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Barros ad Assen 22/6/2005
Barros, il “laureato” in visita alla “Cattedrale”

Sono tante le definizioni che negli anni sono state usate per il Circuito Van Drenthe di Assen, l’unico ad aver sempre ospitato un gran premio da quando esiste il motomondiale, ovvero dal 1949. Sono state usate parole come “Università della moto”, o addirittura “La Cattedrale” per descrivere questa pista bella e difficile, ed è tanto il rispetto che suscita, che persino nelle classifiche ufficiali ci si riferisce all’appuntamento olandese non con il termine Grand Prix, come per tutti gli altri in calendario, ma con la denominazione originale:TT. Fare una bella gara su questo sinuoso tracciato ha un valore particolare, e forse per questo Alex Barros annovera tra i suoi ricordi più belli in carriera, oltre naturalmente alla splendida vittoria nel 2000, il secondo posto ottenuto nel 2002 alle spalle di Valentino Rossi, dopo una battaglia serrata e appassionante tra la sua Honda due tempi e la RC211V del pesarese che quell’anno inaugurava la nuova era delle quattro tempi. Anche Troy Bayliss può annoverarsi tra i “laureati” di questa pista, grazie al successo ottenuto nel 2001 prima di debuttare in MotoGP.

“Veniamo da una gara, a Barcellona, dove i nostri piloti hanno dimostrato grande determinazione e combattività – afferma Sito Pons, propietario del team Camel Honda - Alex alla fine ha mancato il podio per un soffio ma ciò non toglie che sia stato uno dei protagonisti di un Gran Premio di altissimo livello, dove il tempo finale della gara è stato di quasi cinquanta secondi più veloce di quello dell’anno scorso. Per questo siamo fiduciosi che possa far bene ad Assen, un’altra pista veloce e selettiva. Altrettanto penso si possa dire di Troy che in Spagna ha rimontato dieci posizioni arrivando nei top ten. Alla fine non era comunque soddisfatto della sua prestazione e questo dimostra la grande voglia che ha di fare un ulteriore passo in avanti dopo i progressi dimostrati in Catalunya.

Progressi che Barros soprattutto non vede l’ora di poter rinverdire.

“Assen è una delle piste che amo di più, per tantissimi motivi – spiega il brasiliano - A me piacciono le piste tecniche e difficili e questa lo è per eccellenza. E’ stretta, senza riferimenti, con curve in contropendenza, e quindi richiede una grande precisione di guida, anche perché non c’è un tratto che sia completamente diritto. E’ tutto un susseguirsi di curve e cambi di direzione raccordati tra di loro e richiede un grande lavoro fisico, soprattutto di braccia. Sono contento di essere tornato in forma dopo la caduta di Le Mans perché ad Assen voglio divertirmi e fare una bella gara,davanti ad un pubblico che ama profondamente il nostro sport”.

“Mi è dispiaciuto molto non poter utilizzare il giorno di test a Barcellona dopo il Gran Premio a causa della pioggia – gli fa eco Troy Bayliss - perchè avrei voluto continuare a lavorare sul set up della moto. Nel week-end di gara abbiamo fatto delle buone cose ma ho bisogno di fare un passo in più per guidare come mi piace. Cercheremo di farlo ad Assen, una pista impegnativa fisicamente, dal carattere particolare ma che la maggior parte di noi piloti apprezza molto”.

 

 

 

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