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Melandri al Sachsenring 27/7/2005
Melandri ed i segreti del Sachsenring

“E’ un bene che si corra subito la prossima settimana prima della pausa estiva” ha commentato Marco Melandri a Donington Park subito dopo la gara. “Voglio guardare avanti, alla prossima gara. In Germania spero di trovare il sole e pista asciutta.”
Marc! o Melandri si è fermato ancora due giorni in Inghilterra nella sua casa di Derby prima di trasferirsi sulla pista tedesca. Per lui due giorni di riposo alternato all’allenamento nella vicina palestra di Derby, super attrezzata e con un ottimo termario.
Archiviato il Gran Premio d’Inghilterra, Marco Melandri guarda con fiducia al GP di Germania, decima tappa della stagione.
Su questo tracciato Marco Melandri ha trionfato nelle classi minori, vincendo nel 1999 in 125 per poi tornare sul primo gradino del podio nel 2001 e nel 2002 nella quarto di litro.

“La pista del Sachsenring è un tracciato tortuoso che poco si adatta alle caratteristiche della MotoGP perché è molto lento. La prima parte è molto stretta, lenta e non si riesce ad aprire il gas più del 30%. La pista diventa più veloce nella seconda parte, caratterizzata da una serie di curvoni a sinistra e dalla discesa”.

Qual’è la migliore sessione della pista?
“La parte che preferisco è la sessione compresa tra l’Audi Bruecke e la Sachsen Kurve”.

Qual’è il miglior punto per superare?
“Su questa pista la MotoGP fatica ad esprimere la propria potenza per cui risultano difficili anche i sorpassi. I migliori punti per superare sono la frenata alla fine del rettilineo di partenza e la staccata alla Sachsen Kurve”.

Quale è il segreto per un buon giro?
“Qui è fondamentale il controllo del gas”.

Com’è l’atmosfera?
“L’atmosfera che si respira al Sachsenring è bella. Ci sono tanti spettatori ed essendo una pista piccola il pubblico è concentrato e dalla pista riesci a sentire il calore del pubblico”.

Quali sono i tuoi ricordi legati a questa pista?
“Il miglior ricordo: su questa pista ho conquistato la mia prima vittoria nella quarto di litro nel 2001. Il peggior ricordo: la caduta con la Motogp nel Gran Premio 2004.”

Raccontaci un po’ il giro ideale al Sachsenring.
“Il rettifilo di partenza è in salita. La prima frenata è molto difficile perché è cieca, quando inizi a frenare infatti non vedi ancora la curva che si affronta passando dalla sesta alla seconda marcia.

La COCA-COLA KURVE è lenta, non troppo significativa a livello di tempo sul giro ma difficile perché cambia molte volte pendenza. È importante avere una buona percorrenza perché in uscita non si riescono ad usare tutti i cavalli.

Dopo la prima curva ci si immette in una discesa – questa è una parte molto tortuosa che si affronta in seconda marcia. Si tratta di una “esse” particolare: dopo la prima curva a destra ci si immette in una curva a sinistra per poi affrontare una lunga curva a destra sempre in discesa che a metà chiude ancora di più ed inizia a salire. È un tratto difficile pe! rché ingannevole, infatti invita ad entrare molto forte quando invece è più importante essere scorrevoli.
Nella salita si inserisce la terza marcia per iniziare quella che è la parte più noiosa del circuito.

Si affronta una lunga curva a sinistra dove si sta piegati molto tempo, la pista continua a salire mentre il pilota continua in piega sempre sulla sinistra sfruttando non più del 20% di gas. (KARTHALLEN). Sempre mantenendo la piega sulla sinistra la pista inizia a scendere, la curva si velocizza un po’ e, sempre da piegati si inserisce la quarta prima di affrontare l’ultima parte della curva che è un bel curvone da quarta (AUDI-BRUECKE).

Si giunge alla parte bassa del circuito caratterizzata da un leggero rettifilo in pianura che si affronta in quarta per poi frenare ed iniziare una curva a sinistra molto bella e veloce che si fa in quarta. In uscita di curva si apre piano piano fino a dare tutto il gas perché la pista iniz! ia a salire. È una salita impegnativa perché in quarta occorre reinserire la moto ancora con il gas in mano per un’altra curva sulla sinistra (SACHSEN KURVE).

Appena si chiude il gas, si scala di una marcia per poi affrontare in terza una curva molto difficile poiché si entra molto forte, a metà chiude il raggio della curva, bisogna iniziare a rallentare, spigolare la moto e cercare di uscire molto stretti e a velocità sostenuta per sfruttare al massimo la discesa. Nel cambio di direzione si inserisce la quarta marcia per poi iniziare ad aprire tutto il gas piegando sulla destra per entrare nella discesa più ripida che conduce alla parte più bassa del circuito.

In questo rettilineo molto breve si arriva anche ad inserire fino la sesta, qui si raggiunge la velocità maggiore, come sul rettifilo di partenza. Segue una staccata molto bella, dalla sesta alla seconda, si entra in una curva a 90° che si percorre in seconda, si esce forte si in! serisce la terza per poi entrare in seconda nell‘ultima curva, la QUECKENBERG. Una curva difficilissima perché sale moltissimo. Qui è fondamentale cercare di uscire forte per fare un buon giro.

Il segreto per un buon giro sta nel controllo del gas perché passi tanto tempo a parzializzare bene il gas.”

(a.f.)

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