24/1/2006
Premiata ditta Roberts
& Roberts
Non ci credeva nemmeno lui, di farcela in poco più di
due mesi. Sessantasette giorni, esattamente, sono infatti stati sufficienti
a Kenny Roberts senior per assemblare la KR5, motorizzata Honda. Un accordo
realizzato
a tempi di record, grazie anche alla diminuzione di moto in pista che
ha spaventato la Dorna trasformando Carmelo Ezpeleta in un potente alleato
dell’ex iridato americano.
“Quando è stata varata la norma sulla riduzione della cilindrata,
da 990 a 800 cc - ha spiegato il californiano - sono andato immediatamente
a bussare alla porta della Honda, chiedendo loro il cinque cilindri della
RC211V. Ottenerlo non è stato difficile, ed il primo esemplare
è arrivato nel mio reparto corse a Bambury, poco più di
due mesi fa”.
Quasi contemporaneamente è rimasto a piedi sia Max Biaggi che Roberts
junior.
“Chuck Aksland – il team manager della squadra – a titolo
informativo, andò a chiedere alla Honda se sarebbe stato possibile
avere Biaggi. La risposta fu subito un netto no. Non so cosa abbia detto
o fatto Max all’HRC, quel che è certo, comunque, è
che non vogliono avere più a che fare con lui. Con mio figlio,
Kenny Lee, invece, non ci sono stati problemi. Lui è un pilota
veloce, ma si era intristito a forza di guidare la Suzuki. Ad Hamamatsu
fanno tuttora le corse come si facevano venti anni fa, e si vede osservando
le loro moto, che sono le uniche a sembrare ancora realmente artigianali,
fatte a mano. Secondo me è un sistema che non paga, ma...”
La Honda a Kenny Roberts ha fornito motore ed elettronica. Con l’obbligo
di non toccare niente.
“Non voglio toccare niente! – scherza Kenny – dopo anni
passati a cercare di fare assieme i motori è un ssollievo dover
solo mettere benzina…e non doversi preoccupare delle perdite d’olio.
Anche Junior è soddisfattissimo, dell’erogazione, della potenza
e dell’accelerazione. Non abbiamo avuto problemi fin dalla prima
uscita, che è questa. La moto è stata
costruita in appena sessantasette giorni, utilizzando, della vecchia KR-KTM,
praticamente solo il forcellone, e particolari minori, come l’air
box”.
Giusto il tempo per assemblarla e spedirla a Malesia.
“La Honda ce ha dato cinque motori, che utilizzeremo a rotazione.
Il prossimo esemplare, con alcune correzioni, sarà pronto la prossima
settimana”.
L’utilizzo del motore della Rc211V ha portato in dote al team anglo-americano
anche le gomme Michelin.
“E’ stato, questo, un altro punto a nostro favore. Nel passato,
infatti, dovevamo combattere con lo sviluppo del motore senza sapere,
nel contempo, dove eravamo con le gomme. Il che rallentava anche lo sviluppo
del telaio. Le piccole squadre semplicemente non possono farcela e ciò
inficia anche i risultati, che a loro volta impediscono di poter offrire
qualcosa di valido agli sponsor.
E’ un serpente che si morde la cosa. La soluzione
attuale, invece, ci faciliterà anche sotto questo punto di vista.
Certo, il sistema attuale non funziona, è chiaro. La Dorna ha deciso
di lavorare con le Case, chiedendo loro, a partire dal 2007, di schierare
quattro moto ciascuna. Non so se sarà possibile, comunque l’intenzione
di Ezpeleta non è quella di uccidere i team privati, ciò
non toglie, però, che sia necessario mettersi tutti attorno ad
un tavolino, team, case e sponsor, e trovare una soluzione. La realtà,
infatti, è che mentre la F.1 si sta interrogando su come ridurre
i costi, nella MotoGP questi continuano ad aumentare. La cosa non sarebbe
preoccupante se aumentassero, contemporaneamente, anche i finanziatori,
ma non è così ed ormai tutti dovrebbero essersene accorti”.
Lui, l’amerikano, lo va predicando da anni. Se nel passato, però,
la sua voce aveva il tono dimesso di chi si è stancato di parlare
controvento, oggi ci leggiamo entusiasmo.
Se alla fine della stagione Junior si ritrovasse davanti alla sua ex squadra,
la Suzuki, qualcuno dovrebbe cominciare a seguire l’esempio del
Maestro.
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