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il fatto 4/4/2005
La Yamaha e Rossi contro tutti

La Yamaha torna sul circuito di Jerez, in Spagna, questa settimana, per iniziare la difesa del titolo mondiale della classe MotoGP dopo un intenso periodo di test invernali che si è concluso sullo stesso circuito spagnolo solamente otto giorni fa. Nell’anno del 50° compleanno della Yamaha, il Campione del Mondo in carica, Valentino Rossi ed il suo compagno di squadra Colin Edwards lanceranno la sfida per la vittoria sulle loro nuove, e migliorate, versioni dell’impressionante YZR-M1 che ha portato Rossi alla vittoria nel 2004.

E’ stato un inverno impegnativo per l’italiano, iniziato con uno storico viaggio, lo scorso novembre, al quartier generale Yamaha ad Iwata, Giappone, per ritirare il certificato di proprietà della YZR-M1 con la quale aveva appena vinto il titolo. La moto è stato un regalo fatto a Rossi come segno di ringraziamento personale da parte del presidente dell’azienda Toru Hasegawa. Da quel momento in poi gli ingegneri Yamaha e Rossi hanno lavorato ininterrottamente sulla versione 2005 della moto durante test approfonditi che si sono tenuti in Malesia, Australia ed in Spagna. Test nei quali è stato affiancato dal nuovo compagno di squadra al Team Gauloises Yamaha, Edwards.

La coppia ha uno stile di guida simile e, avendo già lavorato a stretto contatto in occasione della 8 Ore di Suzuka, ha già un rapporto di amicizia che ha aiutato il lavoro di sviluppo della versione 2005 della YZR-M1.

C’è un’immensa differenza tra la moto attuale da 990cc e con più di 220 cavalli e la prima moto da corsa della Yamaha Motor Company, la YA-1 da 5 cavalli: una moto che aveva vinto fin dal suo debutto nella gara di ascesa al Monte Fuji nel 1955. Quella storica vittoria dichiarò ufficialmente la YA-1 la moto più veloce in Giappone e la filosofia che stava alla base della sua creazione è la stessa che ha portato la Yamaha a costruire la moto che ha trionfato nella scorsa stagione.

Cinquant’anni fa, l’allora Presidente della Yamaha, Genichi Kawakami, avevo spronato la propria squadra ad “ottenere il massimo con quanto è a disposizione, curando in ogni dettaglio la preparazione, controllando che ogni operazione avvenga nella sua completezza e allenandosi in condizioni che riproducano le condizioni di gara”. Rossi ed Edwars hanno lavorato esattamente in questo modo durante i tre giorni di test IRTA della scorsa settimana ed ora non stanno nella pelle per poter raccogliere i frutti del loro lavoro questo fine settimana durante il Gran Premio di apertura della stagione.

Jerez, da sempre la prima gara sul suolo europeo, è diventata quest’anno la gara di apertura del campionato e per l’occasione ci si aspetta un pubblico da tutto esaurito. Nel 2004 il pubblico ha superato la cifra record di 206.000 spettatori, con quasi 125.000 persone arrivate al circuito il giorno della gara, nonostante la pioggia torrenziale. Un pubblico che ha nuovamente ricreato un’atmosfera unica che è diventata tutt’uno con questo evento che è già di per sé uno dei più prestigiosi del calendario della MotoGP.

Valentino: a Jerez sono in credito con la fortuna
Valentino Rossi ammette che non vede l’ora di tornare a correre dopo un inverno passato a fare apparizioni pubbliche e test. Nelle ultime settimane il Campione del Mondo si è concentrato sulle regolazioni della ciclistica della sua YZR-M1 2005 al fine di renderla agile quanto la moto dell’anno scorso e, dopo qualche problema iniziale, i test di Jerez hanno confermato un rapido progresso sottolineato da numerosi giri su tempi estremamente promettenti con le gomme da gara.

