31/5/2005
Davide e Golia: Strazzari (Malaguti) risponde a Kanazawa
(Honda)
Al Mugello si terrà una riunione della MSMA, l’Associazione
che riunisce le Case. L’argomento all’ordine del giorno, ovviamente,
è il futuro delle piccole cilindrata, 250 e 125. Recentemente Carmelo
Ezpeleta, CEO della Dorna, ha rassicurato le squadre circa la possibilità
che nel futuro l’intero motomondiale possa correre con motori a
4 tempi e che le minoranze a 2 Tempi saranno salvaguardate. Opinione che
però cozza con quella del Presidente della MSMA stessa, Suguru
Kanazawa, che da bravo ingegnere non ha difficoltà a confessare
la sua predilezione per il 4T. Il fatto che Kanazawa sia un uomo della
Honda, secondo noi c’entra poco. Il futuro, oggi, è del 4
Tempi, ma certo nulla osta che una classe “semplice” come
la 125 possa proseguire ancora a lungo il suo cammino. Così come
la 250, cilindrata senza dubbio più formativa della 600 Supersport,
checché se ne dica.
E’ interessante, comunque, leggere l’intervento di Alberto
Strazzari, Presidente della E. Engineering, che com’è noto
segue la Malaguti, ben articolato e persino provocatorio. Il dibattito
è aperto.
“In questo periodo l’introduzione dei motori a 4 tempi nelle
classi minori della Moto GP è tema di grande attenzione –
ha detto Strazzari - Nelle parole di Kanazawa intravedo argomentazioni
che sono sicuramente pro domo sua…che la Honda voglia avversari,
abbia bisogno della concorrenza o si meravigli del fatto che i costruttori
europei abbiano paura del gigante giapponese.
Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione dove, se in GP1 non ci fosse
Valentino Rossi sulla Yamaha, le prime quattro posizioni della classifica
mondiale sarebbero tutte Honda, scenario che ritroviamo anche nelle prime
due posizioni della 250cc.
La 125cc è l’unica classe in cui nelle prime tre posizioni
ci sono marche diverse: KTM, Honda e Aprilia. Sicuramente, come dice il
Sig. Kanazawa, il mondo va verso il motore a quattro tempi, anche se l’elettronica
e la chimica (convertitori catalitici) permettono ai motori a 2 tempi
di piccola cilindrata di rientrare con ampio margine anche nel futuro
step Euro3. E’ comunque logico, per le aziende, investire sullo
sviluppo della tecnologia dei motori a quattro tempi. Quello che va valutato
bene e che Davide Brivio, Team Manager della Yamaha, ha sottolineato,
è che vanno difesi i team piccoli, che investono nei piloti giovani
e che creano i futuri campioni.
Se la classe 125cc, in futuro, dovesse essere sostituita da una 250cc
monocilindrica 4 tempi con la formula libera, gruppi come Honda o Yamaha,
che hanno molta esperienza con motori da 1000cc plurifrazionati, potranno
costruire motori competitivi con bassi investimenti, sfruttando le esperienze
della GP1. Così non sarà per tutte le case europee che partecipano
al Campionato mondiale 125cc (Aprilia, Derbi, Gilera, Ktm, Malaguti),
che dovranno partire da zero. Gli investimenti ed il tempo necessari ad
arrivare ad un livello di competitività pari a chi, da quattro
anni, costruisce motori da oltre 240CV/litro, saranno notevoli. Inoltre,
l’investimento economico di una squadra con motori a 4 tempi è
totalmente diverso rispetto a quello di una con motori a 2 tempi: questi
ultimi possono essere revisionati in pista dai meccanici anche tra una
prova e l’altra, mentre i motori a quattro tempi vanno preparati
in officina e sostituiti in pista. Ad una squadra con due piloti gli attuali
tre motori a gran premio (il terzo serve in caso di rottura totale di
uno dei due montati sulle moto), non basteranno più e dovrà
disporre di almeno due motori per le prove e due per la gara più
due motori di scorta. Se si considera che un motore a quattro tempi costa
almeno il 70% in più di un due tempi e che la revisione di quest’ultimo
è molto più economica, si può immaginare di quanto
lieviterà il budget di una squadra.
I correttivi possono venire dai regolamenti. La soluzione della Formula
1 (motori che devono durare per due gare) è solo apparentemente
valida, perché solo chi ha accesso a tecnologie ultra sofisticate
ed ultracostose può permettersi motori performanti ed affidabili
nel tempo. Mi viene in mente una proposta provocatoria che potrebbe permettere
di contenere i costi ed avere una classe entry level veramente competitiva.
Mi ispiro ad un vecchio regolamento delle gare di campionato Americano
di alcuni anni fa: la moto vincente poteva essere acquistata dopo una
asta tra i team interessati con un prezzo di inizio asta simbolico. Se
il regolamento sarà vincolante su alcuni parametri della geometria
del motore (dimensioni generali, inclinazione del cilindro, numero di
valvole ecc…), tutti avranno motori con caratteristiche simili e
quindi chi avrà un motore particolarmente competitivo e vincente,
a fine gara dovrà cederlo al competitore che avrà vinto
l’asta così chiunque potrà verificare i progressi
tecnici e restare competitivo. In questo modo nessuno avrà interesse
ad investire per produrre motori con caratteristiche così diverse
dalla concorrenza. La proposta, da un certo punto di vista, è chiaramente
assurda, ma non lo è più del pensare che la Malaguti, che
produce 65.000 moto all’anno, possa confrontarsi ad armi pari con
la Honda, che ne produce 12.000.000. Mi auguro quindi che il Sig. Kanazawa,
se vuole veramente confrontarsi con la concorrenza, tenga conto di questa
realtà”.
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