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Yamaha in Cina 8/5/2006
La Yamaha all’esame del GP di Shanghai

L’appassionante prima fase del campionato del Mondo della MotoGP si prepara ad un appuntamento che il prossimo fine settimana porterà il paddock attraverso l’Asia fino a Shanghai, per il Gran premio della Cina. Dopo le prime tre gare in Spagna, Qatar e Turchia, il Camel Yamaha Team riparte alla caccia di preziosi punti iridati nell’ultima gara extraeuropea prima di una serie di sette appuntamenti in sole nove settimane nel vecchio continente, che comincerà a Le Mans, in Francia, appena sette giorni dopo la gara cinese.

Valentino Rossi e Colin Edwards arriveranno nell’immenso paese asiatico dopo aver ottenuto, in questo concitato avvio di stagione, una serie di altalenanti risultati. Rossi, dopo aver replicato con una vittoria in Qatar all’incolpevole caduta nel GP di apertura di Jerez, a Istanbul ha lottato fino alla quarta posizione dopo un fine settimana complicato da imprevisti tecnici e dal cattivo tempo. Inizio di stagione impegnativo anche per il suo compagno di squadra che, nonostante le buone prestazioni in prova, non è riuscito a trovare un assetto da gara che gli permettesse di lottare per la vittoria o per il podio.

Il circuito di Shanghai è stato progettato da Hermann Tilke e Peter Wahl, che si sono ispirati alla forma dell’ideogramma cinese “shang” che significa in “alto” o “sopra”. Altri simboli della storia cinese sono rappresentati nell’architettura delle varie infrastrutture del circuito come gli uffici delle squadra, pensati come padiglioni circondati da un lago, come gli antichi giardini di “Yuvan” a Shanghai. Una delle strutture più imponenti del complesso è l’immensa tribuna principale che da sola è in grado di ospitare 29000 spettatori e che offre una spettacolare vista di quasi l’80% del tracciato.

Valentino Rossi: pista poco tecnica
Dopo aver conquistato la vittoria sul bagnato nella gara inaugurale di questo circuito la scorsa stagione, Valentino Rossi spera di ottenere lo stesso risultato, ma in condizioni diverse. La pioggia torrenziale di un anno fa è stata lo scenario di una delle vittorie più eclatanti della carriera di Rossi ma ora, potesse scegliere, il Campione del Mondo opterebbe per un modo più normale per imporre il suo sigillo alla gara di domenica.

“Di tutte le vittorie della mia carriera quella della Cina l’anno scorso è stata la più inaspettata, visti i problemi sofferti nel fine settimana e la pioggia il giorno della gara,” ha detto Rossi che, con il quarto posto in Turchia è diventato il pilota con il maggior numero di punti all’attivo della storia. “Era la prima vittoria con la Yamaha sul bagnato, quindi è stata speciale, però quest’anno preferirei davvero un Gran Premio asciutto. La versione 2006 della M1 non è andata bene come avevamo sperato nelle prove sul bagnato in Turchia e inoltre abbiamo bisogno di fare più chilometri possibile sull’asciutto per mettere a punto la moto come mi piace”.

Il tracciato cinese, come quello turco, è stato disegnato di Hermann Tilke, ma ricorda maggiormente quello malese di Sepang, sempre opera dell’architetto tedesco, nelle curve strette e nei lunghi rettilinei che, secondo Rossi, rendono ancora più importante la capacità del pilota di trovare la messa a punto per la moto. “L’anno scorso la mia prima impressione della pista è stata molto positiva ma poi mi sono reso conto che non è divertente come mi aspettavo,” spiega l’italiano. “In realtà è poco filante e tecnica, una pista molto “da Formula 1” dove i piloti devono faticare duramente per trovare gli assetti migliori per la moto. Non è l’ideale per la MotoGP, è molto impegnativa e mette a durissima prova sia i piloti sia i mezzi”.

Colin Edwards: non faccio previsioni
Colin Edwards non è certo di cosa aspettarsi dalla gara cinese dopo i contrastanti risultati delle prime tre gare della stagione. Come il compagno di squadra, l’americano spera che le condizioni siano favorevoli sin dalle prime prove libere, per poter raccogliere tutte le informazioni necessarie per mettere a punto la versione 2006 della YZR-M1.

