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Rossi ed Edwards a Phillip Island 10/10/2005
Rossi ed Edwards preparano l'assedio a Phillip Island

Valentino Rossi e Colin Edwards cercheranno di colorare tutta Phillip Island della stessa sfumatura di blu che colora le loro moto. I due arrivano nello stato di Victoria in Australia con un obiettivo comune da raggiungere prima della fine della stagione: a tre gare dalla fine e con il titolo piloti e squadre già garantito, la Yamaha deve lasciare Phillip Island con almeno 50 punti di vantaggio per potersi portare a casa anche il titolo costruttori, il primo dal 2000. Sarebbe il sigillo definitivo su una stagione di successi mai prima d’ora ottenuti dalla casa giapponese e proprio nell’anno del 50° anniversario.
Rossi ha ottenuto già dieci vittorie in stagione, più di quanto mai fatto prima da qualsiasi altro pilota Yamaha ed ha ora come obiettivo il trionfo numero undici su un circuito dove ha sempre vinto negli ultimi quattro anni. L’anno scorso la vittoria gli valse il suo primo titolo mondiale con la Yamaha, il primo per la casa giapponese dopo dieci anni di digiuno, ed è quindi motivi di bellissimi ricordi per tutti i componenti della squadra, molti dei quali sono australiani.
Anche Colin Edwrads ha un legame speciale con l’Australia visto che è la terra che ha dato i natali al padre. Oltre a dare un contributo fondamentale al successo della squadra, Edwards ha degli obiettivi personali per le ultime tre gare della stagione ed, in particolare, per il prossimo fine settimana. Aiutato da un folto gruppo di sostenitori, amici e familiari, e grazie anche agli anni di esperienza fatta in Superbike, il texano punta alla sua prima vittoria in MotoGP ed a fare ulteriori passi avanti verso la seconda posizione finale in campionato.
Questa è la 17^ edizione del Gran Premio d’Australia: le prime due edizioni si tennero proprio a Phillip Island, seguite da sei edizioni sul circuito di Eastern Creek, per poi tornare all’isola nel 1997. La gara di domenica prenderà il via alle 14.30 ora locale (CET +8)

Valentino Rossi: un paradiso per piloti
L’indimenticabile gara dell’anno scorso di Valentino Rossi a Phillip Island è stata con ogni probabilità la più famosa delle sue sei vittorie su questo circuito. Nelle passate quattro stagioni, l’italiano ha dominato la gara della MotoGP in Australia, ma aveva già trionfato in stagioni precedenti vincendo in 250 sia nel 1998 che nel 1999. Non ci sono dubbi che questa pista leggendaria sia molto speciale per Rossi, che ha però aggiunto che l’intera nazione gli è particolarmente cara.
"L’Australia è una delle mie nazioni preferite,” ha detto Rossi. “Mi diverto sempre molto sia a Melbourne che a Phillip Island e una volta sono stato a Surfers’ Paradise con qualche membro della squadra. E’ un posto molto bello e molto divertente. Questa è una gara molto importante perché la maggior parte dei miei meccanici sono australiani quindi è la loro gara di casa, come il Mugello lo è per me.
“La pista di Phillip Island è fantastica, probabilmente la mia preferita, ed ho dei bellissimi ricordi. La vittoria del titolo delle 500cc nel 2001 è stata davvero speciale e, naturalmente, il titolo con la Yamaha dell’anno scorso è stato il titolo più “goduto”. La pista è molto veloce, motlo bella e la Yamaha sembra adattarcisi perfettamente.
“In passato ci ho combattuto delle battaglie epiche – due anni fa sono riuscito a scappare via a Capirossi, ma l’anno scorso, contro Gibernau, è stata dura fino all’ultimo giro. In alcuni punti io ero più veloce, in altri più lento e sicuramente tutti quelli che hanno visto la gara si sono divertiti. Ho molti rivali che sono in grado di far bene a Phillip island quindi non possiamo far altro che aspettare e vedere come va.
“A volte le condizioni meteo non sono granchè e spero proprio che faccia un pochino più caldo dell’anno scorso! Comunque non vedo l’ora. In inverno, durante i test, abbiamo avuto qualche problemino, ma non vuol dire molto perché a Sepang era andato tutto perfettamente e poi abbiamo avuto problemi in gara, anzi speriamo che a Phillip Island succeda esattamente il contrario!”

