10/03/2002
Il mondiale delle donne
di Federica De Zottis
Di donne nel paddock del motomondiale ce ne sono sempre state
solo che, fino a qualche anno fa i requisiti più richiesti, anzi,
togliamo il più e lasciamo richiesti, erano gioventù,
bellezza , scarsa capacità di conversazione e infinita pazienza.
Il ruolo che erano chiamate a ricoprire in effetti non richiedeva molto
di più ma in compenso offriva loro una v
ita
brillante , tra viaggi e gare e test in giro per il mondo. Erano le
donne, le fidanzate, le mogli dei piloti. Oggi le cose sono un po' cambiate
e sono sempre di più le ragazze che nel mondo delle due ruote
occupano diversi ruoli, dal meccanico all'addetta stampa, alla giornalista,
al pilota addirittura. Non esiste una scuola che ti prepari a questo
mondo, ma chi davvero vuole, può entrare a farne parte. C'è
il modo più classico come quello scelto da Alison Forth,
l'addetta stampa del Marlboro Yamaha Team, la squadra di Max Biaggi
e Carlos Checa. "Ali", londinese, è laureata in filosofia
ed è entrata nell'ambiente rispondendo ad un annuncio di lavoro,
affrontando vari colloqui, un periodo di prova e poi ottenendo, finalmente,
un contratto con la squadra. "Credo di essere entrata in questo
mondo nella maniera più normale - spiega Alison. "Lo stipendio
è medio, diciamo, rispetto al tipo di carriera che mi ero prefissa
ma il lavoro è coinvolgente, eccitante, molto bello". Ha
una sorella che fa l'avvocato Ali e che guadagna magari dieci volte
tanto, ma non farebbe mai a cambio, potete scommetterci. Se invece le
cose semplici non vi piacciono ammirerete di più l'italianissima
Chiara
Cavallero, che prima di arrivare ad occuparsi delle relazioni pubbliche
della squadra di Lucio Cecchinello si occupava dei trasporti di tutto
il materiale dei team in giro per il mondo. Moto, ricambi e strutture
dei box quando non viaggiano in camion vengono spedite nei circuiti
con aerei cargo e niente avrebbe potuto fermare Chiara, che lavorava
in una ditta di spedizioni, quando c'è stata l'occasione di occuparsi
di questo particolare lavoro, neppure mentire sull'età, darsi
cinque anni in più e ritrovarsi, appena ventenne a volare per
il mondo dormendo nelle stive degli immensi aerei cargo. "La gente
si stupiva quando raccontavo che viaggiavo con i cargo" sorride
la bella ragazza bionda, "Ma in realtà era più comodo
che volare in business class. Nelle stive degli aerei ci sono dei veri
e propri letti e le migliori dormite me le sono fatte proprio lassù
ad ottomila metri di altezza sopra l'oceano!" E dopo aver affrontato
le dogane di tutto il mondo, da quelle malesi a quelle brasiliane e
aver sovrinteso allo scarico degli immensi container alle due, tre,
quattro del mattino nei paddock deserti dei vari continenti, ma chi
volete che la fermi più?
Eche dire di Debbie Irvine, un metro e sessanta di ostinazione
tutta
irlandese che approdata un giorno in una squadra privata come aiuto
meccanico ora è responsabile di una delle due Yamaha ufficiali
del team Red Bull? Tra tutti gli ambienti del paddock quello dei meccanici
è il più ostico in assoluto per le donne e naturalmente,
dopo che Debbie ha conosciuto e sposato un collega meccanico la voce
più carina che girava sul suo conto era che per avere lui dovevano
sorbirsi pure lei
Peccato che alla fine abbiano lasciato a casa
il marito e tenuto lei. "Non mi hanno mai preoccupato le chiacchiere
"ci dice "Io ho sempre pensato a fare il mio lavoro al meglio
e a poco a poco sono stata accettata dall'ambiente. Ma anche se così
non fosse stato, non mi sarei preoccupata d'altro che di dare il meglio
per il mio pilota". E brava Debbie. In sella ad una moto invece
qualche progresso c'è da fare ancora. Ci ha provato l'anno scorso
la bella teutonica Katia Poensgen, a correre il mondiale 250 ma i suoi
successi erano soprattutto mediatici e riguardavano più gli shorts
che indossava quando sostava sul muretto dei box, che i risultati in
gara. Che comunque ci sono stati, dato che sono suoi i primi punti mondiali
mai conquistati da una donna nella storia nella classe 250.