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il fatto 17/11/2006 La Honda, come la conosciamo oggi, nacque un anno più tardi, con l’arrivo di Takeo Fujisawa, il cui genio finanziario dette solide fondamenta all’avventura di Mr. Honda, iniziata comperando uno stock di 500 motori e dando vita ad una bicicletta motorizzata. Dal ’47 ad oggi la Honda è diventata il polo di riferimento della ricerca tecnologica applicata alla mobilità. Ma anche un gigante che per crescere ha sempre messo come punto fermo la sua partecipazione alle competizioni. Già, le corse, quelle alle quali Soichiro ragazzo partecipò in prima persona – il 7 giugno 1936 rischiò la vita nell’All Japan Auto Rac, al Tamagawa Speedway, per un capottamento seguito ad una collisione - sino al debutto di un team Honda (l’HRC non c’era ancora) al Tourist Trophy sull’Isola di Man datato 1959. Un impegno che le ha consentito di vincere 617 volte nel motomondiale.
204 nella massima cilindrata, 500 e MotoGP, 35 nella 350, 201 nella 250,
164 nella 125 e 13 nella 50 cc. Con lui hanno corso i più grandi di sempre: da Mike Hailwood a Valentino Rossi, nelle moto, passando per Ayrton Senna, Alain Prost e Nigel Mansell in F.1. L’ultima vittoria di una Honda nel massimo campionato dell’automobilismo è recente: la ha ottenuta Jenson Button nel GP di Ungheria, quest’anno. Soichiro Honda “passed away”, come fu scritto in uno stringato comunicato, il 5 agosto del 1991. Fu un genio, un cultore della velocità, un maestro di vita. Ed un appassionato tifoso di corse.
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