Colin Edwards: una casa lontano da casa
Come Rossi, anche Colin Edwards ha risultati estremamente positivi in passato che lo fanno guardare con ottimismo alla gara di domenica. L’americano ha costruito un buono “storico” durante gli anni passati nel mondiale Superbike, andando a podio ben otto volte e vincendo nel 2001 in condizioni meteo atroci. A tre gare dalla fine della stagione e solo sette punti tra sé ed il tanto agognato secondo posto in classifica, Edwards ha due obiettivi molto chiari.
“Phillip Island mi piace molto, Valencia anche e nessuno conosce la Turchia, quindi il mio obiettivo è vincere una di queste gare e finire la stagione in seconda posizione.” ha detto Edwards. “Molti dei miei parenti vivono in Australia e il mio legame con questo paese è molto forte. Ho sempre voglia di arrivare a Phillip Island proprio per queste ragioni e quest’anno sono ancora più motivato.”
“Per quanto riguarda il circuito, i test pre-stagionali erano andati bene; inoltre, la pista è veloce ed è proprio il tipo di pista che io preferisco. Ha un po’ di tutto, si va dalla quinta alla prima marcia, c’è elevazioni, pendenze e controtendenze, curve lente e curve veloci….e tutto in appena dieci curve! La cosa più importante per me è riuscire a mettere in pratica la lezione imparata dai problemi che abbiamo avuto in Qatar. Se non ne saremo capaci, non importerà molto quanto io sia innamorato di questa pista!”

Davide brivio: ricordi felici
Dopo lo stress e le difficoltà di tre settimane di fila in Asia con il titolo mondiale ancora da assegnare, il Direttore del Team Gauloises Yamaha Davide Brivio è contento di poter affrontare un viaggio meno stressante in Australia dove la squadra farà quanto possibile per poter aggiungere anche il titolo costruttori alla serie di trionfi già ottenuti quest’anno.
“Phillip Island è una pista che ci riporta ricordi molto speciali del titolo conquistato l’anno scorso: un momento unico per chiunque lavori alla Yamaha,” ha detto Brivio. “Sia Valentino che Colin amano questa pista in modo particolare e quindi ci aspettiamo un’ottima gara da entrambi. Abbiamo già conquistato il titolo piloti e quello squadre e ci piacerebbe poterci aggiungere anche quello costruttori, oltre a vedere Colin finire il Campionato in seconda posizione. Ci siamo molto vicini e dobbiamo continuare a dare il massimo in ognuna delle tre gare rimanenti e vedere che cosa succede.
“Questo rende la gara di Phillip Island una gara molto importante, ma noi non sentiamo alcuna pressione. E’ una pista che i piloti conoscono bene perché ci hanno corso già molte volte e ci abbiamo anche fatto diversi test pre-stagionali, ma in effetti le condizioni a volte cambiano in modo molto sensibile…chissà cosa ci aspetta quest’anno!
“Gli australiani sono fan molto appassionati e riempiono sempre Phillip Island. Sono veri appassionati della MotoGP e riescono sempre a creare un’atmosfera davvero speciale, quindi non vediamo l’ora che inizi il fine settimana.”

