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Michelin a Le Mans 11/5/2005 “Era un circuito meraviglioso, una specie di piccolo Nurburgring – ricorda l’oggi 67enne Pierre Dupasquier, direttore della competizione della Michelin – molto pericoloso, ovviamente. Su quel tracciato assistemmo ai primi successi di Christian Bourgeois, che portò in pista la nostra prima gomma, chiamata PZ2. Sostanzialmente si trattava di uno pneumatico stradale, solo con una mescola più morbida”. Oggi, però, per fortuna si corre a Le Mans. Un circuito non bellissimo, ma comunque interessante per le sfide che comporta. “Ho vinto a Le Mans nelle ultime due stagioni, ma entrambi non sono stati successi facili. Nel 2004, infatti, ho sofferto per il chattering e l’anno prima le condizioni atmosferiche furono particolarmente difficili – ricorda Sete Gibernau - A Le Mans è necessario avere una buona gomma anteriore, sia a causa delle violente frenate che della necessità di avere un buon ingresso in curva. Anche la posteriore è importante: ci sono molte curve lente dove si esce in forte accelerazione…in realtà gli pneumatici sono sempre fondamentali e la loro importanza cresce con l’aumento della potenza e delle prestazioni”. Dopo tre gare Gibernau è solo quinto, ma è convinto che
anche quest’anno si batterà per il titolo. La Michelin ha vinto gli ultimi 12 GP di Francia in tre differenti circuiti – Le Mans, Le Castellet e Magny Cours. Questo fine settimana la casa francese inseguirà il suo 14 successo nella classe regina, 31 anni dopo il primo, conquistato da Barry Sheene in sella alla Texaco Heron Suzuki RG 500. “Come molti circuiti anche Le Mans è stato riasfaltato – spiega Nicolas Goubert, capo della competizione Michelin – ora la superficie ha più aderenza, anche sul bagnato. Tuttavia il disegno della pista non è bellissimo. Si tratta del tipico tracciato stop-and-go, tutto accelerazioni e frenate. Sal punto di vista delle gomme, i piloti hanno bisogno di molta trazione in accelerazione, ma poiché noi non abbiamo mai avuto problemi in questa area, quest’anno siamo concentrati per migliorare l’aderenza laterale, che porta, ovviamente, ad una maggiore velocità in curva. Una cosa che ci preoccupa, in vista del GP di Francia, sono le condizioni atmosferiche: negli ultimi tre anni è piovuto due volte e la nuova regola del flag to flag rende la situazione problematica, come ha dimostrato il GP del Portogallo con la scivolata di Gibernau mentre era al commando. Le gomme slick, infatti, non possono funzionare sul bagnato, anche se, con poca acqua in pista, mantengono un’aderenza accettabile. Se però I piloti sono costretti a rallentare troppo, le coperture si raffreddano e perdono aderenza. In alcuni posti, poi, questo problema è maggiore che in altri: penso a Phillip Island ed a Valencia…lì siamo costretti ad usare mescole molto dure che, ovviamente, in caso di pista umida o bagnata perdono di efficienza molto più rapidamente”. LE MANS: 4.180km/2.597 miles Lap record: Max Biaggi (Camel Honda) 1m 36.846s, 159.935kmh/99.379mph (2004) Pole position 2004: Sete Gibernau (Honda), 1m 33.425s I recenti vincitori del GP di Francia 2004 Sete Gibernau (Telefonica Movistar Honda RC211V-Michelin),
44m 22.750s |
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