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16/3/2006
Rossi contro Alonso: il Corsport analizza la sfida impossibile

Il tormentone della primavera è già pronto. A ricordarlo, oggi, è stato il Corriere dello Sport che ha lanciato un interessante interrogativo sulla diatriba a distanza fra Valentino Rossi e Fernando Alonso.
Il campione del mondo in carica di F.1., infatti, forse infastidito dall’enorme interesse mediatico suscitato dal test Valenciano di Vale sulla Ferrari se ne uscì con una affermazione forse un tantino azzardata: “Rossi non ha fatto niente di speciale. Io stesso, qualora mi allenassi, potrei salire sul podio affianco a lui”.


Rossi, di questa battuta, se ne è avveduto un po’ tardi: solo la settimana scorsa a Jerez, ma la sua risposta è stata bruciante: “lento io? Allora facciamo così : sfido Alonso su una macchina di Formula 1, su una da rally e in motocicletta:mi sembra equo visto che ci sono
due auto, poi sommiamo i tempi e vediamo chi tra i due è il più veloce.
Possiamo fare tutto a Barcellona”.
Il Corriere dello Sport, a questo punto, fa l’analisi del possibile…duello e afferma: “…l’esito della sfida vedrebbe fatalmente Rossi vincitore sul pilota di F.1. E ciò nonostante, sulla carta, il fatto
che due sfide automobilistiche contro una sola motociclistica dovrebbe,
sulla carta, avvantaggiare lo spagnolo. (…) Il fatto è che ”tirare” con una moto non è affatto come farlo con un’automobile – ricorda il quotidiano sportivo romano - Una MotoGP non sta in equilibrio da sola e non è stabile nemmeno in rettilineo. Ciò vuol dire che, anche chi ha esperienza di competizioni, difficilmente riuscirà a ruotare tutta la manopola del
gas di una moto da Gran Premio. E non parliamo di centro curva!
Probabilmente Alonso non sentirebbe il fondo corsa nemmeno in
accelerazione, perlomeno nelle marce basse. Un esempio calzante è
l’equitazione: un cavallerizzo sarebbe in grado di esibirsi in un rodeo
in groppa ad un toro? Difficile.
Comunque per tagliare la testa al medesimo basta ricordare ciò che
è successo nel recente passato. Il tempo di Valentino Rossi nei test di
Valencia alla guida della Ferrari è stato infatti di 1.12.315, ed è
stato il 12° (subito dietro a Nico Rosberg ma davanti a Montoya e
Trulli), mentre la pole simbolica la fece proprio Alonso con 1.10.904
(migliorato il giorno successivo con 1.10.552). Dunque meno di due
secondi di differenza.
Un paragone accettabile per le due ruote ce lo fornisce il recente
test di Michael Schumacher al Mugello alla guida della Ducati
Desmosedici di Loris Capirossi. Al termine di un’intera giornata di
guida, oltre 40 giri, il Kaiser fermò il cronometro intorno al 2.08 (e
c’è chi non ci crede nemmeno N.d.R.). Il riferimento, sulla pista
toscana, è l’1.49.223 di Valentino. Il che fa 18 secondi abbondanti. Ma
sarebbe la stessa cosa se i secondi fossero dieci e Fernandino,
rischiando l’osso del collo, al Mugello girasse in due minuti netti.
Tanto per dare un ulteriore termine di paragone, Randy Mamola,
quarantenne quattro volte ex vicecampione del mondo della 500 quando
oggi gira sulle MotoGP prende in media 4/ 5 secondi! Ma non ha mai
smesso di girare. Ed è un campione. Alonso per vincere, dunque,
dovrebbe rifilare a Valentino ”minimo” 10/20 secondi in una speciale di
rally...ci sembra un po’ difficile, sinceramente”.
L’articolo si chiude con una osservazione interessante: la sfida, improponibile finché si vuole, sulla carta sarebbe fattibile visto che entrambi i piloti corrono per la JTI, che detiene sia il marchio Camel che Mild Seven.
In fondo, dopo quello che hanno detto entrambi, a fine stagione potrebbero deliziarci con questo confronto-scontro…per non recriminare, per non essere poi costretti a dire: pensa se non ci avessi provato.

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