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20/10/2005
MotoGP in Turchia: lo sport unisce

In questi mesi la Turchia è senza dubbio un paese sotto i riflettori
nello scenario internazionale. Non ci stiamo riferendo, in questo caso,
al Gran Premio della MotoGP che si correrà domenica prossima alle porte di Istanbul, ma alle lunghe discussioni in merito all’approvazione
dell’avvio dei negoziati per l’ingresso del paese nella Comunità
Europea. Ben più semplice è stato l’ingresso di questo grande paese nel modo del grande sport motoristico, tanto che sia la Formula Uno, sia la MotoGP, quest’anno hanno inserito nel calendario iridato il Gran Premio della Turchia.

La Turchia, in poco tempo è stata capace di attirare grandi avvenimenti
sportivi creando un “ponte” culturale fra le tradizioni europee e
quelle asiatiche. Quest’anno ha già ospitato la finale della Champions
League nello stadio di Istanbul ed il primo GP della F1 nel nuovo
Otodrom Circuit situato nella parte asiatica del Bosforo, a circa 60
chilometri dal centro della città.

Sono stati spesi 80 milioni di euro per completare tutte le strutture
nei tempi previsti per il debutto della Formula Uno e la pista è stata
disegnata da Herman Tilke, già ideatore dei tracciati di Sepang in
Malesia e di Shanghai in Cina.

Tra le caratteristiche più evidenti del tracciato spiccano i numerosi
cambi di dislivello, in benvenuta controtendenza rispetto agli altri
circuiti di recente costruzione, tutti assolutamente piatti. Il senso
di marcia è antiorario e le curve sono equamente divise a destra, sei,
e a sinistra, sette. Il disegno è piacevole e sembra offrire numerose
occasioni di sorpassi per la gioia dei piloti e degli appassionati.

Non ci sono state sessioni di test prima della gara quindi si tratta di
una novità assoluta sia per i piloti sia per le squadre anche se,
forse, i tecnici di Michelin e Bridgestone possono contare su qualche
riferimento delle rispettive controparti in Formula Uno.

La gara delle auto in agosto si è svolta senza inconvenienti e l’unica
lamentela da parte delle squadre è stata causata dal terribile traffico
che rende penosamente lunghi i trasferimenti dalla città al circuito.

La Turchia è una nazione annidata tra i due grandi continenti di Europa
ed Asia. Appena il tre per cento del suo territorio geograficamente si
può far risalire alla parte europea, mentre tutto il restante novantasette per cento appartiene a quella asiatica. La popolazione è di circa 70 milioni di individui, 10 dei quali solo a Istanbul, la più grande città del paese. La capitale, Ankara, conta 4 milioni di abitanti. Il novantanove per cento della popolazione è musulmana.

Lo sport nazionale è il calcio, che attira folle di appassionati in occasione di tutti i grandi avvenimenti. La moneta è la lira turca ma
l’obiettivo della nazione è di passare all’euro nei prossimi anni.

Pochi sanno con precisione che la sede di una delle più grandi
battaglie della storia, la città di Troia, era situata sullo stretto dei Dardanelli, che fanno parte della Turchia. Sono dunque turchi gli
storici luoghi dove, secondo la leggenda, i Greci sconfissero i Troiani
dopo dieci anni di assedio grazie all’inganno del famoso cavallo di
legno, con il quale riuscirono a penetrare le difese nemiche e a
conquistare la città.

Domenica prossima dunque la MotoGP affronta una nuova avventura in una terra imbevuta di storia e di grandi tradizioni, con la speranza che
anche lo sport possa fare da unione tra culture diverse. Sicuramente un
altro grande avvenimento sportivo nel paese non può che favorire la
causa della Turchia e la sua volontà di entrare a far parte dell’Unione
Europea.

(m.d.s.)

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