il fatto 27/2/2006
Rossi: “la F.1?
E’ secondaria rispetto alla MotoGP”
Ha parlato di un ritorno al passato, Davide Brivio, per spiegare
quelle due pennellate che, passate sul cupolino della Yamaha M1, strizzano
l’occhio al campionato AMA: era un po’ di tempo che, sulle
moto, non si vedevano le targhe portanumero, ma la loro riapparizione
conferma, tutt’al più, che anche per i vincenti apparire
conta quanto essere.
Detto questo la conferenza stampa di presentazione del team Camel-Yamaha
non ha aggiunto molto al diluvio di parole speso attorno a Valentino Rossi,
vera e propria macchina mediatica, qualunque oggetto a motore guidi.
Per fortuna ci ha pensato lui stesso a dire qualcosa di nuovo sul suo
futuro di motociclista.
“Il mio impegno in F.1 è sempre stato secondario rispetto
alla moto – ha rivelato il re della MotoGP – tanto più
ora che il motomondiale sta per iniziare. In realtà non ci sarebbe
problema: auto e moto sono così diverse, da condurre in pista,
che non si rischia di fare alcuna confusione. Si potrebbe provare al mattino
una F.1 ed una moto al pomeriggio”.
In attesa che Vale ci faccia vedere come si fa, aprendo l’ennesima
nuova frontiera, Colin Edwards ha commentato.
“Io non faccio il tifo affinché Rossi vada via: stare alla
Yamaha mi piace anche perché c’è lui”.
Un compagno di squadra perfetto, Colin, altro che Barrichello, e per questo
motivo sarà il texano, assieme a Rossi, a portare avanti lo sviluppo
della M1 del futuro, quella che nel 2007 avrà il motore di 800
cc.
“Sì, la proveremo noi due – ha confermato Rossi –
qualunque cosa accada ed io decida di fare nel futuro. La Yamaha, del
resto, è abbastanza avanti nello sviluppo”.
Tanto da essere, oggi, la moto da battere?
“Non siamo superiori alla Honda, meccanicamente, la nostra forza
è la squadra”, ha ribadito Valentino che, sollecitato, ha
indicato anche i suoi probabili avversari. Presenti ed assenti.
“Sarà un campionato difficile, perché c’è
stato un salto generazionale e ci sono molto giovani. Manca qualcuno dei
vecchi, come Biaggi, ed è un peccato, ma mi aspetto gare molto
combattute e divertenti. Un nome? Melandri”.
Sul numero di vittorie che spera di conquistare nel 2006, invece, il pescarese
è rimasto sul vago, al contrario di Edwards che ne ha promesse
“almeno due”.
“L’anno passato iniziammo il mondiale con qualche problema,
ma poi vincemmo sette gare su otto, all’inizio. Non vorrei che quest’anno,
con una moto che va decisamente meglio, andasse peggio. La realtà
è che io so di iniziare il campionato con un bersaglio sulla schiena:
tutti mi vogliono battere. Però sono abituato”.
Il resto sono state battute su fatti noti: il “chattering”,
sul quale ha scherzato anche il numero uno di Camel, Roberto Zanni, reduce
da un incidente motociclistico (“io sono bravo, colpa della moto
che non era una Yamaha”),
le parole di conforto per Giorgio Rocca (“se la gara fosse stata
all’inizio del programma olimpico avrebbe avuto meno pressione”),
l’inevitabile battuta sullo sport più seguito (“per
chi ho tifato: per il curling”) ed infine una certezza: non rivincere
il titolo non sarebbe sufficiente per farlo decidere a restare in MotoGP
(“E’ una opzione alla quale nemmeno ho pensato”).
Insomma, la caccia a Rossi è ufficialmente aperta, e dalla bocca
di Rossi è uscito appunto un solo nome, quando gli è stato
chiesto di citare un avversario, quello di Melandri. E poiché è
stato proprio Marco il pilota che lo ha battuto nelle due ultime gare
c’è da chiedersi: cacciatore o preda?
|