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Yamaha 31/5/2005 “Correre in Italia è sempre molto speciale perché da nessun’altra parte al mondo si trova la setssa passione per le corse di moto come in Italia,” dice Rainey. “Ho sempre avuto la sensazione che, a differenza di altri paesi, gli italiani capiscano perfettamente cosa significhi essere un pilota e correre per un mondiale. “In particolare, l’atmosfera del Mugello è incredibile. Il paddock è in un avvallamento e mi ricordo di nottate passate senza chiudere occhio nel mio motorhome a causa del casino che facevano i fan sulle colline attorno. Non mi sono mai lamentato per un paio di notti insonni – perché era bellissimo far parte di un momento così intenso!” Mentre folle di fan si sistemano sulle colline che circondano il pittoresco circuito, la pista si snoda in modo sinuoso nella valle e, nei ricordi di Rainey, proprio queste curve gli davano la possibilità di lasciarsi alle spalle i suoi perenni inseguitori Kevin Schwantz e Mick Doohan. La vittoria arrivò quindi in un momento cruciale della stagione e, mentalmente, significo un colpo di grazia per i due inseguitori a sole tre gare dalla fine del campionato. “Conosco benissimo questo tracciato con le sue sezioni in salita e discesa, che ai miei tempi erano molto distintivi perché la maggior parte delle piste ne erano sprovviste, e quel lunghissimo rettilineo dove Kevin e Mick riuscivano sempre a riprendermi! Rispetto a loro avevamo un velocità massima minore, ma la nostra messa a punto della ciclistica e del motore era perfetta e sulle curve io riuscivo ad andargli via. “Quell’anno vinsi sei gare e, quando lotti per il titolo tutte hanno lo stesso valore, ma la vittoria al Mugello è arrivata al momento più opportuno. Credo che diede a tutta la squadra una bella spinta per il rush finale e probabilmente ebbe anche effetti devastanti sui miei avversari. Ci diede l’ottimismo che ci vuole alla fine di una stagione e riuscii a tenermi il titolo grazie ad una vittoria ed un podio nelle due gare successive. Fui molto orgoglioso di vincere al Mugello.”
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