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il fatto 27/6/2006
Capirossi ora è più tranquillo, ma Donington è un incubo

Donington è un circuito con la reputazione di essere una vera sfida sia per i piloti che per le moto. Una reputazione che si è ulteriormente rafforzata con l'estensione del 1987, fatta per permettergli di poter entrare a far parte del calendario del Motomondiale. Questa "aggiunta" ha aumentato la complessità del circuito che può essere suddiviso in due sezioni molto diverse fra loro. La prima, che va dal rettilineo di partenza fino alla curva a destra del Coppice Corner, è una sequenza fluida di curve da affrontare a velocità medio-alte che si tuffa dalle Craners Curves all' interno del vecchio tornantino per poi affrontare la Coppice.
Da questo punto, e con un estremo contrasto, il circuito continua con un percorso che richiede una serie di "stop-and-go" e tornantini racchiusi tra le Fogarty Esses e la curva Goddard. Già questa caratteristica da sola rende il processo di settaggio della moto difficile, visto che per ottenere un giro veloce è necessario trovare un buon compromesso per un assetto che sia in grado di affrontare le diverse situazioni.

Se a questo si aggiunge la mancanza di grip, che alcuni dicono essere la causa dei residui di kerosene lasciati dagli aerei che partono dal vicinissimo aeroporto di East Midland, si capisce come il risultato migliore andrà a quei piloti che saranno in grado di guidare al massimo nonostante il necessario compromesso nell'assetto della ciclistica.
Detto ciò, così ad occhio, Donington non sembra proprio il tracciato ideale per un Loris Capirossi ancora in difficoltà e lontano dall’aver ripreso fisicamente.
“Psicologicamente l’ultima visita a cui si è sottoposto a Montecarlo, martedì scorso – racconta il suo manager, Carlo Pernat – l’ha quantomeno tranquillizzato. Bisogna capirlo, Loris: lui vive ancora la caduta dello scorso anno a Phillip Island, quel tubo di drenaggio inserito nel polmone…ora che sono esclusi ulteriori danni alla pleura ha solo bisogno di stare tranquillo. Certo, le cure alle quali si è sottoposto ad Assen non ha dato il risultato sperato…tutte quelle iniezioni alla fine non sono servite a niente, o quasi. Per questo il dottor Costa, ora, in vista di Donington, sta studiando qualcos’altro. Comunque Capirossi a Donington ci sarà, ovviamente, e proverà”.
“Adoro questa pista, è una delle mie preferite - commenta Loris che lo scorso anno vi arrivò dopo un attacco di gastroenterite. La prima parte è la migliore, dal Redgate fino al rettilineo di ritorno, ma quella che preferisco in assoluto è la discesa verso la Craner: lì, per essere veloci, bisogna davvero avere del coraggio! L'ultimo pezzo invece, lento, pieno di curve strette dove bisogna frenare bruscamente e accelerare a marce basse, mi piace meno. Questo tipo di layout va bene per le 125 e le 250, mentre non è semplicissimo con così tanti cavalli da gestire".
L’anno passato Loris, sotto la pioggia, in una situazione di difficoltà estrema per la scivolosità della pista, si piazzò in sesta posizione. La mappa del circuito evidenzia le velocità ed i giri di quella difficile corsa sul bagnato.

Da allora, però, la Desmosedici è molto migliorata nella gestione del motore ed anche le Bridgestone, già buone sul bagnato, hanno fatto un ulteriore passo in avanti. Però rimane il fatto che quella inglese è una pista difficile: sul bagnato bisogna prestare l’attenzione massima, sull’asciutto le frenate sono brevi ed intense.
Insomma, chiede molto al pilota. Per questo motivo i tecnici della Ducati dovranno studiare una ciclistica che offra un buon equilibrio durante le staccate e le accelerazioni.

Uno squilibrio a favore delle accelerate rischia di far perdere la stabilità durante le frenate nella seconda parte del tracciato, mentre uno squilibrio nel senso opposto potrebbe rendere la moto difficile da guidare nella serie di curve veloci con cui si apre il circuito. L'esperienza insegna che la prima parte del circuito è quella da cui dipende un giro veloce, mentre un buon set up per la seconda parte - l'aggiunta piena di stop-and-go - può aiutare i piloti a superare in gara.
Se ad Assen Loris Capirossi ha preso il punto della bandiera, dal GP d’Inghilterra si aspetta molto di più: vuole tornare in corsa per il mondiale.

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