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l'intervista 30/6/2006
Fiorani: Rossi attento, Hayden è uno tosto

di Andrea Di Marcantonio
Carlo Fiorani è stato per sei lunghi anni la voce Honda nella MotoGP. Più alti che bassi, soddisfazioni, i titoli con Rossi, il delicato rapporto con HRC e Max Biaggi, una vita spesso stressante ma che ha sempre vissuto con entusiasmo e grandissima passione. E oggi l’avventura nel Mondiale SBK: piloti diversi, meno pressing, più autonomia individuale, ma stesso stile, più orientato ad apportare la sua esperienza che a discutere di cose che fanno intuire la non facile la gestione dei rapporti con i colleghi giapponesi… Pausa di riflessione quindi ma con il cuore alla MotoGP, dove, prima o poi, spera di ritornare magari al fianco di Valentino Rossi. Carlo , in questa fase della sua carriera, ci ha raccontato, fatto osservare con serenità molte cose interessanti: si parla di SBK, ambiente diverso rispetto alla MotoGP, di HRC, della vicenda Biaggi (sarebbe più corretto dire del Caso Biaggi), così come si apre su Hayden, Barros e sui programmi Honda per i prossimi anni, anche in vista del nuovo regolamento tecnico. Nessun rimpianto ma solo il desiderio di dire la sua con uno stile schietto e dettato da una grande attenzione verso l’aspetto umano. Nel Team HRC oggi, manca quella figura pronta ad interfacciarsi con il “mondo esterno” Puntare sui giovani, sulle loro qualità, la vera ed irrinunciabile adrenalina e risorsa del motociclismo. Questi i suoi desideri, le aspettative di un personaggio che conosce molto bene i delicati equilibri di Casa Honda.

Dalla MotoGP al Mondiale SBK: una nuova esperienza anche se la SBK è più vicina alla produzione che ai prototipi. Rimpianti, rancore…
Rimpianti no, dopotutto sono un grande appassionato di motociclette… Nella vita ognuno di noi attraversa delle fasi che si alternano e, dopo la parentesi MotoGP, - durata comunque sei anni al fianco di piloti quali Rossi, Biaggi, Barros - era tempo di prendermi una “pausa di riflessione”. Umanamente non è possibile fare quel tipo di vita “anomala” per più di cinque, sei anni; il riposo quindi è necessario per riflettere, per poi tornare con delle idee nuove. In tal senso la SBK è perfetta in quanto c’è meno pressione ma, allo stesso tempo, ci si diverte tanto visto che è piena di appassionati che vivono in un livello contestuale comunque professionale. Non è assolutamente un tornare indietro, è semplicemente saltare da uno sport ad un altro… Il nostro lavoro in SBK è un progetto interamente Honda Europa e questo mi consente di coltivare un vivaio europeo senza la continua discussione con i colleghi giapponesi che, spesso, non hanno la nostra stessa visione, anche nella scelta dei piloti.

Cos’hai portato nella SBK dal tuo bagaglio professionale acquisito dalla MotoGP?
Il mio solito modo di lavorare. Ad esempio sto spingendo le nostre due squadre ufficiali ad avere un approccio diverso con gli sponsor; insomma credo nel mio piccolo di aver portato qualche risultato, la differenza si vede già. Se andiamo a confrontare la presenza del Team TenKate o del Team Klaffi nel 2006, ci rendiamo conto di quanto siano più organizzati e professionali; stessa cosa per il Team Megabike nella Supersport, team cresciuto molto in fretta e veloce nel recepire. A volte è solo l’opportunità di avere i suggerimenti giusti… Ci aiuta anche il livello dei nostri piloti: da una parte c’è Alex Barros che, oltre ad essere un ottimo pilota, è una persona splendida sotto il profilo umano, un amico dotato di grande carisma, cosa che aiuta a far crescere la squadra; poi c’è James Toseland, il campione del mondo, anche lui una persona piacevole, musicista e quindi che sfata quel mito del motociclista che da solo il gas e spegne il cervello… Sono quindi molto soddisfatto del lavoro che stiamo facendo, grazie anche alle persone che ho attorno. Guardando ciò che accade in MotoGP, parlando di casa nostra, non mi sembra di vedere dei visi giapponesi felici ma, piuttosto, abbastanza tristi; questo perché manca una figura che si interfacci con la stampa, con i piloti. Uno dei problemi maggiori che andrà affrontato con i colleghi giapponesi, sarà quello del delicato rapporto che esiste tra team e piloti. Abitualmente i piloti vengono lasciati un po’ a se stessi: per questa situazione spezzo una lancia a favore di Hayden. Nicky è un personaggio dal carattere fortissimo, completamente solo: un ragazzo del Kentucky in un team giapponese, dove si cura solo l’aspetto tecnico Lui vive una vita a parte, scollegata dalla squadra. Quindi, esaminando la cosa da un punto di vista umano, si trova a lavorare con persone di coltura diversa (i tecnici giapponesi), con l’unico elemento europeo della struttura, inglese, che però ha un approccio freddo alle cose e quindi diverso dalla cultura americana che è l’esatto contrario. A mio avviso per questo merita molto rispetto…
A differenza di Pedrosa che, pur meritando lo stesso rispetto, ha avuto l’abilità e l’opportunità di crearsi un entourage di personaggi che si stringono forti attorno a lui, un po’ come fece Valentino Rossi. Pedrosa quindi si è portato il suo gruppo con il capotecnico, Alberto Puig, un ufficio stampa spagnolo, due amici, il papà, insomma una situazione certamente più familiare…

