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il fatto 21/11/2006 “L’approccio di Valentino al rally è stato estremamente professionale – ha detto Cassina - Valentino si interessa alla macchina come fosse una moto. Ascolta molto ed apprende ogni giorno. In Nuova Zelanda, per esempio, ha imparato a utilizzare le note del navigatore, ed a volte mi ha anche corretto. I tempi in questa occasione non ci interessavano, ma il piede c’è. Rossi ha il virus della guida di traverso nel sangue”. Come sempre c’è bisogno, in questo caso, di interpretare i tempi. Il suo distacco dal vincitore, Marcus Groenholm, è stato di 20’38”, il che equivale a dire che su di un totale di 358,40 chilometri cronometrati Rossi ha preso tre secondi e mezzo al chilometro. Non è moltissimo, ma nemmeno poco. Come in tutti gli sport, infatti, i primi due secondi sono facili da calare. Il terzo è un problema e la classe emerge negli ultimi cinque decimi o meno. Quelli li si ha o non li si ha. A credere che Valentino li abbia, comunque, c’è David Richards, proprietario della Prodrive, la squadra che schiera in gara le Subaru. “Quando smetterà con le motoRossi passerà ai rally. Non ho dubbi. E sarà fantastico”. Forse. Il dubbio, infatti, riguarda i possibili guadagni in una specialità dell’automobilismo in ombra da numerosi anni. Valentino Rossi, infatti guadagna fra i 20 ed i 30 milioni di Euro l’anno. Il campione del mondo dei rally, Sebastian Loeb, appena uno e mezzo. Basterà a Valentino, per le piccole spese?
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