“Sono contento che siano finiti i test e si torni finalmente a correre,” ha detto Rossi. “Abbiamo già fatto talmente tanti chilometri in moto ed in aereo che la sensazione è quella di essere già a metà stagione! Alcune cose sulla nuova moto sono molto diverse dalla vecchia M1 quindi avevamo bisogno di fare questo lavoro di sviluppo. Abbiamo sicuramente commesso qualche errore, ma, tutto considerato, abbiamo fatto un buon lavoro e penso proprio che adesso siamo pronti a correre. Sono ottimista per la gara.”

Rossi ha un record imbattibile sulla pista di Jerez, sulla quale ha già vinto ben cinque volte nelle classi 125, 250, 500 e MotoGP. Tuttavia, l’italiano sostiene di avere un conto in sospeso dopo la deludente gara dell’anno scorso quando, a causa della pioggia battente, non era riuscito a far meglio della 4^ posizione finale dopo essersi qualificato in pole position.

“Jerez è una delle mie piste preferite. Si adatta al mio stile di guida; è tecnica e difficile con curve lunghe e veloci dove è molto importante avere una buona traiettoria e richiede frenate violente. Ho girato tantissimo su questa pista quando ero più giovane e correvo in 125 e 250 ed ho quasi sempre fatto delle belle gare. Però ho un sassolino da togliermi dalla scarpa dall’anno scorso! Ero stato molto veloce sull’asciutto e avevo ottenuto la pole, ma poi la pioggia mi ha rallentato durante la gara – speriamo che quest’anno non piova.

Dopo aver vinto il titolo nella sua prima stagione alla Yamaha, Rossi deve ora affrontare la sfida, forse ancora più difficile, di difendere la corona iridata dagli avversari sapendo esattamente cosa aspettarsi. “Quest’anno sarà una dura battaglia, non ci sono dubbi,” ha ammesso. “L’anno scorso abbiamo lasciato tutti a bocca aperta perché nessuno si aspettava che avremmo potuto vincere da subito. Quest’anno cercheranno tutti di starci davanti fin dalla prima gara. Credo che Gibernau sarà il mio principale rivale, ma ci sono molti piloti forti e sarà una grande sfida!”

“E’ fantastico iniziare a Jerez, in particolare per il pubblico, sono sicuro che sarà una bella festa per tutti. Il pubblico di Jerez è incredibile e quindi spero che non piova anche per loro!”

Edwards, un ritorno a casa
Anche Colin Edwards non vede l’ora di tornare a gareggiare in quello che sarà il suo anno di debutto alla Yamaha nella MotoGP. L’americano, in realtà, ha iniziato la sua avventura professionale proprio con la Yamaha e la sua prima vittoria, a Daytona nel 1992, è arrivata a bordo di una Yamaha 250; tre anni dopo, ha corso nel Campionato Mondiale Superbike sempre con una delle moto dell’azienda di Iwata e, per tutte queste ragioni, si è immediatamente sentito “come a casa” in sella alla YZR-M1.

Edwrads, uno specialista dei test di pneumatici, ha lavorato a lungo con la Michelin e con il suo nuovo capo meccanico Daniele Romagnoli nei test pre-stagionali. Il debuttante del Team Gauloises Yamaha si è adattato molto velocemente alle caratteristiche della YZR-M1 e questo gli ha permesso di potersi concentrare su specifiche zone di sviluppo – come ad esempio la mappatura del motore – alla ricerca di un pacchetto competitivo.

“Sono contento di come si è chiusa la “stagione” di test invernali e, in particolare, sono soddisfatto del lavoro fatto con le gomme durante i test IRTA a Jerez,” ha detto Edwards. “E’ sicuramente utile aver fatto un test sul circuito che ospiterà la prima gara perché, oltre a tutto il duro lavoro fatto, siamo anche riusciti a trovare un assetto di base ottimo. Spero che venerdì ci si possa mettere al lavoro ripartendo esattamente dal livello che avevamo durante gli ultimi test. L’anno scorso ha piovuto durante la gara e la cosa non mi ha aiutato, ma gli ultimi test IRTA fatti sul bagnato sono andati bene e quindi sono ottimista anche se le condizioni meteo dovessero essere cattive.

