Il
Personaggio - Garry McCoy 12/10/2004
Il ritorno di “Mr Derapata”
Quando il team MS-Aprilia ha ufficializzato l’ingaggio
di Garry McCoy, per sostituire l’infortunato Shakey Byrne, alla
guida della sua RS “Cube”, si sono visti molti sorrisi in
giro nel paddock.
Una reazione normale, per il ritorno di “Mr Derapata”, il
primo pilota del mondiale che è stato capace di far scivolare in
curva una moto – allora era una 500 cc Yamaha - come fosse un’automobile.
Nato a Sydney, in Australia, il 18 aprile del 1972, McCoy ha debuttato
nel mondiale nel 1993, e poiché l’ha fatto alla guida di
una piccola Aprilia 125, per lui in un certo senso si è trattato
di un ritorno.
In sella ad una ottavo di litro McCoy ha corso cinque stagioni dal ’93
al ’97, vincendo due Gran Premi e classificandosi 7° nel mondiale
della categoria, correndo per il romano team Alfa.
In quegli anni l’australiano viveva a Roma, quartiere Mazzini, spendendo
più di telefono, per chiamare casa, che di cibo. Praticamente viveva
di cappuccini e, magro e leggero com’era, nessuno avrebbe mai detto
che sarebbe arrivato a guidare le moto più potenti e pesanti del
mondo. Da protagonista.
Eppure era questo il suo desiderio ed infatti, lasciata la 125, gli appassionati,
che avevano cominciato ad apprezzarlo in questa cilindrata, lo ritrovarono
nel 1998 alla guida di una Honda bicilindrica 500, e quindi, l’anno
successivo, in sella ad una Yamaha YZR ufficiale. Era la stagione precedente
il suo decollo fra i “top gun” del motomondiale.
Durante l’inverno, infatti, il filiforme Garry aveva accettato,
unico fra tutti i piloti della classe regina, di portare avanti lo sviluppo
di nuovi pneumatici Michelin. Erano le grosse, larghe e difficili da guidare
gomme da sedici pollici e mezzo.
Per esse McCoy trovò l’assetto adatto e la guida più
indicata: gas aperto, e via andare, di traverso sulla pista, come se,
invece di un manubrio, fra le mani avesse avuto un volante.
Neanche a dirlo, fu un successo, personale e di pubblico: “King
of slides” quella stagione vinse tre Gran Premi, in Sudafrica, in
Portogallo ed in Spagna, a Valencia, chiudendo il mondiale in settima
posizione
assoluta.
Ora, a 32 anni, Garry ha un palmares che non molti piloti possono vantare:
cinque vittorie in Gran Premio, due pole, diciassette podi e 134 GP disputati,
75 dei quali fra classe 500 e MotoGP.
Approdato alla Kawasaki nel 2003, quest’anno l’australiano
per la prima volta ha “tradito” il motomondiale correndo in
Superbike, ed anche lì non ha sfigurato, vincendo il GP di casa,
a Phillip Island. Una delle sue piste preferite.
“Ho accettato con entusiasmo di correre con l’Aprilia RS3
anche per quello – racconta intercalando lo slang australiano con
quello romano – correre in casa è sempre un piacere particolare.
Phillip Island è veramente una bella pista, specie con moto potenti
e veloci. Ci vuole una moto maneggevole, e con buoni bassi. Ma anche stabile
perché sono diversi i curvoni veloci”.
Un ritratto della RS “Cube”?
“Non esattamente, per il momento – sorride McCoy – la
Cube è una moto promettente, che ha un sacco di cavalli, ma è
ancora nella fase dello sviluppo. Il motore, secondo me, può dare
ancora molto, mentre la ciclistica probabilmente andrà rivista.
So che ci si sta già lavorando, anzi, mi piacerebbe lavorarci anche
in vista del 2005”.
Vuole tornare a tempo pieno nel motomondiale, Garry, e non ne fa mistero.
“Nella Superbike mi sono trovato bene, ci sono un sacco di piloti
australiani, ed ho anche vinto, ma il mio mondo è qui. Per questo
mi impegnerò per fare una bella gara. Ho utilizzato il Gp della
Malesia soprattutto per imparare a conoscere la moto e fare l’assetto.
E’ stato poco più di un test. A Phillip Island darò
il 110%”.
E sarà spettacolo, per chi conosce il suo modo di guidare.
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