Cosa pensi nel singolo della coppia Pedrosa/Hayden?
Non è una coppia ma sono due entità distinte, “separati in casa” visto che provengono da esperienze e formazione professionale completamente diverse; Pedrosa ad esempio, è profondamente radicato nel Motomondiale fin dalla 125 ed ha fatto tutte le tappe una per una, è cresciuto all’interno della Honda, nel Trofeo Telefonica, organizzato da Puig nel 2000. Dall’altra parte Hayden, più solitario come ho detto, un outsider proveniente dalla SBK americana dove l’approccio è totalmente diverso… Entrambi sono piloti corretti ed anche all’interno della squadra tutto è vissuto in modalità formale e professionale.

Barcellona: dopo il gran botto Pedrosa tenta di riprendere la gara, nonostante al suo fianco ci sono a terra Capirossi, Gibernau ma soprattutto Melandri… Un gesto forse di eccessivo egoismo in una situazione subito sembrata seria. Un tuo commento…
Nella concitazione del momento è comprensibile: questi ragazzi sono talmente concentrati sulla gara, che lasciano completamente chiusa la casella “aiuto qualcuno”, anche perché sanno che c’è il personale addetto a questo… Al di là del gesto estetico, puoi fare poco, non puoi intervenire sulle persone infortunate.

Sta per chiudersi la prima fascia europea del Mondiale. Un commento su questa prima trance di gare….
La grande differenza rispetto alla scorsa stagione, è la grande quantità di sfortuna di Valentino Rossi. Da un punto di vista tecnico, non mi sembra ci siano state evoluzioni o differenze, le forze in campo sono più o meno rimaste quelle della passata stagione. Certo, l’unica verà novità sono i giovani, ragazzi che, pur lavorando molto bene quest’anno, non costituiscono però una grossa preoccupazione ne per Rossi ne per rider con maggiore esperienza. Almeno non quanto lo stia facendo la sfortuna - la novità più evidente – che sembra essersi concentrata su Rossi, anche se porzioni sembrano sfortunatamente aver raggiunto anche Capirossi e Melandri; al di là del crederci o no, questa situazione paradossale può essere letta anche in un altro modo più reale, ovvero una maggiore pressione per tutti quanti. Anche Valentino evidentemente ha avvertito questa pressione addosso: nella prima parte della stagione per le voci sul passaggio in F.1, voci che non hanno molta forza per un professionista ma, comunque, qualche microfastidio lo danno. Mentre oggi una serie di eventi negativi tipo Elias che lo colpisce all’improvviso, la moto che si rompe a Le Mans. E’ chiaro, la moto si è ammutolita per un motivo ben preciso e non per caso ma, se rapportiamo il tutto alla passata stagione, dove tutto è sempre andato bene, notiamo che si sono susseguiti una serie di eventi che lo hanno rallentato in classifica.

Chi credi che avrà la meglio quest’anno?
Se dovesse continuare questa situazione, vedo molto bene Hayden, consistente e corazzato. Nell’ultimo triennio, proprio per ciò che ho detto prima, si è molto rafforzato caratterialmente, ha una corazza attorno fatta di gran carattere, sotto certi aspetti simile a quella di Doohan, con la differenza che il pilota australiano viveva in una squadra tutta australiana.

In HRC che aria tira visto che in altri team satellite ci sono tanti giovanissimi piloti che spesso danno del filo da torcere ai piloti factory? Stoner, Melandri, Elias insomma…
Con Honda sono stato fautore di questa politica. Quanto si discuteva sul prendere piloti validi ma anziani, la mia posizione è sempre stata quella di prendere ragazzi giovani, da far crescere per poi portarli in MotoGP. Quattro anni fa, parlando con Kanazawa, spiegai che non potevamo acquistare i piloti da altri team, ma sarebbe stato meglio farli crescere in Honda fin dalla 125; il problema per Honda ora sarà, visto che abbiamo “scoperto” talenti molto validi, tenere tutti quanti questi ragazzi. Stoner, non è un mistero, potrebbe andare in Yamaha, visto che Jeremy Burgess è anch’esso australiano… Un modo per lui di assicurarsi il dopo Valentino… Giustamente visto il connubio e la simbiosi che ne potrebbe scaturire.