“Dopo tutti questi viaggi aerei, otto test dall’ultima gara dell’anno scorso a Valencia e tutti i chilometri già fatti in pista, non mi sembra vero di tornare finalmente a correre! Dopo gli ultimi test posso dire di essere soddisfatto della moto e molto carico perché so che il pacchetto a nostra disposizione in questo inizio di stagione è veramente buono. Sento di aver già fatto molta strada rispetto alla prima volta che mi sono seduto sulla Yamaha lo scorso novembre. I test sono stati duri, ma è ovvio che avevo bisogno di fare più chilometri possibili.”

Avendo girato a Jerez per la prima volta solamente due anni fa, dopo il suo arrivo nella MotoGP, Edwards non può evidentemente avere gli stessi trascorsi di Rossi su questa pista, ed il suo miglior risultato è un settimo posto. Tuttavia, il texano ha intenzione di sfruttare quanto imparato durante i test IRTA della settimana scorsa e si sente in grado di essere uno dei principali contendenti per la vittoria in qualsiasi condizione meteo.

“La primissima volta che ho guidato una MotoGP è stato proprio sul circuito di Jerez che mi è piaciuto subito. E’ anche vero che successivamente non sono stato proprio fortunatissimo su questa pista e quindi spero di poter cambiare le cose già da quest’anno con la Yamaha!

“Voglio fortemente fare bene già dalla prima gara e non mi accontenterò di niente di meno che il gradino più alto del podio. Ho un buon feeling a proposito della stagione che sta per iniziare e spero di poter essere in lizza per il titolo finale già da questo primo GP. Il layout della pista mi piace molto ed è senza dubbio una pista per piloti con “gli attributi”! Non vedo l’ora di vedere i fan scatenati che tutti gli anni vengono a Jerez. E’ sicuramente la pista giusta su cui iniziare il campionato.”

Brivio, la pressione si sente
Il Team manager del Team Gauloises Yamaha, Davide Brivio, non vede l’ora di tornare a gareggiare, proprio come i suoi due piloti, perchè anche lui ha lavorato duramente per tutto l’inverno per assicurarsi che la YZR-M1 sia, nel 2005, altrettanto competitiva che nel 2004. Avendo vinto, l’anno scorso, sia il titolo a squadre che quello piloti, Brivio ammette che quest’anno c’è un po’ più di pressione su tutta la squadra, ma si sente rassicurato dal diligente lavoro di preparazione fatto durante l’inverno.

“Dopo un lungo inverno, nel quale abbiamo fatto molti test, è bello poter finalmente tornare a correre,” ha commentato Brivio che aveva già lavorato con Edwards nel Campionato Mondiale Superbike. “Non vediamo l’ora di vedere a che livello è la nostra moto rispetto a quelle dei nostri avversari; fino ad ora abbiamo visto prestazioni molto “aggressive” ma è anche evidente che tutti tendono a mantenere qualche segreto durante i test!

“Vogliamo vedere i reali valori in campo è questa è la prima, vera occasione. L’anno scorso, a questo punto della stagione, eravamo in una situazione molto diversa; quest’anno tutti si aspettano che noi si stia davanti. Da una parte questo ci mette sotto pressione, dall’altra ci carica incredibilmente!

“Sia Valentino che Colin hanno avuto degli alti e bassi durante l’inverno, ma, in generale, i test sono stati positivi e ci hanno lasciato una sensazione decisamente buona. Valentino è andato abbastanza bene nei test di Barcellona ed ha fatto dei buoni tempi la settimana scorsa a Jerez. Abbiamo ancora qualche problema da risolvere sulla moto, ma niente di troppo preoccupante e so che siamo messi bene per la prima gara. Sono sicuro che gli ingegneri ed i meccanici saranno in grado di sistemare gli ultimi dettagli nei due giorni di prova prima della gara.

“Colin ha lavorato duro durante l’inverno per fare conoscenza con la moto e con la sua nuova squadra. Siamo molto soddisfatti dei progressi che ha fatto a Jerez e adesso abbiamo voglia di vedere cosa riuscirà a fare durante la prima gara. Penso che abbia tutte le carte in regola per poter stare con i primi; questo è il nostro obiettivo per la prima gara. Mi piacerebbe molto poter vedere i nostri due piloti assieme sul podio molte volte durante la stagione; sarebbe un sogno che diventa realtà!”.

