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il fatto - 22/11/2001 John Hopkins era destinato a correre in moto da quando,
a tre anni, da poco senza pannolino, si trovò a cavallo di una
moto da fuoristrada con suo padre. "Mio padre ha corso anche nello Junior TT, all'Isola di Man - racconta John, che a 18 anni e quattro mesi si appresta a debuttare nel motomondiale - e da quando ricordo anch'io sono sempre stato attorno alle motociclette. A quattro anni corsi la mia prima gara, su una PeeWee 50. Avevo visto bambini della mia età farlo e mi era venuta la voglia" A nove anni Hopkins mise, finalmente, le ruote su di una pista, su una YZR 50. Erano gli anni in cui si battevano Kevin Schwantz e Wayne Rainey. "Come cominciai a correre in pista inizia anche a
seguire le gare. Non il campionato AMA, che non mi interessava, ma la
500. I miei eroi erano Kevin e Wayne poi, più tardi, rimasi impressionato
da Mick Doohan. In quel periodo, però, non avevo veramente deciso
se gareggiare nella velocità o nel motocross. Mi attiravano ambedue
le specialità
finché non incontrai un giornalista,
proprietario anche di un team, John Ulrich. Ben presto mi ritrovai a
correre contro suo figlio, nella gare club in 125 e 250 e l'amicizia
nata fra noi fece il resto. Il problema, come sempre, era il denaro:
non ne avevo abbastanza, così ad un certo punto fui quasi tentato
di tornare al cross, ma Ulrick mi venne incontro, organizzandomi un
test su di una 600 Supersport". Nel 2000 andò ancora meglio: John vinse tre gare
e finì sei volte sul podio, vincendo il campionato AMA Supersport
750, conquistando anche la Formula USA Unlimited Superbike Championship "John Ulrich è l'uomo che può vantarsi di aver scoperto Kevin Schwantz - ricorda Clifford - tanto che lo raccomandò a Yoshimura. Ci conosciamo bene, così quando mi ha raccontato di aver trovato un altro Schwantz lo sono stato a sentire. Il nuovo Kevin, naturalmente, è John Hopkins". Hopkins, comunque, non è stato ingaggiato a scatola chiusa: durante un anno (da metà 2000 a metà 2001) e, più recentemente a settembre scorso all'Estoril, Hopkins ha potuto guidare la Yamaha YZR 500. "E' stato un grosso balzo in avanti pilotarla - ammette John Hopkins - ma l'ho trovata più facilmente controllabile delle 750 quattro tempi alle quali ero abituato, forse perché avevo comunque una esperienza di motori a due tempi. Ora il mio obiettivo è di imparare le piste e rubare quanto più possibile esperienza agli altri piloti. Sono contentissimo, il mio unico rimpianto è di dover abbandonare gli studi, ma possono aspettare. Anche la mia famiglia è contenta, mi hanno sempre dato il 110% del loro supporto. Mamma a volte si preoccupa un po' quando corro, mentre papà, con la sua esperienza, mi è di grande aiuto". John Hopkins, che ha sempre vissuto nell'area di Los Angeles, ora vive a Ramona, vicino San Diego. Nel tempo libero ama fare surf, downhill con la mountain bike ed ovviamente motocross. "A scuola ho provato i giochi di squadra, come calcio
e baseball, ma non mi piace dipendere da altra gente. La mia passione
sono le attività individuali nelle quali conta il coraggio, la
concentrazione ed un certo amore per il rischio, in una parola: il motociclismo". |
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