Domande che scottano: Max Biaggi, quattro volte iridato quest’anno è rimasto a piedi. Certo i veti della Honda non hanno certo aiutato Max a trovare una squadra… Come del resto – forse – Max non ha aiutato se stesso…
La storia di Max Biaggi è partita in modo molto complesso ed è finita peggio. In realtà c’è stato un vero e proprio scontro tra due filosofie in un certo senso negative. Mi spiego meglio. Da un lato c’è un atteggiamento molto duro da parte della HRC che non tiene conto degli elementi umani, dall’altra un Biaggi sempre pronto a recriminare, cercando dei complotti dove non ci sono ma c’è solo una non relazione. Max è una persona molto sensibile che, più di altri necessita di persone attorno, di un rapporto vero ed umano con il team, un po’ come accadde con Sito Pons, team manager che entrava molto nel dettaglio umano. In HRC invece, questo non c’è. E questo Max lo ha tradotto in un disinteresse nei suoi confronti. E’ questa la grossa incomprensione: da una parte un non interesse al lato umano, dall’altro una persona che invece aveva bisogno di questo aspetto… Risultato? HRC esprime che Biaggi è un irriconoscente non degno di essere creduto mentre Max crede che HRC complotti nei suoi confronti e che lo abbia preso all’epoca solo per “eliminarlo” in seguito. E questo analizzandolo nel dettaglio è una cosa che, vedendola dall’esterno, non sta in piedi.

E’ un rapporto finito per sempre oppure qualcosa è ricucibile?
Si, è un rapporto finito per sempre. Ho provato ad offrire a Max la moto del Team TenKate, quella di Toseland, oggi di Barros che ha poi accettato, quello che avevamo insomma. Ma la ferita con Honda era ancora troppo fresca. Probabilmente Max non sentiva sufficienti garanzie tecniche, visto che Honda, al contrario di Suzuki e Ducati, non partecipa con moto ufficiali al Mondiale SBK. Spero sinceramente che Biaggi rientri nel Mondiale SBK, indubbiamente la sua presenza renderebbe ancor più interessante questo campionato che cresce…

Max non è andato in SBK, Alex Barros si. Scelte personali diverse.
Alex ha fatto un ragionamento diverso. Lui pensa che è molto difficile arrivare in SBK e vincere subito e questo perché i piloti della categoria sono degli specialisti puri. E’ un campionato difficile: basta guardare Troy Bayliss qui è un top rider, lo vediamo tutti, mentre portato in MotoGP sembrava un pesce fuor d’acqua. Le Ducati sono ottime moto ma è anche una questione di pilota; basta vedere Lanzi, stessa squadra ma non riesce a guidare con l’efficacia di Bayliss…

Come cambieranno, a tuo avviso, i programmi HRC (team e piloti) in vista del 2007, anno in cui cambierà il regolamento tecnico?
Nel 2007 l’HRC, almeno nelle intenzioni, è rimanere con lo stesso numero di moto e di piloti. I punti fissi saranno Pedrosa, Melandri, Hayden, anche se quest’ultimo potrebbe avere la tentazione di andare altrove. Potrebbe anche essersi stancato di essere solo… Dovremo stare attenti a tenerci Casey Stoner mentre per Tamada, sinceramente, credo che i risultati non siano all’altezza di una RCV211.

Cosa pensi della scelta legata al nuovo regolamento tecnico?
Questa è stata una decisione dettata dalle Case costruttrici. Al di là del pensiero personale, sono loro le più indicate a scegliere i regolamenti tecnici perché conoscono sia l’evoluzione tecnica che i programmi di produzione. Bisognava dare un segnale “politico” e di sensibilità al problema della sicurezza e della velocità. E questa è una risposta. Risposta che possono fornire le Aziende mentre dall’altra ci sono la Federazione e l’Organizzatore che provvedono alla sicurezza dei circuiti. Quindi sulla carta la cosa riducibile sono le prestazioni… Sui 990 cc attuali la tecnologia non è esasperatissima, mentre sugli 800 cc ci avvicineremo a quella della F.1. Le potenze saranno inizialmente inferiori ma presto ci si avvicinerà agli attuali cavalli.

Rossi alla fine rimarrà ancora nella MotoGP: potrebbe tornare ad essere un pilota Honda?
Io lo spero. Se Valentino Rossi dovesse tornare in Honda spero che lo faremo insieme, nella stessa squadra. Certo al momento mi sembra qualcosa di difficile, ma mai dire mai…

La news: Michel Fabrizio correrà con Gresini a Donington…
La vicenda fa parte di una politica che noi abbiamo perseguito come Honda Europa. Michel è un pilota giovane e che ha un contratto proprio noi ci abbiamo sempre creduto e questo legame lo abbiamo stipulato per poi indirizzarlo a secondo delle esigenze. E questo è un vantaggio per i team, perché così Honda ha sempre piloti sotto contratto a cui poter affidare una moto. Sono contento per Fabrizio… Per lui sarà un fine settimana piacevole, che affronterà con professionalità anche se sarà un episodio sporadico.

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