“Dato che l’anno scorso a Shanghai abbiamo girato molto poco sull’asciutto, nessuno di noi sa bene cosa aspettarsi,” afferma Edwards, attualmente al nono posto in classifica con 19 punti. “Sarà importante trovare una buona messa a punto per la moto il più rapidamente possibile in modo da poter fare dei test di durata prima della gara, onde evitare i problemi sofferti finora”. Per noi questo è un Gran Premio molto importante; dobbiamo ottenere un buon risultato prima che il campionato si sposti in Europa.

“I test che abbiamo fatto a Istanbul lunedì sono stati utili perchè ci hanno dato un’idea dei tempi che avremmo potuto fare in gara se la pioggia di sabato non avesse interrotto il nostro lavoro; tempi promettenti che però non ci hanno fatto guadagnare nessun punto! Abbiamo comunque fatto un sacco di giri, che è quello che ci serve maggiormente adesso, ed io sono fiducioso che i dati raccolti abbiano permesso agli ingegneri di trovare qualche buona soluzione per la Cina”

Davide Brivio: la voce dell’ottimismo

Il Direttore del Camel Yamaha Team, Davide Brivio, guarda al Gran Premio della Cina come ad una grande opportunità di dare una sterzata positiva a questo inizio di stagione. I riscontri particolarmente fruttuosi ottenuti la scorsa stagione a Shanghai fanno ben sperare l’italiano in un punto di svolta per la squadra all’inizio di una fase importante del campionato.

“Il Gran Premio della Cina dell’anno scorso è stato molto importante per noi perchè abbiamo vinto, e vinto bene, sul bagnato, e questo ci ha aiutato a trovare delle soluzioni ad alcuni problemi che avevamo sull’assetto da asciutto; speriamo che vada ancora così”, ha detto Brivio. “Questi inizio di stagione è stato difficile ma nonostante la sfortunata caduta a Jerez, Valentino è molto vicino alla testa della classifica. Non vediamo l’ora di vedere cosa potranno fare sia lui sia Colin una volta risolti i problemi e speriamo che questo accada sin dalla Cina”.

“Adesso ci sono ben otto gare in undici settimane, un bel po’ di pressione per tutti. Per esempio i nostri autisti subito dopo la Cina dovranno andare a prendere i camion e guidare fino in Francia, senza pausa. Penso però che sarà anche peggio per i piloti perché non avranno un attimo di riposo. In ogni caso i prossimi tre mesi costituiranno la parte centrale della stagione, il periodo in cui la situazione del campionato si fa più chiara. Le condizioni sono le stesse per tutti quindi dovremo lavorare al meglio delle nostre possibilità e ottenere un bel bottino di punti”.

TECNICAMENTE PARLANDO: ROBERT GRONLUND, TECNICO DELLE SOSPENSIONI DI COLIN EDWARDS
Nonostante sia stato tracciato dalla stessa mano che ha disegnato il Circuito di Istanbul in Turchia, Shanghai presenta caratteristiche diverse, che lo avvicinano piuttosto ad un’altra creatura di Herman Tilke, il circuito di Sepang. Combinando lunghi rettilinei e violenti punti di frenata ad una serie di curve lente e difficili, la messa a punto deve essere ancora una volta un compromesso, mentre la vera incognita del fine settimana sarà il tempo. L’anno scorso era stato molto variabile, a parte la pioggia di domenica, il caldo umido precedente aveva reso assolutamente imprevedibili le condizioni di aderenza fino a venerdì mattina.

“Sotto certi aspetti Shanghai è simile alla Turchia, sotto altri è molto diverso,” spiega Robert Gronlund, il tecnico delle sospensioni Ohlins di Colin Edwards. “Per esempio, non è filante come Istanbul ma offre un mix di curve e di bruschi punti di frenata, quindi la chiave per la messa a punto è ancora una volta il compromesso - specialmente per quanto riguarda le sospensioni. La moto deve girare bene nelle curve lente perché, come accadeva nella parte finale del circuito turco, lì si può perdere parecchio.

“Il fatto è che a Shanghai siamo andati una volta soltanto e anche quella volta un po’ è stato asciutto un po’ è piovuto, quindi abbiamo poche informazioni utili. In realtà però questo non ci crea preoccupazione perché nei test in Turchia abbiamo fatto un passo in avanti importante. Abbiamo ridotto le vibrazioni che avevamo sofferto a Jerez e in Qatar e abbiamo trovato una soluzione alle difficoltà incontrate a Istanbul, riuscendo a rendere la moto più guidabile ad un livello generale. Molto dipenderà dalle condizioni di aderenza di Shanghai e, anche se certamente non sarà facile, siamo pronti e ansiosi di cominciare”

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