il fatto 20/6/2006
Uncini: l’incidente di Barcellona? inevitabile
di Andrea di Marcantonio
Davvero delle immagini che ricorderemo per molto, molto tempo.
La rossa Desmosedici di Gibernau che si stringe verso la moto di Capirossi,
quel ginocchio che urta il manubrio, forse in prossimità della
leva del freno anteriore, la moto che vola in aria, Sete che batte violentemente
la testa sull’asfalto mentre anche Capirossi cade; e poi Marco Melandri
che si trova in un groviglio di parti in movimento… Tutti sembrano
non fermarsi più, anche quando la scena ripresa dall’alto,
da idea della forza bruta della carambola che si conclude nella ghiaia
del circuito di Catalunya. Poteva andare peggio ma, per fortuna, questa
volta la sorte ha sorriso un po’ a tutti in terra spagnola…
Così si è ripresentato un problema già
visto in precedenza: quello del contatto fisico, del corpo a corpo tra
i piloti (ultimamente di “moda” un po’ in tutte le classi)
sul filo dei 250 km/h. E allora, esiste una soluzione al problema? Cosa
si potrebbe fare per evitare che i manubri si aggancino o che un ginocchio
di un pilota finisca inavvertitamente sulla leva del freno anteriore di
un avversario che tenta lecitamente un sorpasso nelle primissime (e concitate)
battute iniziali del GP? Certo sul piano della sicurezza tanto è
stato fatto. Lo dimostra il fatto che spesso tutto si risolve con qualche
ammaccatura punto e basta. Caschi, tute, guanti e stivali oggi proteggono,
accolgono, abbracciano i piloti molto più che in passato, anche
se il problema non è a valle ma a monte, sulla moto. Le MotoGP
2006 sono più piccole di un paio di stagioni fa e lo saranno ancora
di più – probabilmente – nel 2007.
Le carene si fanno esili, le superfici frontali ormai servono
praticamente solo per l’abduzione dell’air-box, così
come serbatoi sottili e manubri raccolti obbligano il pilota a rimanere
giù, in quella minima sezione di plexiglas frontale… Qualcuno
ha mosso i primi passi verso una possibile quanto ipotetica soluzione,
ovvero dotare i manubri di speciali collarini del tipo già utilizzato
nel fuoristrada; soluzione su cui riflettere, anche se questo elemento
potrebbe diventare un deterrente in caso di caduta e causare altri “effetti
collaterali”, come ad esempio far rimanere agganciata la mano del
pilota. Con ovvie e ancor più devastanti conseguenze… In
mezzo a questi dubbi, abbiamo voluto sentire un parere fuori dai denti:
quello di Franco Uncini, responsabile della sicurezza dei circuiti, sempre
molto diretto e schietto nel suo pensiero e nelle affermazioni. Visto
che il suo punto di vista non è solo un parere dalla corsia box,
ma una voce di parte di chi conosce profondamente i rischi del mestiere…
Che cosa hai pensato domenica scorsa davanti a quelle immagini
che hanno lasciato attoniti milioni di appassionati…
Siamo stati tutti molto in tensione e ci siamo tutti molto preoccupati
mentre scorrevano quelle immagini sui monitor… Il Direttore di gara
non c’era in quanto era impegnato sulla griglia di partenza per
dare il via; in quel frangente eravamo solo io e Claude Dennis della Federazione
che dovevamo prendere una decisione importante, cioè dare o meno
la bandiera rossa per interrompere la gara. Quei momenti sono stati momenti
di panico perché il Direttore Medico, Dr. Claudio Macchia Godena,
era in contatto con i medici in pista, i primi ad accorrere sul punto
dell’incidente dov’erano a terra Capirossi, Melandri e Gibernau;
ovviamente, per la particolare condizione verificatasi, i medici non potevamo
preoccuparsi di rispondere alla radio…
Questo ci ha impedito una comunicazione ma soprattutto di capire chiaramente
cosa fosse realmente successo ai piloti. Non avendo notizie abbiamo deciso
di utilizzare la bandiera rossa per bloccare la gara.
Una provocazione: eventuali “responsabilità”
di uno o l’altro parlando di piloti - cosa si può fare in
futuro per evitare situazioni simili?
Non correre più! Situazioni come quello avvenute al via del GP
di Catalunya sono incidenti di gara, non puoi fare nulla per evitare queste
casualità che, per fortuna, capitano molto di rado.
Non credi che nella ricerca esasperata di una maggiore ricerca
aerodinamica alcune parti siano più esposte al contatto?
Assolutamente no. I manubri sono esattamente come erano anni fa e non
sono tanto più fuori rispetto al passato; certo le moto sono più
strette, più piccole ma tutto è proporzionato e la ricerca
non è così esasperata… Lo ripeto, sono incidenti di
gara difficili da evitare. Si è parlato di eventuali protezioni
a copertura parziale delle leve freno e delle manopole ma poi bisognerebbe
fare i conti con il pericolo che, in caso di scivolata, le mani possano
rimanere incastrate con altre dannose conseguenze per il pilota. In momenti
critici come una caduta, entrano in gioco delle forze e delle energie
incredibili, per cui, a mio avviso, è auspicabile di non vedere
più incidenti del genere… Ben poco si può fare però
per evitarli visto che fanno parte del gioco.
Hai raccolto qualche commento da parte dei piloti o dagli altri addetti
ai lavori? Molti appassionati sono rimasti senza parole…
I piloti sono tranquilli che il danno subito fortunatamente non è
stato pari a quanto abbiamo visto; Loris Capirossi e Marco Melandri come
saprete saranno ad Assen… Dobbiamo essere tutti molti felici che
tutto si è chiuso per tutti con conseguenze limitate. Fa piacere
scoprire che gli appassionati hanno vissuto con emozione questa vicenda,
il pubblico ci tiene, qualcuno cerca di trovare una soluzione o soluzioni
e trovo giusto che ci si interessi a questo, ma, purtoppo, tutte le cose
hanno un rovescio della medaglia e quindi è giusto valutare quando
agire o quando non farlo.
Da ex pilota, cosa credi possa rimanere nella testa di un pilota
dopo una carambola così devastante?
Non avendo subito lesioni importanti, alla fine non credo che l’incidente
al via del GP di Catalunya non lascerà tracce nei piloti; ritengo
che quanto accaduto, non essendo causato da un’anomalia tecnica
legata alla moto, ai pneumatici, ecc, non toglierà in loro la fiducia,
proprio perché non appartiene ad una tipologia di situazione che
può farti perdere sicurezza in te stesso o nella moto. Tutti ci
stiamo illudendo che, con la maggiore sicurezza dei circuiti, la sicurezza
delle protezioni che indossano non possa mai accadere nulla…Invece
dobbiamo pensare che questi piloti arrivano alla prima staccata a velocità
impressionanti, tutti così vicini in sella a delle moto piccole,
tutti fattori che contribuiscono al rischio di un contatto |