nei panni di Nicky Hayden? “Non mi è mai capitato di avere un compagno di squadra che nemmeno si è avvicinato a fare una cosa simile. Freddie ad Anderstorp mi portò nella via di fuga e vincendo quella gara di fatto conquistò anche il mondiale. Non fui in grado di far nulla per impedirglielo. Anche dopo all’avversario puoi urlargli in faccia, maledirlo o colpirlo, addirittura, ma non puoi cambiare ciò che è accaduto. Fui, all’epoca, ovviamente molto arrabbiato con Freddie, ma dovetti mettermela via per il GP di Imola”. Il consiglio a Nicky Hayden, dunque, viene da quella esperienza. “Nicky deve solo concentrarsi per essere il pilota più veloce in pista. Deve dimenticarsi di ciò che è accaduto. Nicky deve mettersela via. Del resto ci sono probabilmente piloti che darebbero un dito della mano destra per essere nella situazione in cui lui è ora: in lotta per il mondiale, all’ultima gara, contro il pilota più dotato della sua generazione, al top della forma. Certo, ciò che è accaduto è stata una tragedia per lui, ma non potendo cambiare il passato, è meglio non pensarci” |
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