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Makoto Tamada: la storia
Makoto Tamada: scheda

Tamada, il destino del samurai della Bridgestone
Grazie al terzo posto conquistato a Rio, davanti a Max Biaggi, Makoto Tamada ha risvegliato l'interesse degli appassionati sui progressi compiuti dalla Bridgestone, che equipaggia la sua Honda RC211V "clienti". In Brasile, però, non è stato solo grazie alle gomme che il simpatico Makoto è andato forte. Il pilota giapponese, vice-campione nazionale della Superbike, si è dimostrato infatti un gran staccatore, cosa che potrebbe aiutarlo nel GP del Pacifico, sulla pista di casa di Motegi.

"Sono consapevole di essere in grado di lottare con i primi, ma a Rio le condizioni erano ottimali - spiega, modesto,Tamada- tutto era quasi perfetto. Quando il "pacchetto" di cui disponi è molto buono i risultati arrivano, in simili condizioni anche altri piloti posso emergere, non devo quindi sentirmi appagato e devo cercare di fare sempre di più".

In Brasile, comunque, Makoto ha disputato una gara perfetta.

"Beh, perfetta… diciamo una buona corsa, se la condotta di gara fosse stata perfetta avrei vinto", scherza Tamada, con la mente già proiettata sul GP di Motegi.

"E' un circuito che conosco molto bene - spiega - quindi voglio trovare al più presto possibile il giusto assetto della mia moto per lavorare in previsione della gara senza avere la preoccupazione di dover fare un buon risultato a tutti costi".

Forse sente un po' la pressione di correre in casa, il pilota del team Pramac.

"No - risponde - non sento l'obbligo di fare un buon risultato, né una pressione particolare. A Motegi ho corso due gare nella classe 250cc, e sei o otto volte, non mi ricordo con precisione, con le Superbike…ed ho dei buoni ricordi: ho vinto cinque volte e credo di essere ancora titolare di un record della pista".

Dei rookie della classe regina sicuramente Makoto Tamada è uno di quelli che si è distinto di più.

"Quello della MotoGP è un campionato straordinario, di altissimo livello sotto il profilo tecnologico - spiega, poi aggiunge - anche per il livello "stellare" di alcuni piloti. Un sogno, il massimo, ma per sentirmi perfettamente in sintonia devo e voglio vincere una gara".

Il terzo posto di Rio ha iniziato a dare a Tamada le soddisfazioni che cerca, ma anche qualche responsabilità in più. E' lui, infatti, il pilota giapponese emergente nella categoria.

"Sento un po' il peso di questa responsabilità - ammette - ma cerco di non farci caso per concentrarmi al massimo in questo periodo molto importante della mia carriera. In questo momento non penso assolutamente alla classifica, il mio obiettivo è crescere sempre di più e soprattutto di vincere una gara prima della fine dell'anno".

Con quali obiettivi futuri?

"Chi fa il mio mestiere ha un solo, vero, unico obiettivo, diventare un giorno il migliore del mondo".

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