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l'intervista 16/10/2006
Hayden dopo la gara dell'Estoril

Il pilota Nicky Hayden, a (secondo noi) torto o a ragione, non ha mai convinto del tutto: e non è un campionissimo, e quando è davanti non ha il passo, e quando ha l’occasione non affonda… Ma su una cosa nessuno ha mai avuto il minimo dubbio: l’uomo Nicky Hayden è una grande persona.
Per questo nessuno si è stupito se appena due ore dopo aver visto (quasi) andare in fumo il sogno della sua vita, si è presentato puntuale all’incontro con la stampa, senza rinvii o mugugni, senza far aspettare nessuno, senza chiudere la porta a nessuno. Nemmeno al suo compagno di squadra, al quale pochi minuti prima, privatamente, era stato capace di stringere la mano con sincerità, non per una cerimonia di facciata a beneficio dei fotografi, come spesso abbiamo visto fare in passato.
Non è nemmeno un santo, Nicky, e la domanda quasi più disperata che rabbiosa urlata al collega dopo la caduta “You, motherfucker, why me?” l’ha letta il mondo intero dalle sue labbra, in televisione. Ma quando si è seduto al tavolo per rispondere alle domande, nonostante la voce strozzata, le sue parole sono state quelle di uno sportivo vero, di come ce ne sono pochi.

“Non so cosa dire, davvero, so solo che fa male”, ha cominciato, cercando di spiegare emozioni impossibili da spiegare. “Oggi la mia moto andava benissimo, avevo montato una gomma dura che era semplicemente perfetta. Voglio dire, non potevo nemmeno credere quanto a posto mi sentissi. Ero molto più veloce di Edwards e stavo giusto pensando che l’avrei passato il giro dopo, in frenata nella parte veloce. Volevo andare a vedere che carte aveva in mano Valentino, sapevo di poterlo fare e non posso credere a ciò che è successo. Buttato a terra dal compagno di squadra, la cosa peggiore che si possa pensare.
Si perché, voglio dire, non sono io che firmo gli assegni per Dani e non posso dirgli quello che deve fare: non mi aspettavo certo che si facesse da parte e mi lasciasse passare, ma nemmeno quello che è successo. Non avevamo ordini di scuderia, la Honda non gli ha mai chiesto di non guidare in modo duro con me, solo che, mentre stavo lì, con Edwards davanti, sapevo benissimo che lui stava perfettamente seguendo il suo piano… e questo avrei voluto avessimo anche noi, un piano.

Pensi di poter dividere il box con Pedrosa un altro anno?
Si, lo sapete, siamo dei professionisti, facciamo il nostro lavoro. E’ venuto a parlarmi ed io sono sicuro che odia ciò che ha fatto. Voglio dire, lo odia sinceramente, anche per se stesso perché lo fa apparire in un modo orribile. Ma, onestamente, mi piacerebbe pensare che avesse visto quanto ci stavo mettendo (la voce gli trema a questo punto ndr) quanto fosse importante per me. Martedì quando tutti erano già tornati a casa io ero rimasto lì a provare. Voglio dire, chiunque abbia un po’ di cuore lo può capire. Il titolo mondiale: non ti capita tutti i giorni, non è che adesso mi posso dare una spazzolata e ricominciare domenica prossima. Mi può costare il campionato. E’ qualcosa con cui potrei dover vivere il resto della mia vita. So che sta male, so che Dani non è quel genere di pilota e so bene che non l’ha fatto apposta. So che sabato ci è rimasto malissimo quando Stoner gli ha rovinato il giro, e, in verità, mi ha detto che in sei anni non ha mai buttato in terra nessuno”

Cosa gli hai detto lì, in pista?
“Non l’ho davvero visto in pista. Ho girato la testa mentre stavo scivolando, per vedere chi era stato ed ho visto che era Dani. Non me lo aspettavo da lui. Sapete, c’è qualcuno da cui puoi aspettartelo ma, voglio dire, questo ragazzo ha vinto tre mondiali, pensi che sappia cosa sta facendo. Quasi non ci credevo fosse lui, non è una delle sue mosse.

A ruoli invertiti cosa avresti fatto?
Lui aveva ancora una possibilità per il mondiale ma io sono un uomo di squadra (lett. “team player” ndr). Non so cosa abbia dichiarato prima della gara, o se qualcuno glielo abbia mai chiesto, ma per quanto mi riguarda non gli sarei mai stato addosso, non gli avrei fatto la guerra. Non al mio compagno di squadra, non per un mondiale. Probabilmente con un pilota Honda di un’altra squadra, sì. Ma come ho già detto la Honda non gli ha chiesto niente, lui non aveva ordini di scuderia da seguire. Lo pagano per guidare forte e lui stava guidando forte.

Pensi sia più colpa della Honda che di Pedrosa?
“Non sono qui per puntare il dito. Cosa volete dire? So bene che è dall’inizio dell’anno che tutti vogliono farci litigare, che distorcono le dichiarazioni mie e di Dani per metterci l’uno contro l’altro. E questa sarebbe l’opportunità perfetta. Quello che voglio dire è che non mi aspettavo che la Honda gli chiedesse di farsi da parte per lasciarmi passare, solo che avessimo un piano. Voglio dire, andiamo, quindici gare fatte ed il mondiale in palio, sette Honda in pista.. era perfettamente chiaro che Colin avrebbe fatto il possibile per Rossi, pensate se invece si fosse messo a stargli addosso. Certo, non mi aspettavo che Dani mi aiutasse ma, andiamo, nemmeno quello che ha fatto.

Il campionato non è ancora finito…
“Non è finito! Non è finito fino all’ultimo. Stavo lì nel motorhome a fare il tifo per Elias e Roberts come nemmeno i loro genitori stavano facendo, ne sono sicuro. E’ vero comunque che a Rossi non serve nemmeno vincere a Valencia… voglio dire sappiamo come sono le gare ma conosciamo anche com’è Valentino: siamo realisti otto punti di vantaggio e una sola gara davanti…

Questo episodio ti farà comunque cambiare idea sull’uomo Pedrosa?
“Non voglio nemmeno parlarne, davvero non voglio. Grazie a Dio non mi avete intervistato quando sono tornato al motorhome. Come ho già detto Dani è venuto da me e ci siamo stretti la mano. Il ragazzo era…. detesta ciò che ha fatto. Voglio dire, non è solo per me, è un disastro per tutta la squadra. Lui si è fatto male un dito, io la spalla anche se non importa nemmeno questo. Sono i punti persi, è quello che conta. Pensare che Rossi nella posizione in cui è ora possa fare un errore… sappiamo bene che non è probabile. Ma andiamo a Valencia per vincere, il mondiale non è finito. Sapete, non so se ho davvero perdonato del tutto Dani ma glielo ho detto, gli ho detto che c’è un solo modo in cui può ripagarmi ed è che facciamo primo e secondo a Valencia. E’ ancora possibile, ed è quello che gli ho detto prima che se ne andasse. Onestamente, spero che non lo sospendano, perché ho bisogno di quel ragazzo.

(FDZ)

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