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1/5/2004
RS CUBE 2004 - Sulla strada della formula 1

Quando l'Aprilia presentò il suo motore tre cilindri, valvole pneumatiche, fu difficile non pensare al suo illustre precursore: il 3 cilindri 500 della MV Agusta pluri iridato con Giacomo Agostini.
In realtà, nonostante trent'anni di ricerca e sviluppo e diverse generazioni di propulsori, fra il tre in linea della Casa di Cascina Costa e quello dell'azienda di Noale, un punto di contatto c'era ed era forse il più importante: il motivo che aveva spinto entrambe le case a scegliere questo tipo di frazionamento.
Le possibilità, infatti, erano molteplici ed ognuna di esse aveva punti a suo favore, anche se poi in realtà le alternative si potevano ridurre a due grandi famiglie di motori: quattro cilindri in linea, oppure quattro, cinque o sei cilindri a "V" di diversa angolazione.
Ogni scelta, ovviamente, ne comportava una successiva, seguita da vantaggi e rinunce.
A seconda, infatti, che si fosse scelto un frazionamento a tre, massimo a cinque, o a sei cilindri, bisognava innanzitutto fare i conti con pesi crescenti imposti dal regolamento e poi con maggiori complessità costruttive.
A favore del tre, invece, oltre alla semplicità dello schema ed alla leggerezza c'era una indubbia parentela con i 10 cilindri attualmente in uso per la F.1. Più che un quarto di un V 12, infatti, il tricilindrico di Noale, con la sua cubatura di 990 cc poteva essere considerato un terzo di un attuale dieci cilindri di 3000 cc.
"Noi abbiamo optato per il tre cilindri perché ci consentiva un motore più compatto e leggero di 10 Kg - spiegava l'ingegner Claudio Lombardi, padre, oltreché del V-12 Ferrari, dell'RS3 Aprilia - L'unica altra opzione era un quattro cilindri, ma fronte marcia, perché un propulsore a V crea, in una moto, problemi di ingombri per gli scarichi e l'alimentazione. Detto per inciso un motore destinato alla GP1 è più complesso di uno destinato alla F.1. Innanzitutto la cilindrata unitaria è maggiore del 10%, con conseguenti aumenti dei pesi delle masse in rotazione e poi, per questione di ingombri, siamo costretti ad utilizzare misure meno superquadre, quindi raggiungere gli alti regimi è più complicato, anche se un F.1 oggi, sfiora i 19.000 giri".
Proprio per questo motivo il motore della Cube è nato con la distribuzione pneumatica delle valvole. La soluzione comune, tanto da essere considerata un "must", in F.1, che invece fra le due ruote è ancora una rarità.
"Il propulsore dell'Aprilia è di altissima tecnologia - spiega l'ingegnere torinese - oltre al fiore all'occhiello delle valvole pneumatiche, che ci consentono di raggiungere e superare i 16.000 giri, abbiamo il controllo dell'acceleratore ride-by-wire, mentre l'intera elettronica è prodotta in casa.

Ciò vuol dire che nel futuro si può pensare di integrare, perché ne abbiamo le possibilità, tutti quei dispositivi elettronici che la F.1 ha reso famosi: dal traction control al launch control per le partenze assistite ed il wheelie control".
Può sembrare, mentre si insegue ancora l'obiettivo del podio, un guardare troppo avanti, quello dell'ingegner Lombardi. In realtà, invece, è l'approccio giusto, quello seguito dall'Aprilia fino a questo momento.
Mentre, infatti, la RS "Cube", giunta alla sua terza stagione di corse, è impegnata in pista è ormai pronta l'evoluzione che dovrebbe debuttare da metà stagione.
Costruito da tempo interamente a Noale, infatti, il tricilindrico è stato ridisegnato e reso più compatto per un migliore inserimento nel telaio. In particolare per permetterne l'avanzamento verso la ruota anteriore il comparto pompe dell'olio (ben tre) è stato spostato indietro. Ciò ha permesso anche l'utilizzo di un forcellone posteriore più lungo.
Nel frattempo la potenza è cresciuta di oltre 5 cv mentre nel contempo si è allargato il regime di utilizzazione. Un insieme di migliorie che consentono al pilota di avere un motore molto più sfruttabile.
Nato per essere il miglior motore della MotoGP, il tricilindrico Aprilia deve ancora dimostrare di esserlo, certo è, però, che mentre la ciclistica nel quale è inserito viene affinata, alcune delle soluzioni tecniche del propulsore della "Cube" vengono analizzate dalla concorrenza, in vista di una futura applicazione. Una dimostrazione che la casa veneta aveva visto giusto.

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