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il fatto 23/11/2006
Hayden e l’offerta Yamaha: No per non essere il numero due di Rossi

In una interessante corrispondenza del Corriere dello Sport da Londra firmata da Gabriele Marcotti si leggono alcune cose inedite scaturite da un incontro con la stampa alla quale ha partecipato anche Jenson Button e John Surtees.
Per esempio che uno dei suoi ricordi preferiti risale a quando accompagnava i cosiddetti “Repo Men”, incaricati di recuperare le auto (evidentemente vendute dal negozio del padre Earl, “Second Chance”) dei clienti morosi nei pagamenti.

“ Avevo quattordici o quindici anni ed in effetti era divertente – ha detto Nicky - C'era sempre il rischio che potesse accadere qualcosa di interessante, perché logicamente non volevano cedere le loro auto, anche se erano morosi. Forse ero attratto dal rischio”.

Nei riguardi del motociclismo Hayden si è espresso sensa false riserve. Com’è nella sua indole.

“Credo che questo sport deve per forza essere pericoloso – ha spiegato al Corsport - Non è che mi lamenti, anzi, negli Stati Uniti i circuiti sono molto più pericolosi. Il fatto è che la moto non è come la pesca, uno sport per tutti. Ci vogliono le palle, e il rischio è uno di quegli elementi che attirano. Però è chiaro, quando ti capita qualcosa, ti fai male. E ci pensi, eccome se ci pensi. Per mia madre è molto dura. Avere tre figli in questo sport non è facile. E non lo è per meLa scorsa settimana mio fratello Tommy eha avuto un incidente in Malesia. Io ero lì a pochi passi, ho visto da vicino quando gli hanno tagliato la tuta di dosso e lo hanno portato in ospedale. E' brutto, però finora sono stato fortunato. Solo qualche frattura al piede... E, si sa, per chi corre in moto, una frattura al piede è talmente comune che non si considera neanche un infortunio. Bisogna essere preparati, chi pensa che sia più facile illudersi che questo non è uno sport pericoloso si sbaglia di grosso. E non puoi neanche andare in giro pensando che qualcosa del genere non ti capiterà mai. Però non puoi neanche pensarci troppo altrimenti non scendi più in pista. Credo che l'unica modo sia considerare la moto una passione con tutti i rischi annessi. Ed accettarli. E' un po' come essere innamorati... sai che può andare male e che rischi di soffrire, però accetti il rischio”.

Il nuovo iridato della MotoGP ha poi parlato del campionato appena concluso.

“Ad essere onesto, a parte Valentino, credo di avere avuto la meglio nei confronti di tutti gli altri – ha spiegato - Anche se è vero che Loris Capirossi in certe occasioni ci ha fatto soffrire, penso a Brno, dove è stato bravissimo e ci ha fatto fare una figuraccia. O a Marco Melandri. Marco non è il più veloce neanche quando vince, però è un grandissimo lottatore e non si arrende mai. Chiaro però che come Rossi non c'è nessuno”.

Kentucky Kid ha anche chiarito i termini dell’offerta fattagli dalla Yamaha a metà stagione.

“Sarei stato uno sciocco se avessi accettato, anche se loro mi volevano. La realtà è che sarei stato il numero due di Valentino. Non ho paura della sfida, ma la realtà è che non sarei stato in grado di smuovere uno come lui, che ha vinto sette mondiali. E quindi ho puntato sulla Honda, perché mi offriva più garanzie”.

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