Lawson ricorda la sua vittoria a Jerez
Sono passati quasi vent’anni dalla prima vittoria della Yamaha sul circuito di Jerez, quando, nel 1988, Eddie Lawson vinse in quello che allora si chiamava “Gran Premio del Portogallo”. Era la seconda volta che si correva un GP a Jerez e la Yamaha dominò mettendo sul podio, dietro a Lawson, due giovani, Wayne Rainey e Kevin Magee, rispettivamente al secondo e terzo posto.

La vittoria segnò il ritorno di forma di “Steady Eddie”, il quale, dopo aver vinto due titoli consecutivi nella classe 500cc con la Yamaha, nel 1987 aveva dovuto cedere la corona a Wayne Gardner. Questa prima vittoria fu, appunto, la prima di una serie che riportò il californiano sul trono della classe regina per la terza volta. Lawson vinse infatti anche la gara successiva a Imola e poi altre quattro, delle dieci rimanente, da lì alla fine della stagione.

“Mi sembra passato un secolo, ma è stata una vittoria importantissima sia per me che per la Yamaha,” ricorda Lawson, che ha lasciato le competizioni nel 1992. “Se devo essere onesto faccio fatica a ricordarmi tutti i dettagli perché quell’anno ogni gara era una battaglia apertissima fino alla fine con Rainey, Gardner, Magee e Mamola; ma la cosa che non si può mai dimenticare di Jerez è l’atmosfera. Piloti come Angel Nieto hanno fatto sì che questo sport sia immensamente famoso in Spagna e l’entusiasmo che accompagnava Nieto continua ancora oggi.”

Prima dell’incredibile titolo conquistato da Valentino Rossi l’anno scorso con la Yamaha, Lawson era stato l’unico pilota ad aver mai vinto due titoli nella classe regina con due moto diverse in due stagioni successive. Lawson dice che si sarebbe aspettato di non dover aspettare così a lungo per vedere ripetuto il suo exploit ed ammette che il talento di Rossi è straordinario.

“I record sono fatti per essere battuti e, in tutta sincerità, avrei scommesso che il mio record sarebbe stato battuto molto prima di quanto è successo. Ma immagino che ci volesse qualcuno come Valentino per fare una cosa del genere. Credo proprio che faccia una categoria a parte rispetto agli altri piloti, è impressionante.

“Mi ha fatto molto piacere vedere la Yamaha tornare alla vittoria. Ho ancora molti amici in Yamaha e sono contentissimo di vederli godere del successo che si meritano.”

IL PUNTO DI VISTA TECNICO
I 4.423 metri del circuito di Jerez presentano cinque curve a sinistra e otto a destra, un buon grado d’elevazione e cambi di pendenza (nonostante il circuito possa sembrare piatto a prima vista). La necessità di mantenere traiettorie precise fa sì che la messa a punto debba essere molto rigorosa e, al fine di sfruttare al meglio i rettilinei tra una curva e l’altra, è necessario che la risposta dell’acceleratore sia pulita e regolare ad ogni regime.

Con un rettilineo di soli 600 metri, la potenza massima non è un fattore fondamentale, perché utilizzata piuttosto infrequentemente. La cosa più importante è invece un assetto che garantisca un comportamento stabile nei frequenti cambi di direzione. Questo aspetto è reso ancora più importante da alcuni punti in cui è necessario frenare violentemente su un asfalto che non è né perfettamente liscio né abrasivo.

Avendo già molti dati relativi al circuito di Jerez, in particolar modo dopo i tre giorni di test IRTA che si sono tenuti qui solo una settimana fa, i piloti dovrebbero essere in grado di trovare la giusta messa a punto abbastanza velocemente. La lotta per la pole position dovrebbe essere apertissima visto che, nell’ultima giornata di test pre-stagionali, ben sette piloti sono riusciti a girare sotto la pole record di Rossi.

Le emozioni delle qualifiche saranno ancora maggiori quest’anno, visto che il regolamento della MotoGP è stato modificato e ci saranno, d’ora in poi, tre sessioni di prove libere e una sola di qualifiche che si terrà il giorno prima della gara.

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