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18/1/2006
Biaggi gela la Superbike con il test Midland a Silverstone
Biaggi ha battuto, mediaticamente, la Ducati anche senza correre in MotoGP. La notizia del suo test con la Midland, a Silverstone, è stato infatti riportato con maggior risalto dell’intervista di Gibernau e Federico Minoli dai principali quotidiani nazionali, sportivi e non, confermando che, quantomeno come appeal mediatico, dopo Valentino Rossi, ormai seguito anche sui set della sua pubblicità, c’è lui, il Corsaro appiedato.
Più interessante del test dell’ex Jordan – una monoposto da ultima fila – è però il futuro di Biaggi in Superbike, che continua ad essere in dubbio.
“Questa prova non è una cosa che mi faccia particolarmente piacere – confessa, al Corriere dello Sport, Jean Francois Battà - non mi sembra un segnale particolarmente positivo delle intenzioni di Max.

Ormai dobbiamo prendere una decisione. Per quanto mi riguarda ho superato la maggior parte dei problemi, ho lavorato come un pazzo nell’ultimo periodo, e l’ho fatto solo perché credo in lui e nel valore aggiunto che può portare alla Superbike. Personalmente io ho già vinto al Casinò con il titolo iridato di Corser, l’anno passato...questa è una sfida nuova”.
Una sfida – prosegue il quotidiano sportivo romano - che Jean Francois Battà, in passato anche team manager della Cagiva nella classe 500, affronta per il grande amore che nutre per lo sport.

“Il pacchetto tecnico che offro a Max è di assoluto rilievo - rivela Battà - avrà a disposizione una Suzuki GSX-R 1000 K6 praticamente identica a quella di Corser. Alcuni particolari, come le sospensioni, saranno diverse: Max utilizzerà le Ohlins e non le Showa, ma sono dettagli”.
Importanti, però. Perché ad osservare i fatti con la lente della dietrologia la Showa è una società controllata dalla Honda…
“L’elettronica, invece – prosegue il manager belga sul Corsport - sarà quella ufficiale della Mitsubishi. Quanto alla struttura della squadra, ho recepito alcune indicazioni di Max sugli uomini chiave. A questo punto potremmo già andare a provare la prima settimana di febbraio, a Valencia».
Ciò che probabilmente non convince il romano è il trattamento economico, lontano dagli standard della MotoGP.
“E’ così - conferma sempre Battà Max avrà una specie di minimo garantito. Possiamo lavorarci, ma per farlo è necessario che ci sia la firma. Io spero che Max si renda conto dell’impegno che tutti abbiamo messo in questa operazione. Si tratta di un contratto biennale, dunque rivalutabile anche in base ai risultati. Comunque è tutto ampiamente discutibile, ma nei dettagli, sulle cose cioè sulle quali potrò tornare a lavorare. La sostanza, invece, è quella che è”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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