DAL PASSATO AL PRESENTE: 50 DI GLORIA YAMAHA
Dopo aver visto l’eroe di casa, Wayne Gardne, trionfare nelle prime due edizioni del Gran Premio d’Australia che si sono tenute al Phillip Island nel 1989 e 1990, le speranze per un’altra vittoria al passaggio alla pista di Eastern Creek, nei dintorni di Sydney, nel 1991 erano alte. Garden era ancora al massimo della sua forma, ma un giovane incredibile talento si stava facendo strada: Mick Doohan che aveva come obiettivo dichiarato quello di puntare al titolo del Campione del Mondo in carica Wayne Rainey, che correva in sella ad una Yamaha.
Nonostante partisse dalla pole position, Rainey non era tenuto in particolare considerazione per la vittoria ad Eastern Creek né dai fan locali né dagli addetti ai lavori – dimostrò a tutti che si erano sbagliati tagliando il traguardo con 2.5 secondi di vantaggio su Doohan e con John Kocinski, anch’egli su Yamaha, a completare il podio in terza posizione. “Questa è probabilmente una delle mie storie preferite su una delle mie vittorie: quella di Eastern Creek del 1991,” sorride Rainey al ricordo. “Dopo due anni a Phillip Island, dove aveva sempre vinto Gardner, avevano spostato la gara e tutti erano convinti che avrebbe nuovamente vinto un australiano.
“La coppa era questa cosa incredibile che ricordava un trofeo stile America’s Cup del 1850 che valeva una fortuna, ma era stato assicurato solo sul territorio australiano! Evidentemente non avevano tenuto minimamente in considerazione che avrei potuto vincere io, e invece la domenica sera la coppa si è imbarcata assieme a me su un volo che tornava negli Stati Uniti!”
Per tutta la sua carriera Rainey ha sempre avuto una relazione d’amore ed odio con i suoi fan e rivali australiani, Garden e Doohan su tutti. Tuttavia, il californiano insiste che il rispetto reciproco non è mai mancato tra loro. “Gli australiani sostenevano i propri eroi locali e ho sempre rispettato questa scelta. Per di più, io stesso credo di essere stato molto più famoso in Australia di quanto lo fossi negli Stati Uniti proprio per il grande interesse nei confronti del motomondiale. Alcune delle piste migliori erano in Australia così come anche alcuni dei miei fan più affezionati quindi è comunque sempre stato un piacere correre in Australia.”

Il punto di vista tecnico
Phillip Island richiede ben di più di una moto veloce per poter fare giri veloci e consistenti. Il tracciato fluido e scorrevole è probabilmente il banco di prova più serio dal punto di vista del controllo del mezzo e della precisione sull’acceleratore, per non parlare del coraggio e della forza che ogni pilota deve dimostrare.
Le frenate violente e frequenti non sono la considerazione principale sul circuito di Phillip Island quindi parte della stabilità in frenata può essere sacrificata in favore di una maggiore precisione e agilità in curva. I 4.448 metri della pista di Phillip Island hanno subito sensibili modifiche, per aumentare la sicurezza, durante l’inverno. Nonostante questo, un giro veloce a Phillip Island è tuttora considerata una delle esperienza più adrenaliniche che un pilota affronti nell’intera stagione.
L’obiettivo principale sull’”Isola” è quello di trovare un compromesso tra una regolazione delle sospensioni che permetta di affrontare agilmente le pesanti forze centrifughe e una che assorba le imperfezioni del fondo che si avvertono maggiormente alle alte velocità. Questo compromesso aiuta anche ad evitare che il posteriore “pattini” all’uscita di curve lente, perdendo parte della potenza erogata in accelerazione.
Una regolazione delle sospensioni troppo rigida non permetterebbe al retrotreno di affondare quanto necessario in accelerazione e significherebbe un logorio eccessivo del pneumatico posteriore su un circuito in cui predominano le curve a sinistra. Su una pista così veloce è fondamentale che il pilota abbia una buona e consistente sensazione dalle sospensioni che gli permetta di spingere al massimo per l’intera durata di gara.
L’”infinita” curva finale è cruciale per un buon tempo sul giro a Phillip Island ed un’uscita veloce sarà determinante per vedere a che punto del lungo rettilineo la moto raggiungerà la velocità massima; entrambi fattori fondamentali, specialmente nell’ultimo giro di una gara combattuta sui decimi di secondo.
La posizione del circuito fa sì che la condizioni climatiche siano uno dei principali argomenti di conversazione visto che potrebbero costituire una potenziale, ulteriore complicazione durante la messa a punto, le qualifiche e la gara.

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